mercoledì 30 giugno 2010
1 LUGLIO: ASSOCIAZIONE GIORNALISTI SCUOLA DI PERUGIA, SUL SITO LE “NOTIZIE SCOMPARSE”
Siamo convinti che negli ultimi anni il giornalismo abbia ecceduto in direzioni sbagliate, a volte puntando maggiormente su argomenti pruriginosi e alla curiosità più voyeuristica, piuttosto che sui fatti. Quegli stessi fatti, però, che oggi diventerebbe ancora più difficile raccontare, se passasse il ddl Alfano sulle intercettazioni, nella sua formulazione attuale.
Per questo domani, aderendo alla manifestazione indetta dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Associazione Giornalisti Scuola di Perugia pubblicherà sul proprio sito, www.associazionegiornalisti.it, tutte le notizie della giornata che sarebbero destinate a sparire, qualora si volesse proseguire sulla strada intrapresa dal provvedimento.
Il nostro lavoro, infatti, è cercare e riferire quelle notizie che i lettori, gli ascoltatori, i telespettatori meritano di conoscere. Sarà compito loro giudicare la buona o cattiva riuscita dell’impresa.
Chi si occupa di cronaca - e in particolare di giudiziaria – sa quante difficoltà e quanta fatica costa il proprio lavoro, se fatto con passione e dedizione. Vorremmo continuare a farlo, con le giuste regole, ma anche senza paura e con la schiena dritta.
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Legge Bavaglio, presidio a Trieste
L’ANPI aderisce alla manifestazione dell’1 luglio a Roma
Diciamo tutti insieme un no forte, responsabile, massiccio a chi intende cancellare la democrazia dal Paese.
PRESIDENZA E SEGRETERIA NAZIONALI ANPI
Mobilitiamoci per la legalità
Giovedì 1 luglio alle ore 19,30 in Piazza Principe di Piemonte a Grottaglie, il Partito Democratico tiene un'assemblea pubblica per discutere del decreto intercettazioni, meglio conosciuto come Legge Bavaglio, un disegno liberticida che mira a rendere impossibile il lavoro di magistrati e giornalisti.
Questo provvedimento scellerato, discusso in un momento di grave crisi per il Paese che necessiterebbe di ben altri interventi, segnala ancora una volta la pesante emergenza democratica che il popolo italiano sta affrontando e la totale inadeguatezza del governo Berlusconi ad offrire risposte concrete ai problemi reali dei cittadini.
L'incontro è coordinato da Antonio Maglie, avvocato e membro della Segreteria del Pd di Grottaglie, intervengono l'avvocato penalista Pasquale Annicchiarico, il giornalista e vice presidente dell'Asso Stampa Puglia Mimmo Mazza e Martino Rosati, magistrato e componente della giunta distrettuale Anm.
Le conclusioni sono affidate ad Alberto Maritati, Senatore del Pd e vice presidente della Commissione Giustizia al Senato.
I REPUBBLICANI ALLA NOTTE BIANCA PER LA LIBERTÀ DI STAMPA
A sostegno della battaglia per cambiare presupposti e contenuti della legge sulle intercettazioni, già approvata al Senato (il cosiddetto bavaglio), la manifestazione di Conselice è stata organizzata dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), il sindacato unitario di tutti i giornalisti, proprio nella piazza dove sorge l'unico monumento in Italia dedicato alla libertà di stampa. Il Partito Repubblicano della provincia di Ravenna aderisce sottolineando come le pressioni che oggi incombono sulla pluralità d’informazione non hanno precedenti nemmeno nel governo Berlusconi 2001-2006.
Oltre alle continue e sconsiderate affermazioni del presidente del Consiglio su giornali e giornalisti del nostro Paese, i Repubblicani condannano nel metodo e nel merito il tentativo del Governo di limitare il diritto di cronaca, e non si rassegnano nemmeno per un attimo a palinsesti tv che impongono ogni giorno autentiche passerelle e vetrine senza contraddittorio del Berlusconi pensiero, o a telegiornali delle reti di Stato che promuovono a «vincitore morale» Marcello Dell'Utri dopo una condanna a 7 anni di carcere perché dagli anni Settanta al 1992 intrattenne rapporti con boss mafiosi.
Nel metodo la condanna del PRI di Ravenna è riassunta dalle parole della giornalista Milena Gabanelli: «Invece che portare fuori il Paese da questo pantano, è da settimane che in Parlamento sono tutti impegnati a stabilire che cosa i cittadini potranno sapere e cosa no». Nel merito la nostra totale contrarietà riguarda i limiti imposti agli investigatori nelle intercettazioni ambientali, la censura ai giornalisti e la minaccia del carcere in caso di diffusione di materiali riguardanti un'inchiesta prima dell'inizio del processo, l'obbligo in caso di intercettazione di un sacerdote o di un vescovo di avvertire preventivamente le autorità ecclesiastiche della diocesi o della segreteria vaticana, la volontà di bloccare i processi in corso sul malaffare nell'assegnazione degli appalti per le grandi opere.
Per battere un disegno di legge che difende la corruzione e minaccia di punire in via preventiva i giornalisti, attaccando così le libertà di pensiero, stampa e parola, diritti fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione, il Partito Repubblicano Italiano e la Federazione Giovanile Repubblicana della provincia di Ravenna parteciperanno con le loro bandiere alla Notte Bianca di Conselice.
DJV unterstützt Protest gegen Mediengesetz in Italien
Der DJV-Vorsitzende erinnerte in dem Zusammenhang an den DJV-Preis der Pressefreiheit, der 2009 an den italienischen Journalisten Marco Travaglio für dessen mutiges Engagement gegen die Versuche der Einflussnahme Berlusconis auf die Medien ging. „Die europäische Öffentlichkeit darf nicht über das hinwegsehen, was sich in Italien gegen mutige und kritische Journalisten tut.“
MARATONA SUL WEB "A RETE UNIFICATA" PER LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE
martedì 29 giugno 2010
INTERCETTAZIONI: FNSI, OCCORRE UDIENZA FILTRO
Si potrebbe superare il divieto - hanno spiegato Siddi e Natale - ''attraverso la celebrazione di un'udienza filtro, nel corso della quale il gip individua, d'intesa con il pm e il legale dell'indagato, le intercettazioni che non risultano utili ai fini delle indagini. Queste verranno poste in un archivio riservato, al quale le parti potranno accedere, previa autorizzazione''.
