mercoledì 30 giugno 2010

1 LUGLIO: ASSOCIAZIONE GIORNALISTI SCUOLA DI PERUGIA, SUL SITO LE “NOTIZIE SCOMPARSE”

“Tutte le notizie che meritano di essere pubblicate” è da sempre il motto ma anche la filosofia di uno dei più grandi quotidiani statunitensi, il New York Times. Una frase che si studia nelle università e nelle scuole dove si insegna il giornalismo e la comunicazione.
Siamo convinti che negli ultimi anni il giornalismo abbia ecceduto in direzioni sbagliate, a volte puntando maggiormente su argomenti pruriginosi e alla curiosità più voyeuristica, piuttosto che sui fatti. Quegli stessi fatti, però, che oggi diventerebbe ancora più difficile raccontare, se passasse il ddl Alfano sulle intercettazioni, nella sua formulazione attuale.
Per questo domani, aderendo alla manifestazione indetta dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Associazione Giornalisti Scuola di Perugia pubblicherà sul proprio sito, www.associazionegiornalisti.it, tutte le notizie della giornata che sarebbero destinate a sparire, qualora si volesse proseguire sulla strada intrapresa dal provvedimento.
Il nostro lavoro, infatti, è cercare e riferire quelle notizie che i lettori, gli ascoltatori, i telespettatori meritano di conoscere. Sarà compito loro giudicare la buona o cattiva riuscita dell’impresa.
Chi si occupa di cronaca - e in particolare di giudiziaria – sa quante difficoltà e quanta fatica costa il proprio lavoro, se fatto con passione e dedizione. Vorremmo continuare a farlo, con le giuste regole, ma anche senza paura e con la schiena dritta.
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Legge Bavaglio, presidio a Trieste

Giovedì primo luglio alle 18, in piazza Unità, a Trieste, l'Assostampa Fvg organizza un presidio con volantinaggio contro la Legge Bavaglio in discussione alla Camera. Il presidio triestino si svolge in concomitanza con la manifestazione nazionale di Roma, in piazza Navona, e con altre analoghe iniziative organizzate in varie città italiane, fra cui la "notte bianca" a Conselice, in provincia di Ravenna, accanto all'unico monumento italiano alla libertà di stampa. Una serie di iniziative nel segno della Costituzione, per dar voce ai soggetti e ai temi che verrebbero oscurati se passasse un provvedimento che colpisce al tempo stesso il lavoro dei giornalisti e il diritto dei cittadini di conoscere le vicende del Paese. Se fosse già stata in vigore la Legge Bavaglio, gli italiani non avrebbero saputo nulla dei tanti scandali che purtroppo hanno riempito in questi anni le pagine dei nostri giornali. I governi, quasi tutti i governi, non amano i poteri di controllo. E l'informazione, se correttamente intesa ed esercitata, è un potere di controllo fondamentale. Tre anni fa i giornalisti italiani hanno scioperato contro il ddl Mastella (all'epoca con il centrosinistra), che in fondo non era molto diverso dal ddl Alfano e che comunque fu bloccato. Oggi dobbiamo evitare che diventi legge dello Stato un ddl ancor peggiore che, con l'alibi di tutelare la privacy, vuole mettere il bavaglio alla libera informazione nel nostro Paese.

L’ANPI aderisce alla manifestazione dell’1 luglio a Roma

E’ ora di denunciare unitariamente, con forza, l’atteggiamento del Governo che, mentre da una parte proclama la volontà di perseguire la corruzione attribuendosi oltretutto meriti – che sono invece tutti della magistratura e delle forze dell’ordine – nella lotta alla criminalità organizzata, dall’altra priva gli operatori della giustizia di indispensabili mezzi di indagine, ponendo, allo stesso tempo, inedite e assurde limitazioni al diritto-dovere della stampa di fare libera informazione e del cittadino di riceverla come espressamente sancito dall’art. 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Diciamo tutti insieme un no forte, responsabile, massiccio a chi intende cancellare la democrazia dal Paese.
PRESIDENZA E SEGRETERIA NAZIONALI ANPI

Mobilitiamoci per la legalità

CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO DEL GOVERNO BERLUSCONI
Giovedì 1 luglio alle ore 19,30 in Piazza Principe di Piemonte a Grottaglie, il Partito Democratico tiene un'assemblea pubblica per discutere del decreto intercettazioni, meglio conosciuto come Legge Bavaglio, un disegno liberticida che mira a rendere impossibile il lavoro di magistrati e giornalisti.
Questo provvedimento scellerato, discusso in un momento di grave crisi per il Paese che necessiterebbe di ben altri interventi, segnala ancora una volta la pesante emergenza democratica che il popolo italiano sta affrontando e la totale inadeguatezza del governo Berlusconi ad offrire risposte concrete ai problemi reali dei cittadini.
L'incontro è coordinato da Antonio Maglie, avvocato e membro della Segreteria del Pd di Grottaglie, intervengono l'avvocato penalista Pasquale Annicchiarico, il giornalista e vice presidente dell'Asso Stampa Puglia Mimmo Mazza e Martino Rosati, magistrato e componente della giunta distrettuale Anm.
Le conclusioni sono affidate ad Alberto Maritati, Senatore del Pd e vice presidente della Commissione Giustizia al Senato.

I REPUBBLICANI ALLA NOTTE BIANCA PER LA LIBERTÀ DI STAMPA

Le bandiere dell'Edera sventolano in difesa della pluralità d'informazione. Dopo la manifestazione del 3 ottobre 2009 in piazza del Popolo a Roma, la Federazione provinciale del PRI di Ravenna rappresentata dal segretario provinciale Fabio Bocchini e dall’assessore provinciale Eugenio Fusignani , accompagnata dai ragazzi della FGR: Antonio Pugliese , segretario comunale, Alberto Ridolfi segretario regionale e Claudio Ossani segretario comunale Pri di Faenza parteciperanno alla Notte Bianca di Conselice in programma giovedì 1 luglio. Le nostre bandiere esprimeranno idee e sentimenti di tanti Repubblicani della Romagna e non solo, e di tutti quei cittadini laici, liberali e democratici preoccupati per lo spregiudicato esercizio del potere di Silvio Berlusconi e del suo governo.

A sostegno della battaglia per cambiare presupposti e contenuti della legge sulle intercettazioni, già approvata al Senato (il cosiddetto bavaglio), la manifestazione di Conselice è stata organizzata dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi), il sindacato unitario di tutti i giornalisti, proprio nella piazza dove sorge l'unico monumento in Italia dedicato alla libertà di stampa. Il Partito Repubblicano della provincia di Ravenna aderisce sottolineando come le pressioni che oggi incombono sulla pluralità d’informazione non hanno precedenti nemmeno nel governo Berlusconi 2001-2006.
Oltre alle continue e sconsiderate affermazioni del presidente del Consiglio su giornali e giornalisti del nostro Paese, i Repubblicani condannano nel metodo e nel merito il tentativo del Governo di limitare il diritto di cronaca, e non si rassegnano nemmeno per un attimo a palinsesti tv che impongono ogni giorno autentiche passerelle e vetrine senza contraddittorio del Berlusconi pensiero, o a telegiornali delle reti di Stato che promuovono a «vincitore morale» Marcello Dell'Utri dopo una condanna a 7 anni di carcere perché dagli anni Settanta al 1992 intrattenne rapporti con boss mafiosi.
Nel metodo la condanna del PRI di Ravenna è riassunta dalle parole della giornalista Milena Gabanelli: «Invece che portare fuori il Paese da questo pantano, è da settimane che in Parlamento sono tutti impegnati a stabilire che cosa i cittadini potranno sapere e cosa no». Nel merito la nostra totale contrarietà riguarda i limiti imposti agli investigatori nelle intercettazioni ambientali, la censura ai giornalisti e la minaccia del carcere in caso di diffusione di materiali riguardanti un'inchiesta prima dell'inizio del processo, l'obbligo in caso di intercettazione di un sacerdote o di un vescovo di avvertire preventivamente le autorità ecclesiastiche della diocesi o della segreteria vaticana, la volontà di bloccare i processi in corso sul malaffare nell'assegnazione degli appalti per le grandi opere.
Per battere un disegno di legge che difende la corruzione e minaccia di punire in via preventiva i giornalisti, attaccando così le libertà di pensiero, stampa e parola, diritti fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione, il Partito Repubblicano Italiano e la Federazione Giovanile Repubblicana della provincia di Ravenna parteciperanno con le loro bandiere alla Notte Bianca di Conselice.

DJV unterstützt Protest gegen Mediengesetz in Italien

Berlin, 29.06.2010 – Der Deutsche Journalisten-Verband hat gegen das geplante Mediengesetz in Italien protestiert, das die Berichterstattung über laufende Strafverfahren verbieten will. „Ein so fundamentaler Eingriff in die Pressefreiheit ist in Europa nicht hinnehmbar“, kritisierte DJV-Bundesvorsitzender Michael Konken. Der DJV hat sich deshalb mit den Kritikern an der Medienpolitik des italienischen Premierministers Silvio Berlusconi solidarisch erklärt. Konken: „Wir unterstützen die für den 1. Juli geplante Demonstration von Journalisten und Bürgerrechtsorganisationen in Rom und wünschen unseren italienischen Kollegen viel Erfolg.“ Gemeinsam mit anderen Organisationen hat der italienische Journalisten-Verband FNSI für den 1. Juli zu einem Anti-Berlusconi-Protest in Rom aufgerufen, um für die Medienfreiheit in Italien zu demonstrieren. Hintergrund sind die zahlreichen Versuche des Regierungschefs, kritische Berichterstattung zu unterdrücken. „Die ständigen Versuche Berlusconis, Presse und Rundfunk gefügig zu machen, sind mit den Grundprinzipien von Demokratie und Meinungsfreiheit in Europa nicht vereinbar“, kritisierte Konken.
Der DJV-Vorsitzende erinnerte in dem Zusammenhang an den DJV-Preis der Pressefreiheit, der 2009 an den italienischen Journalisten Marco Travaglio für dessen mutiges Engagement gegen die Versuche der Einflussnahme Berlusconis auf die Medien ging. „Die europäische Öffentlichkeit darf nicht über das hinwegsehen, was sich in Italien gegen mutige und kritische Journalisten tut.“

