martedì 29 giugno 2010

INTERCETTAZIONI: FNSI, OCCORRE UDIENZA FILTRO

(ANSA) - ROMA, 29 GIU - ''Occorre eliminare il divieto assoluto di pubblicare per riassunto le intercettazioni messe in deposito a disposizione dell'indagato, prima dell'udienza preliminare''. Nel corso dell'audizione in Commissione giustizia della Camera il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, e il presidente Roberto Natale, hanno ribadito la loro contrarietà al ddl sulle intercettazioni proponendo la celebrazione di ''un'udienza filtro'' che scremi le intercettazioni utili ai fini delle indagini da quelle che invece non hanno rilevanza.
Si potrebbe superare il divieto - hanno spiegato Siddi e Natale - ''attraverso la celebrazione di un'udienza filtro, nel corso della quale il gip individua, d'intesa con il pm e il legale dell'indagato, le intercettazioni che non risultano utili ai fini delle indagini. Queste verranno poste in un archivio riservato, al quale le parti potranno accedere, previa autorizzazione''.
Per le udienze che invece richiedono tempi più rapidi, non potendo quindi attendere la celebrazione dell'udienza filtro, ''il pm e il gip potrebbero citare nell'ordinanza solo le intercettazioni certamente rilevanti ai fini delle indagini, fissando per il deposito delle altre l'udienza filtro entro un termine ragionevole. Le intercettazioni depositate - hanno detto - potranno così essere diffuse, al pari degli altri atti d'indagine''.
La Fnsi ha espresso perplessità sulla facoltà di pubblicare solo per riassunto gli atti delle indagini, in quanto cio' potrebbe portare ''a conseguenze negative anche per gli interessati, lasciando spazio a scelte e sintesi opinabili''.
Il sindacato dei giornalisti ha chiesto infine l'eliminazione della pena amministrativa per gli editori. ''Il giornalista - si legge nel documento presentato in Commissione - ha il dovere prima ancora che il diritto di far circolare liberamente le informazioni di cui abbia conoscenza se rilevanti per la formazione della pubblica opinione. Un diritto garantito dall'art. 10 della Convenzione europea per i diritti dell'uomo''. (ANSA).

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