Per le udienze che invece richiedono tempi più rapidi, non potendo quindi attendere la celebrazione dell'udienza filtro, ''il pm e il gip potrebbero citare nell'ordinanza solo le intercettazioni certamente rilevanti ai fini delle indagini, fissando per il deposito delle altre l'udienza filtro entro un termine ragionevole. Le intercettazioni depositate - hanno detto - potranno così essere diffuse, al pari degli altri atti d'indagine''.
La Fnsi ha espresso perplessità sulla facoltà di pubblicare solo per riassunto gli atti delle indagini, in quanto cio' potrebbe portare ''a conseguenze negative anche per gli interessati, lasciando spazio a scelte e sintesi opinabili''.
Il sindacato dei giornalisti ha chiesto infine l'eliminazione della pena amministrativa per gli editori. ''Il giornalista - si legge nel documento presentato in Commissione - ha il dovere prima ancora che il diritto di far circolare liberamente le informazioni di cui abbia conoscenza se rilevanti per la formazione della pubblica opinione. Un diritto garantito dall'art. 10 della Convenzione europea per i diritti dell'uomo''. (ANSA).
LIRIO ABBATE “SONO VIVO GRAZIE AD UN’INTERCETTAZIONE”
per informazioni: 392 5082277
CGIL in piazza il 1 luglio contro la Legge Bavaglio
L'ADESIONE DI SHUKRI SAID, DELL’ASSOCIAZIONE MIGRARE E FONDATRICE DEL PORTALE DI INFORMAZIONE MIGRARE.EU
L’informazione è fondamentale per la giustizia e per la legalità perché sappiamo che tante indagini giudiziarie sono scaturite da inchieste giornalistiche. Così come i reati legati alla tratta degli essere umani, i rifiuti tossici e al fenomeno della criminalità organizzata legato al mondo ormai globalizzato. Tutto questo si può combattere attraverso una libera informazione, aperta e a portata di mano dei cittadini. Non dimentichiamo il caso di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin di cui ancora non si conosce la verità, ma dal quale, attraverso le inchieste de L’Espresso e altre testate sta emergendo il grave fenomeno dei rifiuti tossici radioattivi nelle coste somale. Non solo, in Italia, grazie alla libera informazione e con l’azione della magistratura è stato possibile ripristinare alcuni diritti degli immigrati, e siamo venuti a conoscenza di cose importanti che senza la libera informazione non avremmo saputo. Noi riteniamo che la legge bavaglio sia un errore perché limitare l’informazione è l’anticamera di un potere dittatoriale che a noi non piace. Vorrei ricordare che io sono nata in un paese dove la libertà di stampa non era garantita e i giornalisti ritenuti dei soggetti sui quali vigilare. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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Domenico d’Amati: “Questa legge è un gravissimo attentato alla libertà di informazione"
Questa legge è un gravissimo attentato alla libertà di informazione che in base alla nostra Costituzione è assoluta, nel senso che prevede, soltanto il limite per pudore.
Quindi non esistono altri limiti. La giurisprudenza ha costruito alcune limitazioni a tutela dei diritti individuali, però sono eccezioni: la regola è che la libertà di informazione prevale su tutto.
Quindi che si parli di una legge che vieta di pubblicare determinate notizie, è una vera e propria eresia.
Questa legge poi oltretutto ha un contenuto prevalentemente intimidatorio, cioè si lancia un messaggio ai giornalisti e agli editori: non disturbate il manovratore.
Io penso che tuttavia i calcoli di questi legislatori - apprendisti stregoni siano anche sbagliati, perché finchè si pubblicheranno notizie vere e di interesse generale nessuno potrà sanzionare questa pubblicazione, né penalmente né civilmente. Perché finchè non si cambia l’articolo 21 della Costituzione questo non si potrà fare.
Per questo i giornalisti e gli editori devono prepararsi a resistere. Se vi saranno iniziative giudiziarie in base a questa legge nei loro confronti , ci si potrà difendere e ci si dovrà difendere fino all’ ultimo, e io penso anche con probabilità di successo.
A parte poi la possibilità di ricorso a Corti internazionali che sono anch’esse molto preoccupate di tutelare la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero.
Quindi è bene che si protesti, soprattutto per reagire a questo tentativo di intimidazione.
E’ bene che costoro sappiano che i giornalisti e gli editori e in genere i cittadini italiani non vogliono nemmeno sentire parlare di leggi di questo tipo, che sono degne di regimi ben diversi del passato e del presente, ma non di un paese democratico. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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Trio Medusa “E’ una legge sbagliata"
Anche noi naturalmente aderiamo alla manifestazione. Siamo qui per testimoniare il nostro “no” a questa legge bavaglio. E’ una legge sbagliata che per evitare dei problemi sulla privacy fa sì che tutto un sistema legato alle intercettazioni, alle pubblicazioni e al diritto di cronaca venga penalizzato se non addirittura annullato.
Come spesso capita, basterebbe far applicare le leggi già vigenti per poter garantire la privacy. Il mezzo più semplice da utilizzare adesso è di rendere tutto più coercitivo, soprattutto per chi esercita la professione del giornalista. Ma anche per chi, come noi, cerca di far divertire le persone: qualora fosse messo il bavaglio alla possibilità di intercettare mafiosi o presunti tali, sarebbe un grave problema per chiunque tiene sia al diritto all’informazione ma soprattutto al diritto di vivere liberamente in questa Nazione.
Mi raccomando partecipate, dite forte il vostro “no” perché ne va di un altro pezzetto della nostra democrazia che pian piano viene erosa da questi piccoli meccanismi che, alla fine, non ci sembra rientrino nelle priorità.
Se andiamo in giro nei mercati o anche nei supermercati non ci sembra di sentire la gente particolarmente preoccupata per la propria privacy.
Uno degli ultimi diritti dei cittadini italiani è sapere cosa accade e le intercettazioni lo permettono. E’ uno dei pochi strumenti che ci permette di capire determinati rapporti fra i centri di potere, i centri economici e i centri politici. Per cui assolutamente no alla legge bavaglio.
Anzi ci portiamo già avanti col lavoro, “no” anche alla legalizzazione della mafia. Perché magari tra un po’ verrà fuori anche un progetto di legge a suo favore. Non vogliamo sentire che è solo un’associazione di amici. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
ILARIA CUCCHI, “CON DDL IL NOSTRO CASO ARCHIVIATO”
Lo ha dichiarato Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi, in una intervista rilasciata al coordinamento 1° Luglio costituito in occasione della manifestazione contro il bavaglio all’informazione, su iniziativa di Articolo 21, Associazione 5/12, Lettera 22 e Reporter Senza Rete. Furono proprio le foto diffuse dalla famiglia a rivelare sul suo corpo segni evidenti di percosse e a dare il via alle indagini.