MARATONA SUL WEB "A RETE UNIFICATA" PER LA LIBERTÀ DI INFORMAZIONE

martedì 29 giugno 2010

INTERCETTAZIONI: FNSI, OCCORRE UDIENZA FILTRO

(ANSA) - ROMA, 29 GIU - ''Occorre eliminare il divieto assoluto di pubblicare per riassunto le intercettazioni messe in deposito a disposizione dell'indagato, prima dell'udienza preliminare''. Nel corso dell'audizione in Commissione giustizia della Camera il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, e il presidente Roberto Natale, hanno ribadito la loro contrarietà al ddl sulle intercettazioni proponendo la celebrazione di ''un'udienza filtro'' che scremi le intercettazioni utili ai fini delle indagini da quelle che invece non hanno rilevanza.
Si potrebbe superare il divieto - hanno spiegato Siddi e Natale - ''attraverso la celebrazione di un'udienza filtro, nel corso della quale il gip individua, d'intesa con il pm e il legale dell'indagato, le intercettazioni che non risultano utili ai fini delle indagini. Queste verranno poste in un archivio riservato, al quale le parti potranno accedere, previa autorizzazione''.
Per le udienze che invece richiedono tempi più rapidi, non potendo quindi attendere la celebrazione dell'udienza filtro, ''il pm e il gip potrebbero citare nell'ordinanza solo le intercettazioni certamente rilevanti ai fini delle indagini, fissando per il deposito delle altre l'udienza filtro entro un termine ragionevole. Le intercettazioni depositate - hanno detto - potranno così essere diffuse, al pari degli altri atti d'indagine''.
La Fnsi ha espresso perplessità sulla facoltà di pubblicare solo per riassunto gli atti delle indagini, in quanto cio' potrebbe portare ''a conseguenze negative anche per gli interessati, lasciando spazio a scelte e sintesi opinabili''.
Il sindacato dei giornalisti ha chiesto infine l'eliminazione della pena amministrativa per gli editori. ''Il giornalista - si legge nel documento presentato in Commissione - ha il dovere prima ancora che il diritto di far circolare liberamente le informazioni di cui abbia conoscenza se rilevanti per la formazione della pubblica opinione. Un diritto garantito dall'art. 10 della Convenzione europea per i diritti dell'uomo''. (ANSA).

LIRIO ABBATE “SONO VIVO GRAZIE AD UN’INTERCETTAZIONE”

“Impedire le intercettazioni per le indagini sulla criminalità organizzata può mettere a rischio molte vite umane”. Lo afferma Lirio Abbate giornalista dell’Espresso intervistato dal Coordinamento 1° Luglio costituito in occasione della manifestazione contro la legge bavaglio, su iniziativa di Articolo21 Associazione 5/12, Lettera 22, Reporter senza Rete. “Imbavagliare oggi i giornalisti – afferma Abbate- con una legge ad hoc che impedisce la pubblicazione di intercettazioni con le notizie su indagini avviate dalle Procure è qualcosa di antidemocratico e anticostituzionale, può impedire di salvare molte vite umane. La mia è stata una di queste”. Lirio Abbate, fu minacciato di morte dalla mafia e fu sventato un attentato che era stato preparato davanti alla sua abitazione a Palermo. “Vengo da una terra dove – prosegue Abbate- negli ultimi trentacinque anni sono stati assassinati nove giornalisti, uccisi dalla mafia perché lottavano per la libertà di informazione, quella che oggi viene impedita.” L'integrale dell'intervista sui siti delle associazioni del coordinamento www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it


per informazioni: 392 5082277

CGIL in piazza il 1 luglio contro la Legge Bavaglio

L'ADESIONE DI SHUKRI SAID, DELL’ASSOCIAZIONE MIGRARE E FONDATRICE DEL PORTALE DI INFORMAZIONE MIGRARE.EU

Shukri Said: “tante indagini giudiziarie sono scaturite da inchieste giornalistiche. Così come i reati legati alla tratta degli essere umani, i rifiuti tossici e al fenomeno della criminalità organizzata legato al mondo ormai globalizzato. Il Ddl intercettazioni è un duro colpo alle indagini”.

L’informazione è fondamentale per la giustizia e per la legalità perché sappiamo che tante indagini giudiziarie sono scaturite da inchieste giornalistiche. Così come i reati legati alla tratta degli essere umani, i rifiuti tossici e al fenomeno della criminalità organizzata legato al mondo ormai globalizzato. Tutto questo si può combattere attraverso una libera informazione, aperta e a portata di mano dei cittadini. Non dimentichiamo il caso di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin di cui ancora non si conosce la verità, ma dal quale, attraverso le inchieste de L’Espresso e altre testate sta emergendo il grave fenomeno dei rifiuti tossici radioattivi nelle coste somale. Non solo, in Italia, grazie alla libera informazione e con l’azione della magistratura è stato possibile ripristinare alcuni diritti degli immigrati, e siamo venuti a conoscenza di cose importanti che senza la libera informazione non avremmo saputo. Noi riteniamo che la legge bavaglio sia un errore perché limitare l’informazione è l’anticamera di un potere dittatoriale che a noi non piace. Vorrei ricordare che io sono nata in un paese dove la libertà di stampa non era garantita e i giornalisti ritenuti dei soggetti sui quali vigilare. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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Domenico d’Amati: “Questa legge è un gravissimo attentato alla libertà di informazione"

Domenico d’Amati: “Questa legge è un gravissimo attentato alla libertà di informazione che in base alla nostra Costituzione è assoluta, nel senso che prevede, soltanto il limite per pudore”

Questa legge è un gravissimo attentato alla libertà di informazione che in base alla nostra Costituzione è assoluta, nel senso che prevede, soltanto il limite per pudore.
Quindi non esistono altri limiti. La giurisprudenza ha costruito alcune limitazioni a tutela dei diritti individuali, però sono eccezioni: la regola è che la libertà di informazione prevale su tutto.
Quindi che si parli di una legge che vieta di pubblicare determinate notizie, è una vera e propria eresia.
Questa legge poi oltretutto ha un contenuto prevalentemente intimidatorio, cioè si lancia un messaggio ai giornalisti e agli editori: non disturbate il manovratore.
Io penso che tuttavia i calcoli di questi legislatori - apprendisti stregoni siano anche sbagliati, perché finchè si pubblicheranno notizie vere e di interesse generale nessuno potrà sanzionare questa pubblicazione, né penalmente né civilmente. Perché finchè non si cambia l’articolo 21 della Costituzione questo non si potrà fare.
Per questo i giornalisti e gli editori devono prepararsi a resistere. Se vi saranno iniziative giudiziarie in base a questa legge nei loro confronti , ci si potrà difendere e ci si dovrà difendere fino all’ ultimo, e io penso anche con probabilità di successo.
A parte poi la possibilità di ricorso a Corti internazionali che sono anch’esse molto preoccupate di tutelare la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero.
Quindi è bene che si protesti, soprattutto per reagire a questo tentativo di intimidazione.
E’ bene che costoro sappiano che i giornalisti e gli editori e in genere i cittadini italiani non vogliono nemmeno sentire parlare di leggi di questo tipo, che sono degne di regimi ben diversi del passato e del presente, ma non di un paese democratico. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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Trio Medusa “E’ una legge sbagliata"

Trio Medusa “E’ una legge sbagliata che per evitare dei problemi sulla privacy fa sì che tutto un sistema legato alle intercettazioni, alle pubblicazioni e al diritto di cronaca venga penalizzato se non addirittura annullato.”

Anche noi naturalmente aderiamo alla manifestazione. Siamo qui per testimoniare il nostro “no” a questa legge bavaglio. E’ una legge sbagliata che per evitare dei problemi sulla privacy fa sì che tutto un sistema legato alle intercettazioni, alle pubblicazioni e al diritto di cronaca venga penalizzato se non addirittura annullato.
Come spesso capita, basterebbe far applicare le leggi già vigenti per poter garantire la privacy. Il mezzo più semplice da utilizzare adesso è di rendere tutto più coercitivo, soprattutto per chi esercita la professione del giornalista. Ma anche per chi, come noi, cerca di far divertire le persone: qualora fosse messo il bavaglio alla possibilità di intercettare mafiosi o presunti tali, sarebbe un grave problema per chiunque tiene sia al diritto all’informazione ma soprattutto al diritto di vivere liberamente in questa Nazione.
Mi raccomando partecipate, dite forte il vostro “no” perché ne va di un altro pezzetto della nostra democrazia che pian piano viene erosa da questi piccoli meccanismi che, alla fine, non ci sembra rientrino nelle priorità.
Se andiamo in giro nei mercati o anche nei supermercati non ci sembra di sentire la gente particolarmente preoccupata per la propria privacy.
Uno degli ultimi diritti dei cittadini italiani è sapere cosa accade e le intercettazioni lo permettono. E’ uno dei pochi strumenti che ci permette di capire determinati rapporti fra i centri di potere, i centri economici e i centri politici. Per cui assolutamente no alla legge bavaglio.
Anzi ci portiamo già avanti col lavoro, “no” anche alla legalizzazione della mafia. Perché magari tra un po’ verrà fuori anche un progetto di legge a suo favore. Non vogliamo sentire che è solo un’associazione di amici. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it

ILARIA CUCCHI, “CON DDL IL NOSTRO CASO ARCHIVIATO”

“Se il 22 ottobre fosse stata in vigore questa legge, non avremmo potuto far vedere le foto di mio fratello. Se questa legge verrà approvata così come è e se la stessa cosa che è capitata a noi dovesse capitare ad altre famiglie, quelle famiglie non avranno modo di far vedere gli atti. Se ci fosse stato impedito di divulgare le foto del corpo martoriato di mio fratello la nostra vicenda sarebbe stata archiviata immediatamente”.
Lo ha dichiarato Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi, in una intervista rilasciata al coordinamento 1° Luglio costituito in occasione della manifestazione contro il bavaglio all’informazione, su iniziativa di Articolo 21, Associazione 5/12, Lettera 22 e Reporter Senza Rete. Furono proprio le foto diffuse dalla famiglia a rivelare sul suo corpo segni evidenti di percosse e a dare il via alle indagini.

“Prima non mi rendevo conto di quanto fosse diffusa questa realtà – ha sottolineato Ilaria Cucchi - è qualcosa che può capitare a chiunque. e l'unica arma che abbiamo è parlarne: il ruolo dei mezzi d'informazione è stato fondamentale nella mostra vicenda.” L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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SALVATORE BORSELLINO, “DDL VERGOGNOSO E ANTILIBERTARIO”

“Il ddl intercettazioni è assolutamente antilibertario: da un lato imbavaglia la stampa, dall’altro toglie alla magistratura uno strumento fondamentale per condurre le proprie indagini”.Lo ha dichiarato Salvatore Borsellino al Coordinamento 1 luglio, costituito in occasione della manifestazione contro il bavaglio all’informazione per iniziativa di Articolo 21, Lettera 22, Associazione 5/12 e Reporter senza Rete. Borsellino, fratello del giudice Paolo e fondatore del movimento Agende rosse, nato per fare luce proprio sulle circostanze della morte di Paolo e sulla stagione stragista del ’92- ’93, ha poi proseguito: “Questo ddl è l’ennesima dimostrazione di un disegno più ampio mirato a togliere tutte le armi ai magistrati: ne è un sintomo il fatto che sia stata negata la protezione al collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza. Per questo aderiamo in pieno alla manifestazione indetta dalla FNSI il 1 luglio contro questo vergognoso decreto”. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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Pietro Marongiu: “Come cassaintegrati, la nostra voce continuiamo a farla sentire attraverso internet"

Sono Pietro Marongiu, sono un operaio Vinyls cassaintegrato, che per protesta contro Eni e governo, che hanno deciso di chiudere le nostre produzioni, ha occupato l’isola dell’Asinara.
Sia la stampa sia i magistrati sono persone che possono influenzare l’opinione pubblica, che informano esattamente gli italiani su quello che sta succedendo in questo paese.
Secondo loro vanno imbavagliati, perché loro preferiscono dire alle persone attraverso le loro televisioni che tutto funziona bene, che tutta l’Italia è una telenovela di quelle a lieto fine. No, non è vero. Ormai i ragazzi pensano solo che il loro futuro sia da velina o da tronista.
Questo è il messaggio che fa passare questo governo: è sbagliato.
Il futuro nostro è sempre stato il lavoro.
Questo governo parlava di libertà, ma come si può essere liberi senza lavoro?
Noi ci si ribella, naturalmente. Dal canto nostro, come cassaintegrati, la nostra voce continuiamo a farla sentire attraverso internet: vediamo se riescono ad imbavagliare anche quella. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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Lorenzo Diana: “C’è bisogno di maggiore libertà di azione contro la criminalità; non si può invece ridurre lo spazio di aggressione della magistratura

Lorenzo Diana (Fondazione Caponnetto). Dico no alla legge sulle intercettazioni, alla luce della mia esperienza di vita in un territorio come quello della camorra casertana, nota come Clan dei casalesi.
E’ la mia esperienza di vita che mi porta a dire che sarebbe un gravissimo errore andare avanti sulle intercettazioni in tal modo.
Come si possono escludere le intercettazioni per reati come estorsioni, usura, traffico di rifiuti, proprio qui, nella terra delle ecomafie, che hanno inquinato e avvelenato tutto il territorio.
C’è bisogno di maggiore libertà di azione contro la criminalità; non si può invece ridurre lo spazio di aggressione della magistratura e delle forze dell’ ordine contro la criminalità.
E il secondo motivo: c’è bisogno della libertà di informare e del diritto di essere informati.
Come si può pensare di vietare la pubblicazione di intercettazioni già contenute nelle ordinanze pubbliche di custodia cautelare? Come si può pensare di non far sapere ciò che accade?
C’è forse la volontà di nascondere il livello di corruzione e di criminalità presente nella società?
Mi auguro che non passi questa legge. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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Giovanna Maggiani Chelli: “Intercettazioni? Se ne faccia un uso giusto sui giornali e ovunque, ma comunque devono rimanere così come sono”

L'ADESIONE DI GIOVANNA MAGGIANI CHELLI PORTAVOCE DELL'ASSOCIAZIONE TRA I FAMILIARI DELLE VITTIME DELLA STRAGE DI VIA DEI GEORGOFILI
Per quanto riguarda la legge sulle intercettazioni, da sempre combattiamo cambiamenti all’interno di questa norma. Siamo sicuri che così com’è va bene; è stata vincente per condannare la mafia fino alla Cassazione, proprio grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche, e ai controlli dei tabulati telefonici. Quindi vorremmo più che mai che ancora funzionasse così, adesso che si va verso la ricerca dei mandanti esteri a Cosa nostra , i quali non crediamo affatto non si siano parlati con quei loro presunti telefonini sicuri o in quei loro presunti ambienti sicuri, che non si sia potuto registrare qualcosa che riguarda la verità sulle stragi del ’93… Quindi ecco che diremo sempre su un no all’abolizione delle intercettazioni telefoniche, ci mancherebbe altro… se ne faccia un uso giusto sui giornali e ovunque, ma comunque devono rimanere così come sono. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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PATRIZIA ALDROVANDI: "Se il ddl intercettazioni fosse stata in vigore il caso di mio figlio sarebbe stato archiviato" – VERSO PIAZZA NAVONA

Signora Aldovrandi aderisce alla manifestazione del primo luglio contro il Ddl Alfano, la cosiddetta legge bavaglio?
Aderisco, penso che sia fondamentale, inderogabile, che la Federazione della Stampa così come la gente comune aderisca a questa richiesta, perché è una esigenza di tutti; secondo me si stanno minando i diritti di chi trova voce solo attraverso la stampa… questo è il mio caso.

Proprio questo è l’aspetto che ci interessa sottolineare; nel caso fosse stata già in vigore la legge sulle intercettazioni il suo caso non sarebbe mai venuto fuori…
Esattamente. Penso che le persone come me, cioè i comuni cittadini, non avrebbero potuto dire la propria verità, né tantomeno, cosa più importante, il resto dell’Italia avrebbe mai potuto sapere cosa era veramente successo. Questo è stato possibile grazie alla stampa… in molte forme, dalla carta stampata alle televisioni, a internet. Solo grazie a questo abbiamo potuto sollevare la richiesta di verità e anche di giustizia che insieme con noi ha chiesto tanta gente. Con questo siamo arrivati ad un processo che altrimenti, come ci avevano già detto, stava per essere archiviato senza alcuna indagine perche tutto si basava sulle dichiarazioni dei poliziotti. Come se avessero più diritti di altri di dire la loro rispetto al resto della gente. Credo che l’unica difesa, l’unica possibilità che abbiamo, è quella di far sentire la nostra voce attraverso la stampa. L’integrale su www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it
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STEFANIA PEZZOPANE : “Abbiamo vissuto in diretta, ogni giorno, quello che può essere un’ informazione deformata, per questo dico no al Ddl intercettaz

Aderisco alla manifestazione del primo luglio in maniera molto convinta. Penso infatti che in questo paese abbiamo bisogno di verità e di giustizia e non di occultare la verità e la giustizia.
Penso che la vicenda che ho vissuto in prima persona, da terremotata, da colpita nei miei affetti più cari e da responsabile di un’ istituzione importante, mi induca ancor di più a spingere affinchè questa legge non venga approvata e ad aderire ad ogni mobilitazione che sia finalizzata ad impedire questo misfatto.
Abbiamo vissuto in diretta, ogni giorno, quello che può essere un’ informazione deformata.
E anche la vicenda delle intercettazioni che ha riguardato il terremoto dell'Aquila è stata una vicenda importante. Sarebbe stato grave non poter sapere che c’era gente che rideva di noi alle 3 e 32, pensando già a come lucrare sugli affari del terremoto.
E’ uno dei tanti motivi per cui penso che questa legge non debba essere approvata, e che invece debbano essere garantite nel nostro paese le libertà, tutte le libertà, ivi compresa quella di informare.
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LaCittà di Cinisello: Grazie per quello che fate

Sono Katia Giannotta, il direttore responsabile del quindicinale LaCittà di Cinisello Balsamo che esiste dal 1978 e viene distribuito in 32mila copie e gratuitamente a tutti i cittadini. Vi invio, cortesemente, la copertina dell'ultimo numero del giornale, uscita lo scorso 23 giugno, in protesta alla legge bavaglio. Abbiamo messo anche il vostro logo e saremo presenti alla manifestazione di Milano in piazzale Cordusio alle 18.30.
Vi scrivo anche il link del nostro sito: http://www.lacitta-giornale-cinisello.it/.