“Prima non mi rendevo conto di quanto fosse diffusa questa realtà – ha sottolineato Ilaria Cucchi - è qualcosa che può capitare a chiunque. e l'unica arma che abbiamo è parlarne: il ruolo dei mezzi d'informazione è stato fondamentale nella mostra vicenda.” L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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SALVATORE BORSELLINO, “DDL VERGOGNOSO E ANTILIBERTARIO”
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Pietro Marongiu: “Come cassaintegrati, la nostra voce continuiamo a farla sentire attraverso internet"
Sia la stampa sia i magistrati sono persone che possono influenzare l’opinione pubblica, che informano esattamente gli italiani su quello che sta succedendo in questo paese.
Secondo loro vanno imbavagliati, perché loro preferiscono dire alle persone attraverso le loro televisioni che tutto funziona bene, che tutta l’Italia è una telenovela di quelle a lieto fine. No, non è vero. Ormai i ragazzi pensano solo che il loro futuro sia da velina o da tronista.
Questo è il messaggio che fa passare questo governo: è sbagliato.
Il futuro nostro è sempre stato il lavoro.
Questo governo parlava di libertà, ma come si può essere liberi senza lavoro?
Noi ci si ribella, naturalmente. Dal canto nostro, come cassaintegrati, la nostra voce continuiamo a farla sentire attraverso internet: vediamo se riescono ad imbavagliare anche quella. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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Lorenzo Diana: “C’è bisogno di maggiore libertà di azione contro la criminalità; non si può invece ridurre lo spazio di aggressione della magistratura
E’ la mia esperienza di vita che mi porta a dire che sarebbe un gravissimo errore andare avanti sulle intercettazioni in tal modo.
Come si possono escludere le intercettazioni per reati come estorsioni, usura, traffico di rifiuti, proprio qui, nella terra delle ecomafie, che hanno inquinato e avvelenato tutto il territorio.
C’è bisogno di maggiore libertà di azione contro la criminalità; non si può invece ridurre lo spazio di aggressione della magistratura e delle forze dell’ ordine contro la criminalità.
E il secondo motivo: c’è bisogno della libertà di informare e del diritto di essere informati.
Come si può pensare di vietare la pubblicazione di intercettazioni già contenute nelle ordinanze pubbliche di custodia cautelare? Come si può pensare di non far sapere ciò che accade?
C’è forse la volontà di nascondere il livello di corruzione e di criminalità presente nella società?
Mi auguro che non passi questa legge. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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Giovanna Maggiani Chelli: “Intercettazioni? Se ne faccia un uso giusto sui giornali e ovunque, ma comunque devono rimanere così come sono”
Per quanto riguarda la legge sulle intercettazioni, da sempre combattiamo cambiamenti all’interno di questa norma. Siamo sicuri che così com’è va bene; è stata vincente per condannare la mafia fino alla Cassazione, proprio grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche, e ai controlli dei tabulati telefonici. Quindi vorremmo più che mai che ancora funzionasse così, adesso che si va verso la ricerca dei mandanti esteri a Cosa nostra , i quali non crediamo affatto non si siano parlati con quei loro presunti telefonini sicuri o in quei loro presunti ambienti sicuri, che non si sia potuto registrare qualcosa che riguarda la verità sulle stragi del ’93… Quindi ecco che diremo sempre su un no all’abolizione delle intercettazioni telefoniche, ci mancherebbe altro… se ne faccia un uso giusto sui giornali e ovunque, ma comunque devono rimanere così come sono. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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PATRIZIA ALDROVANDI: "Se il ddl intercettazioni fosse stata in vigore il caso di mio figlio sarebbe stato archiviato" – VERSO PIAZZA NAVONA
Aderisco, penso che sia fondamentale, inderogabile, che la Federazione della Stampa così come la gente comune aderisca a questa richiesta, perché è una esigenza di tutti; secondo me si stanno minando i diritti di chi trova voce solo attraverso la stampa… questo è il mio caso.
Proprio questo è l’aspetto che ci interessa sottolineare; nel caso fosse stata già in vigore la legge sulle intercettazioni il suo caso non sarebbe mai venuto fuori…
Esattamente. Penso che le persone come me, cioè i comuni cittadini, non avrebbero potuto dire la propria verità, né tantomeno, cosa più importante, il resto dell’Italia avrebbe mai potuto sapere cosa era veramente successo. Questo è stato possibile grazie alla stampa… in molte forme, dalla carta stampata alle televisioni, a internet. Solo grazie a questo abbiamo potuto sollevare la richiesta di verità e anche di giustizia che insieme con noi ha chiesto tanta gente. Con questo siamo arrivati ad un processo che altrimenti, come ci avevano già detto, stava per essere archiviato senza alcuna indagine perche tutto si basava sulle dichiarazioni dei poliziotti. Come se avessero più diritti di altri di dire la loro rispetto al resto della gente. Credo che l’unica difesa, l’unica possibilità che abbiamo, è quella di far sentire la nostra voce attraverso la stampa. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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STEFANIA PEZZOPANE : “Abbiamo vissuto in diretta, ogni giorno, quello che può essere un’ informazione deformata, per questo dico no al Ddl intercettaz
Penso che la vicenda che ho vissuto in prima persona, da terremotata, da colpita nei miei affetti più cari e da responsabile di un’ istituzione importante, mi induca ancor di più a spingere affinchè questa legge non venga approvata e ad aderire ad ogni mobilitazione che sia finalizzata ad impedire questo misfatto.
Abbiamo vissuto in diretta, ogni giorno, quello che può essere un’ informazione deformata.
E anche la vicenda delle intercettazioni che ha riguardato il terremoto dell'Aquila è stata una vicenda importante. Sarebbe stato grave non poter sapere che c’era gente che rideva di noi alle 3 e 32, pensando già a come lucrare sugli affari del terremoto.
E’ uno dei tanti motivi per cui penso che questa legge non debba essere approvata, e che invece debbano essere garantite nel nostro paese le libertà, tutte le libertà, ivi compresa quella di informare.
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LaCittà di Cinisello: Grazie per quello che fate
A BARI L'ASSOSTAMPA DAL PREFETTO
VERSO PIAZZA NAVONA, CONTRO TAGLI E BAVAGLI : PG ANTONIO INGROIA: “DDL ALFANO DISARMA CITTADINI E INVESTIGATORI”
STEFANO RODOTA' , “SI' A PIAZZA NAVONA, NON SI TUTELA COSI' LA PRIVACY- DIRITTO DEI CITTADINI A SAPERE ”
“Ma c'è anche un principio, quello della cosiddetta ridotta aspettativa di privacy delle figure pubbliche, che non è un'invenzione di queste settimane: nel 1998 fu approvato dal Garante e dall'Ordine dei giornalisti un codice di deontologia professionale che è una vera e propria norma, applicabile anche dall'autorità giudiziaria - ha sottolineato Stefano Rodotà che ha aderito alla manifestazione del primo luglio contro il ddl intercettazioni e i tagli alla cultura - All'articolo 6 è prevista la tutela della privacy delle cosiddette figure pubbliche a condizione che le informazioni che li riguardano non abbiano alcuni rilievo per la valutazione della loro attività. Ora non c'è dubbio che tutto quello di cui stiamo parlando riguarda direttamente l'attività di questi soggetti, quindi ha rilievo. E i cittadini lo devono sapere”.
Critico Rodotà, anche sui tagli alla cultura previsti dalla manovra Tremonti: “Un paese che fa i tagli alla cultura è un paese che non rinuncia solo alla propria identità ma anche al proprio futuro, cioè alla possibilità di avere nella cultura uno strumento importante di organizzazione sociale, di crescita complessiva del paese”.
L'integrale delle interviste sui siti http://www.articolo21.org/, http://www.reportersenzarete.org/, http://www.lettera22.it/
Youdem: diretta dalle 17 alle 20
domenica 27 giugno 2010
UN APPUNTAMENTO DA NON PERDERE
venerdì 25 giugno 2010
Siddi: «Un Giurì per la lealtà dell’informazione»
■ «Ci hanno accusato di essere al servizio dell’opposizione, di Di Pietro e del "popolo viola" perché siamo contrari al
disegno di legge sulle intercettazioni. Nossignore, noi difendiamo i princìpi e voglio ricordare che il 30 giugno 2007 andammo in piazza contro il disegno di legge Mastella che aveva contenuti simili. Abbiamo scioperato contro un governo di centrosinistra e ora siamo pronti a farlo, il 9 luglio, con questo di centrodestra».
È un fiume in piena Franco Siddi (l’altro giorno a Bergamo) segretario nazionale della Federazione nazionale della stampa (Fnsi), il sindacato dei giornalisti.
Il presidente della Repubblica ha esortato a far presto con la manovra e a non farsi distrarre da altre materie: evidente il riferimento alle intercettazioni...
«La riflessione sta convincendo gli uomini delle istituzioni, più attenti, a valutare la possibilità di un nuovo approfondimento».
Il disegno di legge è sul tappeto da due anni e qualche correttivo è stato apportato.
«Sì, ma non si è raggiunto l’equilibrio tra privacy, giustizia e informazione. Anzi, ci sono spinte perché venga approvato un provvedimento che affermi supremazie tra le quali al primo posto non pare ci siano né l’esigenza di tutelare la privacy, né quella di garantire la sicurezza dei cittadini, e nemmeno quella di consentire loro di conoscere i fatti per poterli valutare».
È un testo emendabile o sarà muro contro muro?
«Il muro contro muro riguarda i partiti, non noi, comunque il testo si può cambiare. L’ideale sarebbe stralciare ciò che non ha a che vedere con il corso della giustizia e affrontare le questioni in materia di informazione e di privacy su un altro livello. Ma va bene anche un emendamento della parte che impedisce di fare cronaca fino all’udienza preliminare».
Che proposta fate?
«Introdurre l’"udienza filtro" nella quale, quando gli atti arrivano a conoscenza dell’indagato e diventano pubblici, sentite le parti, si può subito decidere di stralciare quelli non direttamente inerenti alle persone coinvolte nel processo e soprattutto i contenuti che possono incidere sulla dignità di persone estranee che vanno salvaguardate».
Con che conseguenze?
«Trasparenza, utilità per la giustizia, chiarezza dell’informazione e responsabilità per i giornalisti. Il cronista che dovesse pubblicare atti stralciati per ragioni di tutela della dignità delle persone se ne dovrebbe assume la responsabilità».
In quale sede?
«Andrebbe istituito il "Giurì per la lealtà dell’informazione" per esaminare i casi di violata privacy. Chi dovesse ritenersi danneggiato potrebbe ricorrere a questo organismo indipendente che nel giro di tre giorni-cinque dovrà pronunciarsi».
E se la privacy risulta violata?
«Il Giurì ordina la pubblicazione sul giornale di un provvedimento che mette in dubbio la credibilità del giornalista e del giornale che ha riportato la notizia».
Ma non esiste già il Garante?
«Evidentemente c’è qualcosa che non funziona nei tempi. In attesa che si faccia l’istruttoria, il Giurì può subito decidere e stabilire se c’è stata o no violazione della privacy».
Una proposta che spariglia le carte.
«Il problema non si risolve introducendo le multe per gli editori e il carcere, anzi: si rischia la censura preventiva. L’editore entrerebbe in redazione per controllare i contenuti, diventando così il proprietario delle notizie».
Il giro di vite del governo, però, non è frutto di un colpo di sole.
«All’origine di una stretta c’è quasi sempre qualche eccesso che ha colpito la sensibilità di tanti cittadini o, in questo caso, del potere. Paghiamo degli eccessi e, per qualche abuso che c’è stato, adesso rischiamo la mordacchia a tutta l’informazione».
Il giornalista pubblica, ma c’è pure chi la notizia gliela passa…
«C’è un secondo aspetto e riguarda la giustizia: è possibile che il segreto giudiziale in Italia debba durare anni? Ci vuole un limite temporale. Noi abbiamo una cultura di vincoli e di divieti che non solo non risolvono nulla, ma finiscono per alimentare il mercato dei dossier illeciti. E ricordiamolo bene: gli atti giudiziari non camminano da soli, così succede che c’è qualche manina interessata a farli camminare e quando il giornalista ha in mano una notizia la pubblica».
Nonostante l’alta posta in gioco il sindacato non ha alzato subito le barricate.
«Ritengo che lo sciopero sia un mezzo e non un fine. Un anno fa ne avevamo promosso uno per il 14 luglio e abbiamo ottenuto l’intervento del capo dello Stato, così si è ritenuto giusto sospenderlo. Con questo atteggiamento abbiamo mostrato senso di responsabilità verso le istituzioni. Abbiamo incontrato il presidente del Senato e ora saremo sentiti alla Camera, dove presenteremo le nostre proposte».