Grazie per tutto quello che fate! Il Direttore e la redazione de LaCittà

A BARI L'ASSOSTAMPA DAL PREFETTO

In occasione della Giornata di mobilitazione nazionale contro il ddl Alfano, indetta per il primo luglio dalla Fnsi, l'assemblea generale dell'Associazione della Stampa di Puglia si riunirà alle 10.30 nella sede in strada Palazzo di Città 5, a Bari. Si discuterà dei punti controversi del ddl e delle proposte di modifica. Durante l'assemblea sarà presentata anche la Giornata nazionale del silenzio dell'informazione, proclamata per il 9 luglio. La posizione dei giornalisti pugliesi sarà riassunta in un documento da approvare in assemblea. Alle 12.30 i giornalisti si trasferiranno nella sala consiliare del Comune di Bari, dove è in programma un'iniziativa pubblica con il sindaco Michele Emiliano, nel corso della quale saranno presentati i risultati della raccolta di firme contro la cosiddetta "legge bavaglio", promossa dall'amministrazione comunale del capoluogo pugliese. Al termine della manifestazione, una delegazione dell'Associazione della Stampa di Puglia si recherà dal prefetto per consegnargli il documento approvato in assemblea, affinché lo trasmetta al governo

VERSO PIAZZA NAVONA, CONTRO TAGLI E BAVAGLI : PG ANTONIO INGROIA: “DDL ALFANO DISARMA CITTADINI E INVESTIGATORI”

“Senza intercettazioni magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine sono più disarmati e i cittadini più deboli contro la criminalità. Il ddl Alfano rischia di dare un colpo durissimo alle chances investigative che la magistratura e le forze dell’ordine hanno nei confronti di ogni forma di criminalità organizzata.” Lo ha dichiarato Antonio Ingroia il PG della Procura distrettuale antimafia di Palermo al Coordinamento 1° Luglio, costituito in occasione della manifestazione contro il bavaglio all’informazione su iniziativa di Articolo21, Lettera 22, Associazione 5/12, Reporter senza Rete.. A questo si aggiungono gli aspetti che colpiscono il diritto di cronaca, la libertà di stampa, e quindi direttamente il diritto costituzionale dei cittadini di essere informati su come vengono amministrati i pubblici poteri”.. Ingroia ha poi aggiunto: “Si è detto che ad essere intercettati sarebbero sette, otto milioni di italiani: cifre assurde, quando invece gli italiani intercettati sono soltanto tra venti e trentamila l’anno. Una cifra in media, considerato anche quanto sia dilagante la criminalità organizzata in Italia”. L'intervista integrale sui siti delle associazioni www.articolo21.org, www.reportersenzarete.org, www.lettera22.it

STEFANO RODOTA' , “SI' A PIAZZA NAVONA, NON SI TUTELA COSI' LA PRIVACY- DIRITTO DEI CITTADINI A SAPERE ”

“Se si vuole un'effettiva e difendibile tutela della privacy è sufficiente intervenire sulle intercettazioni estranee alla materia dell'indagine. In quel caso ci sarebbe stata un'approvazione rapidissima della legge, con benefici certamente per la tutela delle privacy delle persone che non sono coinvolte nelle indagini”. Lo ha dichiarato Stefano Rodotà in un'intervista al Coordinamento 1 luglio, Istituito in occasione della manifestazione contro il bavaglio all’informazione per iniziativa di Articolo 21, Lettera 22, Associazione 5/12 e Reporter senza Rete.
“Ma c'è anche un principio, quello della cosiddetta ridotta aspettativa di privacy delle figure pubbliche, che non è un'invenzione di queste settimane: nel 1998 fu approvato dal Garante e dall'Ordine dei giornalisti un codice di deontologia professionale che è una vera e propria norma, applicabile anche dall'autorità giudiziaria - ha sottolineato Stefano Rodotà che ha aderito alla manifestazione del primo luglio contro il ddl intercettazioni e i tagli alla cultura - All'articolo 6 è prevista la tutela della privacy delle cosiddette figure pubbliche a condizione che le informazioni che li riguardano non abbiano alcuni rilievo per la valutazione della loro attività. Ora non c'è dubbio che tutto quello di cui stiamo parlando riguarda direttamente l'attività di questi soggetti, quindi ha rilievo. E i cittadini lo devono sapere”.
Critico Rodotà, anche sui tagli alla cultura previsti dalla manovra Tremonti: “Un paese che fa i tagli alla cultura è un paese che non rinuncia solo alla propria identità ma anche al proprio futuro, cioè alla possibilità di avere nella cultura uno strumento importante di organizzazione sociale, di crescita complessiva del paese”.
L'integrale delle interviste sui siti http://www.articolo21.org/, http://www.reportersenzarete.org/, http://www.lettera22.it/

Youdem: diretta dalle 17 alle 20

La Redazione di Youdem Tv aderisce alla Manifestazione del PrimoLuglio contro la Legge Bavaglio promossa dalla FNSI.La televisione del Partito Democratico ribadisce la necessità dilottare senza riserve contro il ddl all'esame della Camera che mette arischio il diritto dei cittadini ad essere informati e il dovere deigiornalisti a raccontare le vicende del Paese perché come recital'art.21 della nostra Costituzione "Tutti hanno diritto di manifestareliberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altromezzo di diffusione." E "La stampa non può essere soggetta adautorizzazioni o censure."Una battaglia di civiltà e democrazia a cui Youdem Tv contribuisceaderendo anche all'iniziativa Libera Rete e rilanciando sul sitohttp://www.youdem.tv/ la diretta dell'evento dalle ore 17.00 alle ore 24.00 digiovedì 1 Luglio. Inoltre, trasmissioni e approfondimenti dellaprogrammazione della giornata saranno dedicati alla Legge bavaglio.

domenica 27 giugno 2010

UN APPUNTAMENTO DA NON PERDERE


“Martedì 29 giugno alle ore 11 è convocata nella sede della Fnsi (Corso Vittorio Emanuele II, 349) una conferenza stampa per illustrare sia la manifestazione indetta per il primo luglio a piazza Navona a Roma dalle ore 17 alle 21, per protestare contro la legge bavaglio sulle intercettazioni ddl Alfano, sia la ‘notte bianca’ a Conselice - cittadina dove è stato recentemente eretto un monumento alla libertà di stampa - sia le altre iniziative che si svolgeranno in tutte le più importanti piazze del nostro Paese e fuori i confini d’Italia. La mobilitazione sta crescendo di ora in ora e messaggi di adesione e di partecipazione alle manifestazioni si moltiplicano offrendo un quadro di estrema preoccupazione dell’opinione pubblica sulla malaugurata eventualità che un siffatto testo di legge possa definitivamente essere approvato dal Parlamento imbavagliando la stampa ed il diritto dell’opinione pubblica ad essere informata. Una mobilitazione che vede i giornalisti assieme ad associazioni, movimenti e sindacati che rappresentano grande parte del nostro Paese, dagli operai cassintegrati, ai giovani precari, ai ricercatori (a cui sono stati tagliati i fondi), ai docenti di ogni ordine e grado, agli artisti del cinema, del teatro e delle arti visive per finire ai magistrati ed alle forze dell’ordine chiamate a tutelare la sicurezza dei cittadini privi degli elementari mezzi di contrasto nei confronti della piccola e grande criminalità. Una forte iniziativa che coinvolgerà, crediamo, moltissimi italiani e che avrà un costo economico non indifferente che la Fnsi e i giornalisti italiani si sentono di dover sopportare anche con l’aiuto delle migliaia di persone che aderiscono e parteciperanno alle nostre iniziative. Per questo motivo abbiamo aperto un conto Paypal a cui si può accedere dal nostro sito (www.fnsi.it) per dare un piccolo contributo di 3 euro (minimo) al fine di aiutarci a continuare la nostra battaglia”.

venerdì 25 giugno 2010

Siddi: «Un Giurì per la lealtà dell’informazione»

Il segretario della Federazione nazionale della stampa: la privacy va tutelata, come il diritto di cronaca
■ «Ci hanno accusato di essere al servizio dell’opposizione, di Di Pietro e del "popolo viola" perché siamo contrari al
disegno di legge sulle intercettazioni. Nossignore, noi difendiamo i princìpi e voglio ricordare che il 30 giugno 2007 andammo in piazza contro il disegno di legge Mastella che aveva contenuti simili. Abbiamo scioperato contro un governo di centrosinistra e ora siamo pronti a farlo, il 9 luglio, con questo di centrodestra».
È un fiume in piena Franco Siddi (l’altro giorno a Bergamo) segretario nazionale della Federazione nazionale della stampa (Fnsi), il sindacato dei giornalisti.
Il presidente della Repubblica ha esortato a far presto con la manovra e a non farsi distrarre da altre materie: evidente il riferimento alle intercettazioni...
«La riflessione sta convincendo gli uomini delle istituzioni, più attenti, a valutare la possibilità di un nuovo approfondimento».
Il disegno di legge è sul tappeto da due anni e qualche correttivo è stato apportato.
«Sì, ma non si è raggiunto l’equilibrio tra privacy, giustizia e informazione. Anzi, ci sono spinte perché venga approvato un provvedimento che affermi supremazie tra le quali al primo posto non pare ci siano né l’esigenza di tutelare la privacy, né quella di garantire la sicurezza dei cittadini, e nemmeno quella di consentire loro di conoscere i fatti per poterli valutare».
È un testo emendabile o sarà muro contro muro?
«Il muro contro muro riguarda i partiti, non noi, comunque il testo si può cambiare. L’ideale sarebbe stralciare ciò che non ha a che vedere con il corso della giustizia e affrontare le questioni in materia di informazione e di privacy su un altro livello. Ma va bene anche un emendamento della parte che impedisce di fare cronaca fino all’udienza preliminare».
Che proposta fate?
«Introdurre l’"udienza filtro" nella quale, quando gli atti arrivano a conoscenza dell’indagato e diventano pubblici, sentite le parti, si può subito decidere di stralciare quelli non direttamente inerenti alle persone coinvolte nel processo e soprattutto i contenuti che possono incidere sulla dignità di persone estranee che vanno salvaguardate».
Con che conseguenze?
«Trasparenza, utilità per la giustizia, chiarezza dell’informazione e responsabilità per i giornalisti. Il cronista che dovesse pubblicare atti stralciati per ragioni di tutela della dignità delle persone se ne dovrebbe assume la responsabilità».
In quale sede?
«Andrebbe istituito il "Giurì per la lealtà dell’informazione" per esaminare i casi di violata privacy. Chi dovesse ritenersi danneggiato potrebbe ricorrere a questo organismo indipendente che nel giro di tre giorni-cinque dovrà pronunciarsi».
E se la privacy risulta violata?
«Il Giurì ordina la pubblicazione sul giornale di un provvedimento che mette in dubbio la credibilità del giornalista e del giornale che ha riportato la notizia».
Ma non esiste già il Garante?
«Evidentemente c’è qualcosa che non funziona nei tempi. In attesa che si faccia l’istruttoria, il Giurì può subito decidere e stabilire se c’è stata o no violazione della privacy».
Una proposta che spariglia le carte.
«Il problema non si risolve introducendo le multe per gli editori e il carcere, anzi: si rischia la censura preventiva. L’editore entrerebbe in redazione per controllare i contenuti, diventando così il proprietario delle notizie».
Il giro di vite del governo, però, non è frutto di un colpo di sole.
«All’origine di una stretta c’è quasi sempre qualche eccesso che ha colpito la sensibilità di tanti cittadini o, in questo caso, del potere. Paghiamo degli eccessi e, per qualche abuso che c’è stato, adesso rischiamo la mordacchia a tutta l’informazione».
Il giornalista pubblica, ma c’è pure chi la notizia gliela passa…
«C’è un secondo aspetto e riguarda la giustizia: è possibile che il segreto giudiziale in Italia debba durare anni? Ci vuole un limite temporale. Noi abbiamo una cultura di vincoli e di divieti che non solo non risolvono nulla, ma finiscono per alimentare il mercato dei dossier illeciti. E ricordiamolo bene: gli atti giudiziari non camminano da soli, così succede che c’è qualche manina interessata a farli camminare e quando il giornalista ha in mano una notizia la pubblica».
Nonostante l’alta posta in gioco il sindacato non ha alzato subito le barricate.
«Ritengo che lo sciopero sia un mezzo e non un fine. Un anno fa ne avevamo promosso uno per il 14 luglio e abbiamo ottenuto l’intervento del capo dello Stato, così si è ritenuto giusto sospenderlo. Con questo atteggiamento abbiamo mostrato senso di responsabilità verso le istituzioni. Abbiamo incontrato il presidente del Senato e ora saremo sentiti alla Camera, dove presenteremo le nostre proposte».
Mino Carrara