Mino Carrara
Presidio il primo luglio in piazza Castello a Torino
Facciamo sentire la nostra voce per difendere il diritto-dovere di informazione
L'Associazione Stampa Subalpina organizza un presidio a sostegno della battaglia della Fnsi contro la Legge Bavaglio.
Un'iniziativa nel segno della Costituzione, per dar voce ai soggetti e ai temi che verrebbero oscurati se passasse un provvedimento che colpisce al tempo stesso il lavoro dei giornalisti e il diritto dei cittadini di conoscere le vicende del Paese.
www.stampasubalpina.it
Il primo luglio a Roma ci sarà anche il Movimento Nonviolento
Nella Carta costitutiva del Movimento Nonviolento (fondato da Aldo Capitini nel 1961) sta scritto che "il Movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della libertà > d'informazione e di critica". In queste quattro righe ci sono le motivazioni più profonde per l'adesione e la partecipazione del Movimento Nonviolento alla manifestazione del primo luglio.
Mao Valpiana
Direttore di "Azione nonviolenta"
Daniele Lugli
Presidente del Movimento Nonviolento
LA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 1 LUGLIO
Questa legge liberticida non viola soltanto un principio costituzionale fondamentale, quello della libertà di stampa, ma pone le premesse per uno stato di polizia in cui l’informazione è sottoposta a limitazioni e censure. Esattamente l’opposto di quanto è scritto nella nostra Carta. Solo le dittature impediscono la circolazione delle notizie e delle idee.
In nessun Paese europeo è in vigore una legge restrittiva delle libertà di opinione, di informazione e di stampa come quella che questo governo sta cercando di imporre agli italiani.
La Federazione della Sinistra interverrà in tutti i modi e in tutte le sedi per difendere le libertà che sono alla base della nostra democrazia.
giovedì 24 giugno 2010
L’Arci il 1 luglio in piazza Navona a Roma contro tagli e bavagli
Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci
Il 1 luglio saremo di nuovo in piazza, a Roma e in altre città italiane ed europee.
Il governo sembra infatti deciso stringere i tempi di approvazione del Ddl intercettazioni e a procedere, anche a colpi di fiducia, con i tagli alla cultura.
Il fronte della protesta è amplissimo. Giuristi, editori, giornalisti, sindacati, associazioni hanno con forza denunciato come il Ddl Alfano, se passasse senza sostanziali modifiche, limiterebbe sia i poteri investigativi di polizia e magistratura, sia il diritto/dovere a informare degli organi di stampa e dunque la possibilità dei cittadini a conoscere per formarsi liberamente un’opinione.
Verrebbero colpiti principi fondamentali della nostra Costituzione, per imporre il silenzio e l’impotenza ad agire nei confronti di un potere che si sta rivelando sempre più corrotto e privo di qualsiasi etica pubblica. Si tornerebbe al sistema delle autorizzazioni e censure, contro il quale i nostri costituenti stabilirono un argine con l’articolo 21 della Carta.
In realtà, sotto attacco c’è l’intero impianto costituzionale: l’articolo 21, come quelli che riguardano i diritti nel mondo del lavoro, l’articolo 3 sull’uguaglianza di tutti i cittadini, come il diritto all’istruzione, la tutela dei beni artistici come il diritto alla cultura. Né Berlusconi fa nulla per nascondere il fastidio verso una Costituzione che gli “impedisce di governare”, poiché impone il controllo del Parlamento e la separazione dei poteri come in tutte le democrazie.
I tagli alla cultura non sono solo una conferma della scarsissima importanza che questo governo assegna alla formazione, ma sono anche emblematici dell’ insofferenza per qualsiasi forma di confronto critico e di partecipazione attiva dei cittadini.
In gioco c’è dunque la qualità del nostro sistema istituzionale e democratico e di questo per fortuna c’è una consapevolezza sempre maggiore.
Il 1 luglio sarà una tappa importante della “rivolta” pacifica che coinvolge sempre più soggetti e che si esprime in tante forme diverse, nelle piazze e nei luoghi di lavoro, nei teatri e nelle università, sul web o sulle prime pagine dei giornali listate a lutto.
L’Arci sarà a Piazza Navona e sosterrà tutte le iniziative promosse per difendere la libertà e la democrazia.
NO ALLA LEGGE BAVAGLIO, MANIFESTAZIONE A LATINA GIOVEDI 1
La sezione di Latina dell'Unione nazionale cronisti indice per giovedì 1 luglio una manifestazione contro la "legge bavaglio".
L'appuntamento è alle 10 in piazza Buozzi, di fronte al Tribunale. Un luogo scelto come simbolo della cronaca nera e giudiziaria che non potremo più fare quando entrerà in vigore questa legge. Non bastano i "riassunti", di fatto i cittadini non potranno più sapere cosa accade intorno a loro.
Per questo denunciamo con forza e indignazione il disegno di legge che impedisce ai giornalisti di dare notizie, a volte per anni, perché vieta la pubblicazione della cronaca giudiziaria fino alla conclusione delle indagini preliminari. La norma inoltre impedisce, di fatto, alla magistratura di svolgere efficaci indagini contro la criminalità. Come gli altri colleghi italiani siamo pronti alla resistenza civile e non accetteremo mai di sottostare a una legge che limita il diritto dei cittadini ad essere informati. I cittadini sappiano comunque fin d’ora che i giornalisti faranno ogni sforzo affinché loro possano continuare a conoscere tutte le notizie. La libera informazione è la pi ù pura espressione della democrazia, nessuno pensi di poterla bloccare con una legge che impone il silenzio di Stato.
Alla manifestazione hanno aderito gli avvocati dell'associazione Legal Aid. Sono stati invitati i rappresentanti della Camera penale e dell'Associazione nazionale magistrati, oltre ai cittadini e alle forze politiche
RADIOARTICOLO1: NO A BAVAGLI E TAGLI
altero frigerio
direttore RadioArticolo1
mercoledì 23 giugno 2010
Il Granchio a lutto
La Rete degli studenti medi aderisce
Crediamo che questo governo stia mettendo in campo una campagna che mira a destrutturare il pensiero critico nel nostro paese, attaccando in primis quegli spazi di democrazia e partecipazione in cui esso si crea. E' questo il senso di tagliare sulla cultura, sulla scuola sull'università e sulla ricerca, e di eliminare la possibilità di informare e di essere informati.
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Sofia Sabatino
Portavoce Nazionale Rete degli Studenti
Aderisce l'Unione degli universitari
L'Unione degli Universitari aderisce alla manifestazione del 1° Luglio in p.zza Navona contro la legge-bavaglio.