Presidio il primo luglio in piazza Castello a Torino

CONTRO IL DISEGNO DI LEGGE ALFANO SULLE INTERCETTAZIONI
Facciamo sentire la nostra voce per difendere il diritto-dovere di informazione
L'Associazione Stampa Subalpina organizza un presidio a sostegno della battaglia della Fnsi contro la Legge Bavaglio.
Un'iniziativa nel segno della Costituzione, per dar voce ai soggetti e ai temi che verrebbero oscurati se passasse un provvedimento che colpisce al tempo stesso il lavoro dei giornalisti e il diritto dei cittadini di conoscere le vicende del Paese.
www.stampasubalpina.it

Il primo luglio a Roma ci sarà anche il Movimento Nonviolento

Il Movimento Nonviolento, con la rivista "Azione nonviolenta", aderisce alla manifestazione del 1 luglio a Piazza Navona contro la legge sulle intercettazioni promossa dalla Federazione Nazionale della Stampa e da numerose altre associazioni.
Nella Carta costitutiva del Movimento Nonviolento (fondato da Aldo Capitini nel 1961) sta scritto che "il Movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della libertà > d'informazione e di critica". In queste quattro righe ci sono le motivazioni più profonde per l'adesione e la partecipazione del Movimento Nonviolento alla manifestazione del primo luglio.
Mao Valpiana
Direttore di "Azione nonviolenta"
Daniele Lugli
Presidente del Movimento Nonviolento

LA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 1 LUGLIO

La Federazione della Sinistra sostiene le iniziative di lotta della Fnsi, e aderisce alla manifestazione indetta per il 1 luglio. Anche la “giornata del silenzio” dei giornalisti, black out dell’informazione in concomitanza con la discussione del ddl Alfano alla Camera (il prossimo 9 luglio) deve essere una giornata di mobilitazione per tutti i democratici, in difesa del diritto dei cittadini ad essere informati.
Questa legge liberticida non viola soltanto un principio costituzionale fondamentale, quello della libertà di stampa, ma pone le premesse per uno stato di polizia in cui l’informazione è sottoposta a limitazioni e censure. Esattamente l’opposto di quanto è scritto nella nostra Carta. Solo le dittature impediscono la circolazione delle notizie e delle idee.
In nessun Paese europeo è in vigore una legge restrittiva delle libertà di opinione, di informazione e di stampa come quella che questo governo sta cercando di imporre agli italiani.
La Federazione della Sinistra interverrà in tutti i modi e in tutte le sedi per difendere le libertà che sono alla base della nostra democrazia.

giovedì 24 giugno 2010

L’Arci il 1 luglio in piazza Navona a Roma contro tagli e bavagli

Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci

Il 1 luglio saremo di nuovo in piazza, a Roma e in altre città italiane ed europee.

Il governo sembra infatti deciso stringere i tempi di approvazione del Ddl intercettazioni e a procedere, anche a colpi di fiducia, con i tagli alla cultura.

Il fronte della protesta è amplissimo. Giuristi, editori, giornalisti, sindacati, associazioni hanno con forza denunciato come il Ddl Alfano, se passasse senza sostanziali modifiche, limiterebbe sia i poteri investigativi di polizia e magistratura, sia il diritto/dovere a informare degli organi di stampa e dunque la possibilità dei cittadini a conoscere per formarsi liberamente un’opinione.

Verrebbero colpiti principi fondamentali della nostra Costituzione, per imporre il silenzio e l’impotenza ad agire nei confronti di un potere che si sta rivelando sempre più corrotto e privo di qualsiasi etica pubblica. Si tornerebbe al sistema delle autorizzazioni e censure, contro il quale i nostri costituenti stabilirono un argine con l’articolo 21 della Carta.

In realtà, sotto attacco c’è l’intero impianto costituzionale: l’articolo 21, come quelli che riguardano i diritti nel mondo del lavoro, l’articolo 3 sull’uguaglianza di tutti i cittadini, come il diritto all’istruzione, la tutela dei beni artistici come il diritto alla cultura. Né Berlusconi fa nulla per nascondere il fastidio verso una Costituzione che gli “impedisce di governare”, poiché impone il controllo del Parlamento e la separazione dei poteri come in tutte le democrazie.

I tagli alla cultura non sono solo una conferma della scarsissima importanza che questo governo assegna alla formazione, ma sono anche emblematici dell’ insofferenza per qualsiasi forma di confronto critico e di partecipazione attiva dei cittadini.

In gioco c’è dunque la qualità del nostro sistema istituzionale e democratico e di questo per fortuna c’è una consapevolezza sempre maggiore.

Il 1 luglio sarà una tappa importante della “rivolta” pacifica che coinvolge sempre più soggetti e che si esprime in tante forme diverse, nelle piazze e nei luoghi di lavoro, nei teatri e nelle università, sul web o sulle prime pagine dei giornali listate a lutto.

L’Arci sarà a Piazza Navona e sosterrà tutte le iniziative promosse per difendere la libertà e la democrazia.

NO ALLA LEGGE BAVAGLIO, MANIFESTAZIONE A LATINA GIOVEDI 1

La sezione di Latina dell'Unione nazionale cronisti indice per giovedì 1 luglio una manifestazione contro la "legge bavaglio".

L'appuntamento è alle 10 in piazza Buozzi, di fronte al Tribunale. Un luogo scelto come simbolo della cronaca nera e giudiziaria che non potremo più fare quando entrerà in vigore questa legge. Non bastano i "riassunti", di fatto i cittadini non potranno più sapere cosa accade intorno a loro.

Per questo denunciamo con forza e indignazione il disegno di legge che impedisce ai giornalisti di dare notizie, a volte per anni, perché vieta la pubblicazione della cronaca giudiziaria fino alla conclusione delle indagini preliminari. La norma inoltre impedisce, di fatto, alla magistratura di svolgere efficaci indagini contro la criminalità. Come gli altri colleghi italiani siamo pronti alla resistenza civile e non accetteremo mai di sottostare a una legge che limita il diritto dei cittadini ad essere informati. I cittadini sappiano comunque fin d’ora che i giornalisti faranno ogni sforzo affinché loro possano continuare a conoscere tutte le notizie. La libera informazione è la pi ù pura espressione della democrazia, nessuno pensi di poterla bloccare con una legge che impone il silenzio di Stato.

Alla manifestazione hanno aderito gli avvocati dell'associazione Legal Aid. Sono stati invitati i rappresentanti della Camera penale e dell'Associazione nazionale magistrati, oltre ai cittadini e alle forze politiche

RADIOARTICOLO1: NO A BAVAGLI E TAGLI

Essere dalla parte delle Costituzione, a cominciare dal valore dell'articolo 1, vuol dire per noi cittadini più informati e più consapevoli. Ma significa soprattutto vivere in un paese dove giornalisti e magistrati siano semplicemente liberi di fare il loro mestiere, dove giustizia, informazione e cultura siano ancora elementi ben saldi della nostra democrazia. Come il 3 ottobre, anche per Piazza Navona faremo il massimo sforzo perchè sia forte e chiaro il no a tutti bavagli e a tutti i tagli.
altero frigerio
direttore RadioArticolo1

mercoledì 23 giugno 2010

Il Granchio a lutto

La redazione del Granchio, settimanale d'informazione di Anzio e Nettuno aderisce compatta alla manifestazione prevista per il prossimo 1 luglio. La legge bavaglio colpisce anche chi, come noi, lavora nelle piccole realtà di provincia. Il nostro obiettivo, fin dalla nostra nascita, è sempre stato quello di raccontare con fedeltà e precisione quanto accade intorno a noi. L'approvazione di questa legge non ci permetterà di fare il nostro lavoro e impedirà ai nostri lettori di essere adeguatamente informati.

La Rete degli studenti medi aderisce

La Rete degli studenti medi aderisce alla manifestazione contro tagli e bavagli indetta per il 1 luglio.
Crediamo che la battaglia contro questa obbrobriosa legge non sia da relegare soltanto agli addetti ai lavori, ma sia una battaglia che riguarda tutti i cittadini, proprio perchè mette in dubbio la base delle democrazia: la liberà e la possibilità di sapere e di essere informati.
Crediamo che questo governo stia mettendo in campo una campagna che mira a destrutturare il pensiero critico nel nostro paese, attaccando in primis quegli spazi di democrazia e partecipazione in cui esso si crea. E' questo il senso di tagliare sulla cultura, sulla scuola sull'università e sulla ricerca, e di eliminare la possibilità di informare e di essere informati.
--
Sofia Sabatino
Portavoce Nazionale Rete degli Studenti

Aderisce l'Unione degli universitari

L'Unione degli Universitari aderisce alla manifestazione del 1° Luglio in p.zza Navona contro la legge-bavaglio.

"Viviamo un momento storico del nostro Paese in cui da parte del Governo vengono attaccati in maniera forte e ripetuta i cardini della nostra democrazia. I pesanti tagli alla cultura e all’istruzione, l’attacco al mondo del lavoro e al pubblico impiego, i continui tentativi di imbavagliare l’informazione sono tutte operazioni tese, con la giustificazione della crisi e della libertà degli italiani, a ridurre l’influenza che la cultura e la conoscenza di tutti i cittadini ha in uno Stato democratico. Ogni attacco a ciascuno di questi cardini va respinto con forza e determinazione da parte di tutte le forze che ritengono che la democrazia si basa sulla conoscenza e sulla libera informazione, e che qualsiasi bavaglio ad una informazione libera è una violenza ai cittadini, al nostro Paese."

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Giorgio Paterna
Coordinatore Nazionale
Unione degli Universitari - sindacato studentesco
Consigliere Nazionale degli Studenti Universitari
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

CARTA aderisce per la democrazia

Aderiamo alla manifestazione del primo luglio perché crediamo che il Ddl Alfano sia parte di un disegno più ampio per ridurre in Italia gli spazi di democrazia, la libertà di informazione, il pensiero critico.
Dello stesso disegno fanno parte i tagli all'editoria, che per il loro impatto sulle testate indipendenti, di partito, delle minoranze, cooperative, rischiano di essere un altro bavaglio, perfino più efficace dal punto di vista degli effetti immediati, delle nuove norme che il governo vuole imporre. Dello stesso disegno fanno parte i tagli alla cultura, che riducono la possibilità di formazione del pensiero critico e lo spazio per le voci non allineate alla logica commerciale dominante. Dello stesso disegno fanno parte i tagli alla scuola e alla ricerca, due pilastri indispensabili per la crescita civile di un'opinione pubblica consapevole e attenta. Per tutto questo, riteniamo che la battaglia dei giornalisti per la libertà di stampa sia un'occasione per coordinare e aggregare le varie lotte che in questo momento il Paese vive. Per questo, saremo in piazza il primo luglio.
Redazione del settimanale Carta

martedì 22 giugno 2010

Appello alle redazioni informali


Lettera22, un'associazione di giornalisti nata in Italia nel 1993 agli albori della Rete e che ogni giorno fa del web la sua arena di notizie, invita tutte le forme associative di giornalismo ad aderire a questo appello inviando una mail all'indirizzo reteliberit@gmail.com e a pubblicarlo sulla propria testata. Sarà un modo di contarci e di costruire una rete. L'appello è parte integrante di quello lanciato dalla Fnsi e dalle varie organizzazioni promotrici.


DIRE NO AL DDL ALFANO COL SILENZIO IN RETE


USCIRE DAL SOMMERSO DIFFUSO E DAR MAGGIOR FORZA


ALLA PROTESTA CONTRO LA LEGGE BAVAGLIO


A partire della manifestazione del 1 luglio, la protesta contro il ddl Alfano si protrarrà in forme e modi diversi: da venerdì 11 i giornali usciranno listati a lutto e il giorno 9 sarà la giornata del silenzio. Pensiamo che sia importante anche l'adesione di quelle redazioni “sommerse”, spesso informali, che costituiscono l'informazione diffusa nel nostro Paese e che in gran parte viaggia sul web. Un mondo però che, proprio per questa sua specificità, spesso si astiene da queste forme di protesta.


Aderendo all'appello della Fnsi per il 1 luglio, listeremo a lutto i nostri siti e non pubblicheremo nulla il giorno 9 se non le nostre considerazioni sulla legge bavaglio. In questo modo sarà chiaro che anche realtà minori o poco conosciute, alternative e diversificate ma di qualità, sono buona parte della spina dorsale dell'informazione in Italia, dove non esistono solo grandi quotidiani o grandi reti televisive. La minaccia del ddl riguarda tutti e dunque anche chi non lavora in un giornale, non ha una posizione contrattualizzata, non si riconosce nel sindacato o non si sente rappresentato dalla protesta. Chi è meno tutelato di altri ma altrettanto colpito nella sua dignità professionale e nella qualità del suo lavoro


Le adesioni


Lettera22 (www.lettera22.it) - Amisnet (www.amisnet.org) - LiberaTv (www.libera.tv) - NTNN (www.ntnn.info) - SudestAsiatico (www.sudestasiatico.com) - Afgana (www.afgana.org)

LIBERA TV pronta alla diretta web


La redazione di Libera.Tv aderisce con convinzione alla manifestazione prevista per il 1 luglio 2010. La legge bavaglio colpisce la grande stampa e la televisione ma anche chi come noi fa informazione dal basso e sulla rete. Il combinato disposto del ddl Romani e della legge bavaglio strangola sul nascere un mezzo ed una tecnologia di trasmissione delle dirette che invece sta diventando sempre più importante per vincere la censura dilagnante. Anche per questo ci stiamo attrezzando per realizzare, nell'ambito di ciò che ha previsto la FEMI, la trasmissione in diretta web degli eventi di quella che deve diventare una grande giornata di democrazia.Restiamo a disposizione della Federazione della Stampa per il coordinamento di tutto ciò che può essere utile al successo della mobilitazione.
Jacopo Venier
direttore di Libera.Tv

Il Centro listato a lutto




Mediacoop: aderite e partecipate

La FNSI e numerose associazioni, tra le quali Mediacoop, hanno indetto una grande mobilitazione contro il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni per la giornata del primo luglio a Roma, in Piazza Navona. La manifestazione avrà come filo conduttore la denuncia di “tagli e bavagli”: gli interventi del Governo per censurare il diritto di cronaca con il DDL intercettazioni e per punire la cultura italiana con le restrizioni dei fondi per musica, cinema,teatro,danza; il rischio di sparizione di giornali ed emittenti locali colpiti dalla drastica ed indiscriminata riduzione del sostegno pubblico; la perdurante difficoltà del mondo del lavoro ad ottenere l’attenzione dei media e a vedere rappresentati gli effetti della crisi. Mediacoop invita i propri aderenti a partecipare attivamente.

lunedì 21 giugno 2010

Velvet aderisce ma critica

La redazione di Velvet, pur aderendo all'unanimità allo sciopero nazionale indetto dalla Fnsi, dissente sulla data e sulla modalità di effettuazione. Ritiene che un’immediata azione di protesta in questi giorni di acceso contrasto politico avrebbe una maggiore influenza e risonanza. Propone quindi alla Fnsi di programmare più giorni di sciopero e auspica l’intensificazione di forme alternative di protesta, come post-it e giornali listati a lutto, per poter manifestare con più forza il disaccordo dell’intera categoria nei confronti di questa grave limitazione della libertà di stampa.
Trova inoltre inefficace far coincidere la giornata di lotta con l’approvazione della legge: l’arma dello sciopero andrebbe possibilmente usata per influire sull’opinione pubblica e sulla discussione politica in corso e non quando le decisioni sono state irrimediabilmente prese. Confida che la decisione della Fnsi possa essere rivista anche in relazione al probabile slittamento dell’iter parlamentare.
La redazione di Velvet

venerdì 18 giugno 2010

Il popolo viola aderisce

Il Popolo Viola, dopo essersi consultato con i rappresentanti dei gruppi locali, alla luce anche, del nuovo calendario di discussione della legge alla Camera, prendendo atto della richiesta pervenuta al Popolo Viola dal comitato per “la libertà e il diritto all’informazione” aderisce alla manifestazione indetta per il giorno 1.7.2010 a Roma.
I gruppi locali - sia italiani che esteri - hanno dato la propria disponibilità, nonostante le evidenti difficoltà che un giorno infrasettimanale pone ed il ridottissimo tempo a disposizione, ad adoperarsi alla riuscita dell’evento.
Il Popolo Viola sta già riarticolando il proprio calendario, al fine di rendere quanto più incisiva la protesta contro una legge in contrasto con i principi di legalità e libertà, che il Popolo Viola difende da sempre.
Per questo il Popolo Viola desidera, in questo momento, essere anche al fianco dei magistrati, il cui lavoro sarà duramente pregiudicato se questa scellerata legge dovesse trovare approvazione, e perciò sarà presente a Palermo con Salvatore Borsellino e le sue Agende Rosse il 17-18-19 luglio.
Il Popolo Viola una volta determinato il calendario dei propri interventi di opposizione all’approvazione della legge, che sarà il risultato di valutazioni tra i vari gruppi locali che lo compongono, lo proporrà a tutte le altre forze e ai soggetti maggiormente colpiti da questa legge, magistrati, giornalisti e bloggers.

Il Popolo Viola esprimerà quanto prima chi dovrà rappresentarlo al tavolo di lavoro generale per l'organizzazione della manifestazione dell'1.7.2010.

Il Popolo Viola

giovedì 17 giugno 2010

CN FNSI: LA LEGGE BAVAGLIO MINACCIA LA QUALITA' DEI GIORNALI

Il Consiglio Nazionale della Stampa Italiana, riunito oggi a Roma, 17 giugno 2010, ha approvato all’unanimità il seguente ordine del giorno:
“La cosiddetta legge bavaglio sulle intercettazioni prevede sanzioni amministrative (da 25.800 a 310mila euro) per l’impresa multimediale che viola le norme dell'articolo 684 Cp (pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale). Da tali sanzioni però gli editori - che pure hanno sottolineato, in più di una circostanza, i pericoli derivanti dallo snaturamento di un corretto rapporto tra editore, direttore e redazione - verrebbero risparmiati se dimostrassero di aver adottato nelle loro redazioni un modello organizzativo che implichi il funzionamento di una catena di comando efficace nei controlli dei testi messi in pagina o mandati in onda.
Il CN della Fnsi individua con allarme nella nascita di tali ‘strutture di comando’ un ulteriore, inaccettabile tentativo di rendere ancor più assolutistiche, iper-verticistiche e accentrate le attuali organizzazioni redazionali a tutto danno della qualità del prodotto, della fluidità produttiva, del quotidiano confronto, della libertà di espressione. Appare evidente il sapore intimidatorio e poliziesco di manipoli di redattori organizzati in task force e equipaggiati come una sorta di ‘gruppi armati’ dotati di poteri tali da tenere sotto schiaffo chiunque scriva, racconti o pensi invece di ubbidire in silenzio ai diktat del momento.
Il CN della Fnsi denuncia che l’imposizione di tali norme nulla ha a che fare con la tutela della privacy e ad altro non mira che a consentire agli editori di accentuare fino a limiti parossistici il già ossessivo controllo sulle notizie. Il contratto collettivo di lavoro giornalistico prevede che il ‘giornale’ sia un’opera collettiva da non gestirsi come una caserma. Il CN della Fnsi denuncia che tali norme servono anche a consentire agli editori di sfilarsi da ogni paventata assunzione di responsabilità, scaricando il peso del rischio-sanzioni unicamente sui giornalisti e sul loro quotidiano lavoro. In tal senso il CN della Fnsi invita la Segreteria e la Giunta federale a recepire, con spirito di urgenza e di emergenza, le sopra citate istanze e a denunciarne l’estrema gravità in tutte le occasioni e le sedi opportune”.