"Viviamo un momento storico del nostro Paese in cui da parte del Governo vengono attaccati in maniera forte e ripetuta i cardini della nostra democrazia. I pesanti tagli alla cultura e all’istruzione, l’attacco al mondo del lavoro e al pubblico impiego, i continui tentativi di imbavagliare l’informazione sono tutte operazioni tese, con la giustificazione della crisi e della libertà degli italiani, a ridurre l’influenza che la cultura e la conoscenza di tutti i cittadini ha in uno Stato democratico. Ogni attacco a ciascuno di questi cardini va respinto con forza e determinazione da parte di tutte le forze che ritengono che la democrazia si basa sulla conoscenza e sulla libera informazione, e che qualsiasi bavaglio ad una informazione libera è una violenza ai cittadini, al nostro Paese."
---------------Giorgio Paterna
Coordinatore Nazionale
Unione degli Universitari - sindacato studentesco
Consigliere Nazionale degli Studenti Universitari
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
CARTA aderisce per la democrazia
Dello stesso disegno fanno parte i tagli all'editoria, che per il loro impatto sulle testate indipendenti, di partito, delle minoranze, cooperative, rischiano di essere un altro bavaglio, perfino più efficace dal punto di vista degli effetti immediati, delle nuove norme che il governo vuole imporre. Dello stesso disegno fanno parte i tagli alla cultura, che riducono la possibilità di formazione del pensiero critico e lo spazio per le voci non allineate alla logica commerciale dominante. Dello stesso disegno fanno parte i tagli alla scuola e alla ricerca, due pilastri indispensabili per la crescita civile di un'opinione pubblica consapevole e attenta. Per tutto questo, riteniamo che la battaglia dei giornalisti per la libertà di stampa sia un'occasione per coordinare e aggregare le varie lotte che in questo momento il Paese vive. Per questo, saremo in piazza il primo luglio.
Redazione del settimanale Carta
martedì 22 giugno 2010
Appello alle redazioni informali
Lettera22, un'associazione di giornalisti nata in Italia nel 1993 agli albori della Rete e che ogni giorno fa del web la sua arena di notizie, invita tutte le forme associative di giornalismo ad aderire a questo appello inviando una mail all'indirizzo reteliberit@gmail.com e a pubblicarlo sulla propria testata. Sarà un modo di contarci e di costruire una rete. L'appello è parte integrante di quello lanciato dalla Fnsi e dalle varie organizzazioni promotrici.
DIRE NO AL DDL ALFANO COL SILENZIO IN RETE
USCIRE DAL SOMMERSO DIFFUSO E DAR MAGGIOR FORZA
ALLA PROTESTA CONTRO
Aderendo all'appello della Fnsi per il 1 luglio, listeremo a lutto i nostri siti e non pubblicheremo nulla il giorno 9 se non le nostre considerazioni sulla legge bavaglio. In questo modo sarà chiaro che anche realtà minori o poco conosciute, alternative e diversificate ma di qualità, sono buona parte della spina dorsale dell'informazione in Italia, dove non esistono solo grandi quotidiani o grandi reti televisive. La minaccia del ddl riguarda tutti e dunque anche chi non lavora in un giornale, non ha una posizione contrattualizzata, non si riconosce nel sindacato o non si sente rappresentato dalla protesta. Chi è meno tutelato di altri ma altrettanto colpito nella sua dignità professionale e nella qualità del suo lavoro
Le adesioni
Lettera22 (www.lettera22.it) - Amisnet (www.amisnet.org) - LiberaTv (www.libera.tv) - NTNN (www.ntnn.info) - SudestAsiatico (www.sudestasiatico.com) - Afgana (www.afgana.org)
LIBERA TV pronta alla diretta web
Mediacoop: aderite e partecipate
lunedì 21 giugno 2010
Velvet aderisce ma critica
Trova inoltre inefficace far coincidere la giornata di lotta con l’approvazione della legge: l’arma dello sciopero andrebbe possibilmente usata per influire sull’opinione pubblica e sulla discussione politica in corso e non quando le decisioni sono state irrimediabilmente prese. Confida che la decisione della Fnsi possa essere rivista anche in relazione al probabile slittamento dell’iter parlamentare.
La redazione di Velvet
venerdì 18 giugno 2010
Il popolo viola aderisce
I gruppi locali - sia italiani che esteri - hanno dato la propria disponibilità, nonostante le evidenti difficoltà che un giorno infrasettimanale pone ed il ridottissimo tempo a disposizione, ad adoperarsi alla riuscita dell’evento.
Il Popolo Viola sta già riarticolando il proprio calendario, al fine di rendere quanto più incisiva la protesta contro una legge in contrasto con i principi di legalità e libertà, che il Popolo Viola difende da sempre.
Per questo il Popolo Viola desidera, in questo momento, essere anche al fianco dei magistrati, il cui lavoro sarà duramente pregiudicato se questa scellerata legge dovesse trovare approvazione, e perciò sarà presente a Palermo con Salvatore Borsellino e le sue Agende Rosse il 17-18-19 luglio.
Il Popolo Viola una volta determinato il calendario dei propri interventi di opposizione all’approvazione della legge, che sarà il risultato di valutazioni tra i vari gruppi locali che lo compongono, lo proporrà a tutte le altre forze e ai soggetti maggiormente colpiti da questa legge, magistrati, giornalisti e bloggers.
Il Popolo Viola esprimerà quanto prima chi dovrà rappresentarlo al tavolo di lavoro generale per l'organizzazione della manifestazione dell'1.7.2010.
Il Popolo Viola
giovedì 17 giugno 2010
CN FNSI: LA LEGGE BAVAGLIO MINACCIA LA QUALITA' DEI GIORNALI
“La cosiddetta legge bavaglio sulle intercettazioni prevede sanzioni amministrative (da 25.800 a 310mila euro) per l’impresa multimediale che viola le norme dell'articolo 684 Cp (pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale). Da tali sanzioni però gli editori - che pure hanno sottolineato, in più di una circostanza, i pericoli derivanti dallo snaturamento di un corretto rapporto tra editore, direttore e redazione - verrebbero risparmiati se dimostrassero di aver adottato nelle loro redazioni un modello organizzativo che implichi il funzionamento di una catena di comando efficace nei controlli dei testi messi in pagina o mandati in onda.