Roberto Natale(presidente Fnsi): "Il Ddl intercettazioni impedisce ai cittadini di essere informati"

(da Tiscali Politica)
di Ignazio Dessì
Il ddl Alfano sulle intercettazioni telefoniche, quello che minaccia di imporre un pesante bavaglio ai mezzi di informazione, ha messo sul piede di guerra i giornalisti e le loro organizzazioni, gli editori, i magistrati e le forze dell’ordine. Per il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) Roberto Natale si tratta di “difendere il diritto dei cittadini ad essere informati”, impedendo che si sacrifichino ad interessi particolari di qualcuno prerogative costituzionali poste a garanzia della democrazia.Presidente - per iniziare - lo slittamento a settembre del voto della Camera sul ddl di cui si parla cosa significa? C’entrano in qualche modo le prese di posizione, nella stessa maggioranza, di Fini, che ha posto l'esigenza di "non correre", e Bossi, che ha aperto alla possibilità di modifiche?
“Sono elementi che hanno sicuramente influito e che speriamo spostino a settembre il voto, ma credo abbia pesato soprattutto il lavoro fatto dalla categoria giornalistica e dall’opinione pubblica”.L’Osce (Organizzazione Sicurezza e Cooperazione in Europa) ha ricordato all’Italia che non è legittimo negare la libertà dei media. Che poi è quanto afferma la Corte di Strasburgo per i diritti dell’uomo quando dice: “E’ (sempre) prevalente il diritto del pubblico a essere informato sui procedimenti giudiziari”.
“Esatto. Quella della Osce è una presa di posizione che avvalora la nostra analisi, e quella delle persone più avvedute del nostro Paese che evidenziano come la legge violi assolutamente alcuni diritti fondamentali. Non solo impedisce l’attività giornalistica ma anche il diritto dell’opinione pubblica di essere correttamente e completamente informata. Se si impedisce alle persone di prendere coscienza di determinati fatti di importanza fondamentale, è chiaro che la democrazia denota un grosso vulnus”.Voi parlate di un pesante bavaglio che si vorrebbe mettere ai media, di provvedimento pericoloso per le stesse libertà fondamentali dei cittadini.
“Certo, è un elemento molto forte. Si vorrebbe che su tutte le questioni di carattere giudiziario si mettesse la mordacchia. Non ci sforzeremo mai abbastanza di ricordare che, se ci fosse stato questo ddl, su alcune vicende, come quelle della clinica Santa Rita di Milano o della Parmalat, i cittadini non avrebbero saputo nulla. Con grave nocumento, non solo per il diritto di chi deve fare informazione, ma anche per quello sacrosanto dell’opinione pubblica di sapere. Nei casi citati, da una parte, magari, i cittadini sarebbero andati ancora a farsi mettere dei chiodi usati nelle ossa e, dall’altra, i risparmiatori avrebbero continuato a comprare azioni pericolose. Non avrebbero saputo nulla di quanto stava accadendo se non dopo due o tre anni”.Il governo, però, a fronte di queste obiezioni, tira fuori la questione della privacy, dicendo che è ora di smetterla di spiare tutti i cittadini e rendere pubbliche vicende essenzialmente private.
“Si tratta di un falso problema. Che in alcuni casi si sia violata la privacy è vero, e chi ha sbagliato dovrebbe pagare, testate e giornalisti compresi. A ben vedere, però, i casi di questo tipo si raggruppano nelle dita di una mano. Stiamo parlando di vicende come quelle di Anna Falchi o della massaggiatrice del Salaria Sporting Village di Roma. Ma, ammesso ciò, non si possono mettere sullo stesso piano errori marchiani, che già con l’attuale legislazione potrebbero essere sanzionati, con l’esigenza generale. Per coprire un problema non si deve mettere in moto un meccanismo gigantesco e dispendioso con gravi conseguenze per la democrazia. Non si può tagliare il burro con la sega elettrica”.Il premier Berlusconi ha dichiarato che “siamo tutti spiati” e così “non c’è democrazia”. Ma i dati forniti dai magistrati e dalle società che fanno intercettazioni sembrano lontani da quelli sfoderati dal Cavaliere durante l'assemblea della Confcommercio a Roma. Ovvero 7 milioni e mezzo di persone intercettate (dato ottenuto moltiplicando per 50 i presunti 150mila telefoni sotto controllo) quando gli addetti ai lavori parlano di 25 mila.
“Ci siamo un po’ abituati. Nel senso che lui ama dire queste cose quando si trova in consessi che possono applaudirlo. Questo è il problema, ma a dire il vero è un problema anche per chi lo ascolta. A noi comunque non interessa, a noi interessa il fatto che ciò che dice, in molti casi, non è vero. E’ che vorrebbe piegare tutto ai suoi interessi personali. Insomma, il conflitto di interessi è un problema vero, mentre tutto quello che sta venendo fuori in questo periodo su altri fronti è estremamente inquietante, e inquieta anche l’attuale esecutivo, che, in qualche modo, si vede coinvolto. Tuttavia non ci possiamo fare nulla. Non è che siamo stati noi a regalare case, o a dare soldi a qualcuno. Ci dispiace, ma il premier deve guardare nel suo entourage, cercando di individuare chi ha fatto e chi non ha fatto qualcosa. Non si possono coprire alcuni misfatti creando la condizione per non avere informazione e ledendo un diritto costituzionale".Un tentativo che voi definite pericoloso per la democrazia.
“E’ un tentativo pericolosissimo, fuori luogo, contro cui daremo battaglia fortissima. Per questo stiamo organizzando per il 1 luglio una manifestazione a Roma, ma anche in altri centri del nostro Paese. Per protestare, per mettere in condizione la politica, compresi Fini e lo stesso Berlusconi (che magari potrebbe diventare più malleabile su questa questione), di scongiurare una simile lesione del diritto fondamentale all’informazione. Ma, forse, Berlusconi comincia a pensare già che è una partita perdente, che lo vede in difficoltà”.Del resto si è messo in rilievo che la criminalità brinda, pensando ai limiti che ci si appresta a porre alle intercettazioni e all'informazione: ma, secondo lei, c’è una parte degli italiani che, con la testa condizionata da certi messaggi televisivi, ancora non si rende conto di questo pericolo?
“Senz’altro è così. Per questo siamo ancor più convinti che il ddl è pericoloso. C’è una concomitanza di interessi che portano a ledere diritti di rango costituzionale come quello dei giornalisti di diffondere le notizie e dei cittadini di conoscerle. Ma ci sono anche magistrati e poliziotti, da noi incontrati in varie assemblee, che esprimono un profondo disagio. E di questo il governo deve tener conto. A meno che non si voglia sostenere che anche i poliziotti siano diventati pericolosi comunisti, come ama far credere il presidente del Consiglio. La verità è che il disegno di legge crea forti preoccupazioni anche in questi strati della società. Non solo viola il diritto d’informazione ma, limitandone gli strumenti, mina anche l’efficienza delle forze dell’ordine nel colpire la grande e piccola criminalità. E se un governo, che fa in campagna elettorale della sicurezza un punto fondamentale, si ritrova contro magistrati, polizia e funzionari, qualcosa non quadra”.C’è chi dice che focalizzare troppa attenzione sul ddl intercettazioni crea una cortina fumogena comoda per coprire il passaggio di altri provvedimenti pesanti per i cittadini come quelli contenuti nella manovra finanziaria. Cosa ne pensa?
“Forse non è il caso di abbandonarsi sempre alla dietrologia: affrontiamo le cose per quello che sono. La manovra è una cosa, il ddl intercettazioni risponde probabilmente ad altre esigenze dell’esecutivo. Basti pensare che, se dovessero andare avanti tutte le indagini giudiziarie, e venissero ovviamente fuori altri fatti, ci sarebbe il pericolo per il governo di essere travolto”.Un’ultima cosa. Molti, nella maggioranza, fanno presente che questo decreto somiglia molto a quello Mastella del governo Prodi. Che ne dice?
“Ricordo soltanto che, contro Mastella, abbiamo fatto uno sciopero. Noi non seguiamo le indicazioni di un centrosinistra contro un centrodestra. Ognuno di noi pensa quello che vuole, da un punto di vista politico. Ma, come organizzazione, abbiamo preso posizione, anche allora, contro quel disegno di legge. Nessuno può dire che ce l’abbiamo contro il governo Berlusconi: noi ce l’abbiamo contro le cose che mettono a rischio la libertà di informazione”.Appuntamento a luglio, allora?
“Sì, appuntamento al 1 luglio, quando scenderemo in piazza contro tagli e bavagli, e al 9 luglio, quando sciopereranno tutti i mezzi d’informazione”.
17 giugno 2010