Il CN della Fnsi individua con allarme nella nascita di tali ‘strutture di comando’ un ulteriore, inaccettabile tentativo di rendere ancor più assolutistiche, iper-verticistiche e accentrate le attuali organizzazioni redazionali a tutto danno della qualità del prodotto, della fluidità produttiva, del quotidiano confronto, della libertà di espressione. Appare evidente il sapore intimidatorio e poliziesco di manipoli di redattori organizzati in task force e equipaggiati come una sorta di ‘gruppi armati’ dotati di poteri tali da tenere sotto schiaffo chiunque scriva, racconti o pensi invece di ubbidire in silenzio ai diktat del momento.
Il CN della Fnsi denuncia che l’imposizione di tali norme nulla ha a che fare con la tutela della privacy e ad altro non mira che a consentire agli editori di accentuare fino a limiti parossistici il già ossessivo controllo
Roberto Natale(presidente Fnsi): "Il Ddl intercettazioni impedisce ai cittadini di essere informati"
di Ignazio Dessì
Il ddl Alfano sulle intercettazioni telefoniche, quello che minaccia di imporre un pesante bavaglio ai mezzi di informazione, ha messo sul piede di guerra i giornalisti e le loro organizzazioni, gli editori, i magistrati e le forze dell’ordine. Per il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) Roberto Natale si tratta di “difendere il diritto dei cittadini ad essere informati”, impedendo che si sacrifichino ad interessi particolari di qualcuno prerogative costituzionali poste a garanzia della democrazia.Presidente - per iniziare - lo slittamento a settembre del voto della Camera sul ddl di cui si parla cosa significa? C’entrano in qualche modo le prese di posizione, nella stessa maggioranza, di Fini, che ha posto l'esigenza di "non correre", e Bossi, che ha aperto alla possibilità di modifiche?
“Sono elementi che hanno sicuramente influito e che speriamo spostino a settembre il voto, ma credo abbia pesato soprattutto il lavoro fatto dalla categoria giornalistica e dall’opinione pubblica”.L’Osce (Organizzazione Sicurezza e Cooperazione in Europa) ha ricordato all’Italia che non è legittimo negare la libertà dei media. Che poi è quanto afferma la Corte di Strasburgo per i diritti dell’uomo quando dice: “E’ (sempre) prevalente il diritto del pubblico a essere informato sui procedimenti giudiziari”.
“Esatto. Quella della Osce è una presa di posizione che avvalora la nostra analisi, e quella delle persone più avvedute del nostro Paese che evidenziano come la legge violi assolutamente alcuni diritti fondamentali. Non solo impedisce l’attività giornalistica ma anche il diritto dell’opinione pubblica di essere correttamente e completamente informata. Se si impedisce alle persone di prendere coscienza di determinati fatti di importanza fondamentale, è chiaro che la democrazia denota un grosso vulnus”.Voi parlate di un pesante bavaglio che si vorrebbe mettere ai media, di provvedimento pericoloso per le stesse libertà fondamentali dei cittadini.
“Certo, è un elemento molto forte. Si vorrebbe che su tutte le questioni di carattere giudiziario si mettesse la mordacchia. Non ci sforzeremo mai abbastanza di ricordare che, se ci fosse stato questo ddl, su alcune vicende, come quelle della clinica Santa Rita di Milano o della Parmalat, i cittadini non avrebbero saputo nulla. Con grave nocumento, non solo per il diritto di chi deve fare informazione, ma anche per quello sacrosanto dell’opinione pubblica di sapere. Nei casi citati, da una parte, magari, i cittadini sarebbero andati ancora a farsi mettere dei chiodi usati nelle ossa e, dall’altra, i risparmiatori avrebbero continuato a comprare azioni pericolose. Non avrebbero saputo nulla di quanto stava accadendo se non dopo due o tre anni”.Il governo, però, a fronte di queste obiezioni, tira fuori la questione della privacy, dicendo che è ora di smetterla di spiare tutti i cittadini e rendere pubbliche vicende essenzialmente private.
“Si tratta di un falso problema. Che in alcuni casi si sia violata la privacy è vero, e chi ha sbagliato dovrebbe pagare, testate e giornalisti compresi. A ben vedere, però, i casi di questo tipo si raggruppano nelle dita di una mano. Stiamo parlando di vicende come quelle di Anna Falchi o della massaggiatrice del Salaria Sporting Village di Roma. Ma, ammesso ciò, non si possono mettere sullo stesso piano errori marchiani, che già con l’attuale legislazione potrebbero essere sanzionati, con l’esigenza generale. Per coprire un problema non si deve mettere in moto un meccanismo gigantesco e dispendioso con gravi conseguenze per la democrazia. Non si può tagliare il burro con la sega elettrica”.Il premier Berlusconi ha dichiarato che “siamo tutti spiati” e così “non c’è democrazia”. Ma i dati forniti dai magistrati e dalle società che fanno intercettazioni sembrano lontani da quelli sfoderati dal Cavaliere durante l'assemblea della Confcommercio a Roma. Ovvero 7 milioni e mezzo di persone intercettate (dato ottenuto moltiplicando per 50 i presunti 150mila telefoni sotto controllo) quando gli addetti ai lavori parlano di 25 mila.
“Ci siamo un po’ abituati. Nel senso che lui ama dire queste cose quando si trova in consessi che possono applaudirlo. Questo è il problema, ma a dire il vero è un problema anche per chi lo ascolta. A noi comunque non interessa, a noi interessa il fatto che ciò che dice, in molti casi, non è vero. E’ che vorrebbe piegare tutto ai suoi interessi personali. Insomma, il conflitto di interessi è un problema vero, mentre tutto quello che sta venendo fuori in questo periodo su altri fronti è estremamente inquietante, e inquieta anche l’attuale esecutivo, che, in qualche modo, si vede coinvolto. Tuttavia non ci possiamo fare nulla. Non è che siamo stati noi a regalare case, o a dare soldi a qualcuno. Ci dispiace, ma il premier deve guardare nel suo entourage, cercando di individuare chi ha fatto e chi non ha fatto qualcosa. Non si possono coprire alcuni misfatti creando la condizione per non avere informazione e ledendo un diritto costituzionale".Un tentativo che voi definite pericoloso per la democrazia.
“E’ un tentativo pericolosissimo, fuori luogo, contro cui daremo battaglia fortissima. Per questo stiamo organizzando per il 1 luglio una manifestazione a Roma, ma anche in altri centri del nostro Paese. Per protestare, per mettere in condizione la politica, compresi Fini e lo stesso Berlusconi (che magari potrebbe diventare più malleabile su questa questione), di scongiurare una simile lesione del diritto fondamentale all’informazione. Ma, forse, Berlusconi comincia a pensare già che è una partita perdente, che lo vede in difficoltà”.Del resto si è messo in rilievo che la criminalità brinda, pensando ai limiti che ci si appresta a porre alle intercettazioni e all'informazione: ma, secondo lei, c’è una parte degli italiani che, con la testa condizionata da certi messaggi televisivi, ancora non si rende conto di questo pericolo?
“Senz’altro è così. Per questo siamo ancor più convinti che il ddl è pericoloso. C’è una concomitanza di interessi che portano a ledere diritti di rango costituzionale come quello dei giornalisti di diffondere le notizie e dei cittadini di conoscerle. Ma ci sono anche magistrati e poliziotti, da noi incontrati in varie assemblee, che esprimono un profondo disagio. E di questo il governo deve tener conto. A meno che non si voglia sostenere che anche i poliziotti siano diventati pericolosi comunisti, come ama far credere il presidente del Consiglio. La verità è che il disegno di legge crea forti preoccupazioni anche in questi strati della società. Non solo viola il diritto d’informazione ma, limitandone gli strumenti, mina anche l’efficienza delle forze dell’ordine nel colpire la grande e piccola criminalità. E se un governo, che fa in campagna elettorale della sicurezza un punto fondamentale, si ritrova contro magistrati, polizia e funzionari, qualcosa non quadra”.C’è chi dice che focalizzare troppa attenzione sul ddl intercettazioni crea una cortina fumogena comoda per coprire il passaggio di altri provvedimenti pesanti per i cittadini come quelli contenuti nella manovra finanziaria. Cosa ne pensa?
“Forse non è il caso di abbandonarsi sempre alla dietrologia: affrontiamo le cose per quello che sono. La manovra è una cosa, il ddl intercettazioni risponde probabilmente ad altre esigenze dell’esecutivo. Basti pensare che, se dovessero andare avanti tutte le indagini giudiziarie, e venissero ovviamente fuori altri fatti, ci sarebbe il pericolo per il governo di essere travolto”.Un’ultima cosa. Molti, nella maggioranza, fanno presente che questo decreto somiglia molto a quello Mastella del governo Prodi. Che ne dice?
“Ricordo soltanto che, contro Mastella, abbiamo fatto uno sciopero. Noi non seguiamo le indicazioni di un centrosinistra contro un centrodestra. Ognuno di noi pensa quello che vuole, da un punto di vista politico. Ma, come organizzazione, abbiamo preso posizione, anche allora, contro quel disegno di legge. Nessuno può dire che ce l’abbiamo contro il governo Berlusconi: noi ce l’abbiamo contro le cose che mettono a rischio la libertà di informazione”.Appuntamento a luglio, allora?
“Sì, appuntamento al 1 luglio, quando scenderemo in piazza contro tagli e bavagli, e al 9 luglio, quando sciopereranno tutti i mezzi d’informazione”.
17 giugno 2010
Roma e mille piazze per la libertà d'informazione
E’ una delle decisioni prese dalla Fnsi e dal cartello di associazioni che si è riunito nella sede del sindacato dei giornalisti: molte già attive nell’organizzare l’appuntamento del 3 ottobre scorso, insieme ad altre che in questi mesi hanno promosso nuove mobilitazioni contro la logica della censura. Le manifestazioni del primo luglio avranno come filo conduttore la denuncia di ‘tagli e bavagli’: gli interventi del governo per censurare il diritto di cronaca col ddl intercettazioni e per punire la cultura italiana con la restrizione dei fondi per musica, cinema, teatro, danza; il rischio di sparizione di giornali ed emittenti colpiti dalla drastica e indiscriminata riduzione del finanziamento pubblico; il concreto pericolo che drammatiche vicende come quelle di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi possano in futuro rimanere a lungo ignote all’opinione pubblica; la perdurante difficoltà del mondo del lavoro ad ottenere l’attenzione dei media e a veder rappresentati gli effetti della crisi.
Nel calendario discusso da Fnsi e associazioni molto rilievo ha avuto anche l’iniziativa a livello europeo. E’ stata confermata la decisione di presentare, qualora il ddl Alfano fosse approvato, un esposto alla Corte per i diritti umani di Strasburgo, con la firma delle diverse organizzazioni e con il sostegno dei cittadini che vorranno sottoscriverlo sui siti delle varie associazioni. A questo atto potrebbe far seguito l’avvio di una campagna europea per una legge di iniziativa popolare – secondo la procedura prevista dal Trattato di Lisbona – a difesa dell’autonomia dell’informazione. Le associazioni torneranno a riunirsi nei prossimi giorni, per definire l’organizzazione della manifestazione romana. Già è prevista intanto, per la stessa data del primo luglio, una ‘notte bianca’ della Fnsi, dell’Associazione di Stampa dell’Emilia-Romagna, dell’Anpi e dell’amministrazione cittadina a Conselice, il comune del Ravennate dove c’è l’unico monumento italiano alla libertà di stampa”.
mercoledì 16 giugno 2010
Siddi: obbedienza a un dovere civile
martedì 15 giugno 2010
MONDIALI: USIGRAI, INNO MAMELI CONTRO DDL INTERCETTAZIONI
Autonomia e solidarietà e Giornalisti Uniti: "E' ora di farla finita con le mistificazioni"
sabato 12 giugno 2010
10 giugno 2010. Siddi ai CDR: "Informare sul pericolo che si corre"
martedì 8 giugno 2010
8.6.2010. Presidio con il sindacato di polizia Silp di fronte al Senato
8.6.2010. Siddi (segretario Fnsi) parla al presidio di fronte al Senato
8.6.2010. Presidio con il sindacato di polizia Silp di fronte al Senato
Intercettazioni e diritto di cronaca: no dei Cdr al “silenzio di Stato”. Pronta la resistenza civile
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La norma inoltre impedisce, di fatto, alla magistratura di svolgere efficaci indagini contro la criminalità.
I giornalisti italiani sono pronti alla resistenza civile e non accetteranno mai di sottostare a una legge che limita il diritto dei cittadini ad essere informati e il loro diritto-dovere di informarli.
I cittadini sappiano comunque fin d’ora che i giornalisti faranno ogni sforzo affinché loro possano continuare a conoscere tutte le notizie.
Così come hanno fatto i direttori dei quotidiani italiani e il mondo delle associazioni, i comitati e i fiduciari di redazione danno pieno sostegno alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana e assicurano l’adesione a tutte le forme di lotta che
La libera informazione è la più pura espressione della democrazia, nessuno pensi di poterla bloccare con una legge che impone il silenzio di Stato”.______________________________