Roma e mille piazze per la libertà d'informazione

“Una grande mobilitazione contro il disegno di legge Alfano per la giornata del primo luglio a Roma, a piazza Navona, e in altre località d’Italia: un’iniziativa nel segno della Costituzione, per dar voce ai soggetti e ai temi che verrebbero oscurati se passasse un provvedimento che colpisce al tempo stesso il lavoro dei giornalisti e il diritto dei cittadini di conoscere le vicende del Paese.
E’ una delle decisioni prese dalla Fnsi e dal cartello di associazioni che si è riunito nella sede del sindacato dei giornalisti: molte già attive nell’organizzare l’appuntamento del 3 ottobre scorso, insieme ad altre che in questi mesi hanno promosso nuove mobilitazioni contro la logica della censura. Le manifestazioni del primo luglio avranno come filo conduttore la denuncia di ‘tagli e bavagli’: gli interventi del governo per censurare il diritto di cronaca col ddl intercettazioni e per punire la cultura italiana con la restrizione dei fondi per musica, cinema, teatro, danza; il rischio di sparizione di giornali ed emittenti colpiti dalla drastica e indiscriminata riduzione del finanziamento pubblico; il concreto pericolo che drammatiche vicende come quelle di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi possano in futuro rimanere a lungo ignote all’opinione pubblica; la perdurante difficoltà del mondo del lavoro ad ottenere l’attenzione dei media e a veder rappresentati gli effetti della crisi.
Nel calendario discusso da Fnsi e associazioni molto rilievo ha avuto anche l’iniziativa a livello europeo. E’ stata confermata la decisione di presentare, qualora il ddl Alfano fosse approvato, un esposto alla Corte per i diritti umani di Strasburgo, con la firma delle diverse organizzazioni e con il sostegno dei cittadini che vorranno sottoscriverlo sui siti delle varie associazioni. A questo atto potrebbe far seguito l’avvio di una campagna europea per una legge di iniziativa popolare – secondo la procedura prevista dal Trattato di Lisbona – a difesa dell’autonomia dell’informazione. Le associazioni torneranno a riunirsi nei prossimi giorni, per definire l’organizzazione della manifestazione romana. Già è prevista intanto, per la stessa data del primo luglio, una ‘notte bianca’ della Fnsi, dell’Associazione di Stampa dell’Emilia-Romagna, dell’Anpi e dell’amministrazione cittadina a Conselice, il comune del Ravennate dove c’è l’unico monumento italiano alla libertà di stampa”.

martedì 15 giugno 2010

MONDIALI: USIGRAI, INNO MAMELI CONTRO DDL INTERCETTAZIONI

(ANSA) - ROMA, 14 GIU - ''Aderendo all' invito della Fnsi, l''Usigrai ha organizzato in Sud Africa una civile protesta contro la legge bavaglio passata, dopo l'esame del Senato, al vaglio della Camera. Nel momento in cui sono risuonate le note dell'inno di Mameli , prima dell'incontro della nazionale contro il Paraguay, i giornalisti al lavoro nell'international broadcast centre di Johannesburg si sono recati nella piazza centrale (denominata d' Africa ) della struttura che ospita le radiotelevisioni di tutto il mondo ed hanno cantato l'inno di Mameli, esponendo il logo col segno del lutto, predisposto dalla Fnsi con la scritta 'No al silenzio di stato'''. A raccontarlo e' il segretario Usigrai Carlo Verna.''La scelta di puntare sull'inno, e' stata fatta per sottolineare valori di unita' del Paese, garantita da una Costituzione il cui art.21 sta per essere violato. La protesta ha suscitato prima curiosita' e poi molta attenzione tra i giornalisti degli altri paesi presenti - continua Verna - esegue l'iniziativa dell' unione stampa sportiva italiana, il cui presidente Luigi Ferrajolo ieri ha anticipato la serie di domande a Lippi, spiegando il sostegno della categoria alle iniziative della federazione della stampa contro la legge bavaglio''. (ANSA).

Autonomia e solidarietà e Giornalisti Uniti: "E' ora di farla finita con le mistificazioni"

"Ma quale miglioramento della legge! Qualunque fosse l'esito del confronto nella maggioranza comunque ci sarebbe un bel pezzo di libertà di informazione in meno.E sia chiaro: non si tratta di un provvedimento sulle intercettazioni. Le intercettazioni sono una parte minima, assolutamente residuale delle nuove norme.L'obiettivo della legge e' impedire ai giornalisti di informare e ai cittadini di essere informati. Ci sgoliamo dall'inizio di questa vicenda a ricordare quante storie non sarebbero mai state rivelate se la legge fosse già stata in vigore.Ma sfidiamo la politica:se il problema sono le intercettazioni si scriva che sono tutte vietate tranne che per i reati di mafia,di pedofilia e per i personaggi pubblici!E che dire del divieto di pubblicare intercettazioni non più coperte dal segreto istruttorio?In quale democrazia si vieta di informare su ciò che e' ormai pubblico?Chiediamo all'Ordine dei giornalisti di interpretare la volontà di tutti i colleghi di difendere il diritto di cronaca come bene non commerciabile”.

sabato 12 giugno 2010

10 giugno 2010. Siddi ai CDR: "Informare sul pericolo che si corre"

Roma, 10 giugno 2010
Prot. n. 140
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:
Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha inviato
ai fiduciari ed ai componenti dei comitati di redazione la seguente lettera:
“Come certamente vi è noto nella giornata odierna l’aula del Senato ha approvato il testo del
disegno di legge sulle intercettazioni che contiene norme fortemente limitative del libero esercizio
della professione giornalistica.
La Federazione della Stampa, che in questi mesi si è attivata per contrastare l’approvazione di
questo provvedimento, ha messo in cantiere una serie di iniziative tese a sensibilizzare l’opinione
pubblica e a contrastare l’iter procedurale nella fase di passaggio in terza lettura alla Camera dei
Deputati.
In questo quadro la Giunta Esecutiva ha deliberato di proclamare uno sciopero di tutta la categoria
da attuarsi l’8 luglio nella carta stampata e il 9 nelle radio e televisioni in modo da realizzare una
giornata di “rumoroso silenzio” per protestare contro questo provvedimento in occasione della
presumibile approvazione in Commissione Giustizia alla Camera e del passaggio alla discussione in
aula.
Ovviamente, qualora il calendario dei lavori parlamentari dovesse mutare, provvederemo ad
adeguare, di conseguenza, le date dello sciopero.
Nel frattempo, però, è necessario che tutta la categoria, in particolare nelle redazioni, si mobiliti per
significare la gravità del momento e la pericolosità insita in una normativa restrittiva che
limiterebbe gravemente, se approvata, il diritto dei cittadini ad essere informati.
La Federazione della Stampa in questi giorni mantiene uno stretto rapporto con gli editori per
mettere in atto una comune iniziativa, mediante la pubblicazione nelle prime pagine di tutti i
giornali di un testo di protesta. L’intesa con gli editori è in questo momento in corso di
perfezionamento.
E’ comunque necessario che sia dedicato il massimo impegno per evidenziare i danni che il
provvedimento arrecherebbe alla libertà di informazione. Per questo, tutti i comitati di redazione
sono invitati a intervenire, anche ai sensi delle previsioni contrattuali, perché sulle loro testate sia
dato ampio spazio all’informazione su questa vicenda e per concordare con i direttori forme di
evidenziazione del pericolo che si corre, mediante richiami, occhielli, segni grafici, o qualsiasi altra
iniziativa si dovesse ritenere efficace.
Martedì prossimo la Segreteria incontrerà il mondo dell’associazionismo per concordare azioni
comuni che coinvolgano i cittadini. Il giorno successivo si riunirà la Giunta Esecutiva insieme ai
presidenti delle Associazioni Regionali. Giovedì 17 si riunirà il Consiglio Nazionale federale. Da
parte loro le associazioni regionali di stampa si stanno mobilitando a livello territoriale per
individuare occasioni e momenti di dibattito e di protesta.
Vi terremo tempestivamente informati su ogni iniziativa”.

martedì 8 giugno 2010

8.6.2010. Presidio con il sindacato di polizia Silp di fronte al Senato

Il segretario Fnsi Franco Siddi (a destra) con il segretario del Silp Cgil Claudio Giardullo

8.6.2010. Siddi (segretario Fnsi) parla al presidio di fronte al Senato

8.6.2010. Presidio con il sindacato di polizia Silp di fronte al Senato

“Ai poliziotti che manifestavano davanti al Senato contro il ddl Alfano la solidarietà e la comprensione dei giornalisti italiani. Infatti una folta delegazione di rappresentanti dei comitati di redazione, che hanno partecipato stamattina alla Conferenza nazionale sulla spinosa questione del ddl intercettazioni ed i massimi dirigenti della Fnsi, guidati dal Segretario Generale Franco Siddi e dal Presidente Roberto Natale, si sono incontrati con gli agenti e funzionari del Silp-Cgil e con il loro Segretario generale Claudio Giardullo. L’impegno manifestato, anche con prossime iniziative comuni, è stato quello difendere strenuamente le norme sulle intercettazioni contro il progetto in esame al Senato al fine di tutelare da una parte una incisiva lotta alla criminalità e alla corruzione e dall’altra ad impedire il ‘silenzio di Stato’ sull’informazione”.


Intercettazioni e diritto di cronaca: no dei Cdr al “silenzio di Stato”. Pronta la resistenza civile

La Conferenza Nazionale dei Comitati e dei Fiduciari di redazione denuncia con forza ed indignazione il disegno di legge che impedisce ai giornalisti di dare notizie, a volte per anni, perché vieta la pubblicazione della cronaca giudiziaria fino alla conclusione delle indagini preliminari.

La norma inoltre impedisce, di fatto, alla magistratura di svolgere efficaci indagini contro la criminalità.

I giornalisti italiani sono pronti alla resistenza civile e non accetteranno mai di sottostare a una legge che limita il diritto dei cittadini ad essere informati e il loro diritto-dovere di informarli.

I cittadini sappiano comunque fin d’ora che i giornalisti faranno ogni sforzo affinché loro possano continuare a conoscere tutte le notizie.

Così come hanno fatto i direttori dei quotidiani italiani e il mondo delle associazioni, i comitati e i fiduciari di redazione danno pieno sostegno alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana e assicurano l’adesione a tutte le forme di lotta che la Fnsi promuoverà, nessuna esclusa, compresi lo sciopero e una manifestazione aperta alla società civile.

La libera informazione è la più pura espressione della democrazia, nessuno pensi di poterla bloccare con una legge che impone il silenzio di Stato”.______________________________

Libertà per la libertà