martedì 29 giugno 2010

STEFANO RODOTA' , “SI' A PIAZZA NAVONA, NON SI TUTELA COSI' LA PRIVACY- DIRITTO DEI CITTADINI A SAPERE ”

“Se si vuole un'effettiva e difendibile tutela della privacy è sufficiente intervenire sulle intercettazioni estranee alla materia dell'indagine. In quel caso ci sarebbe stata un'approvazione rapidissima della legge, con benefici certamente per la tutela delle privacy delle persone che non sono coinvolte nelle indagini”. Lo ha dichiarato Stefano Rodotà in un'intervista al Coordinamento 1 luglio, Istituito in occasione della manifestazione contro il bavaglio all’informazione per iniziativa di Articolo 21, Lettera 22, Associazione 5/12 e Reporter senza Rete.
“Ma c'è anche un principio, quello della cosiddetta ridotta aspettativa di privacy delle figure pubbliche, che non è un'invenzione di queste settimane: nel 1998 fu approvato dal Garante e dall'Ordine dei giornalisti un codice di deontologia professionale che è una vera e propria norma, applicabile anche dall'autorità giudiziaria - ha sottolineato Stefano Rodotà che ha aderito alla manifestazione del primo luglio contro il ddl intercettazioni e i tagli alla cultura - All'articolo 6 è prevista la tutela della privacy delle cosiddette figure pubbliche a condizione che le informazioni che li riguardano non abbiano alcuni rilievo per la valutazione della loro attività. Ora non c'è dubbio che tutto quello di cui stiamo parlando riguarda direttamente l'attività di questi soggetti, quindi ha rilievo. E i cittadini lo devono sapere”.
Critico Rodotà, anche sui tagli alla cultura previsti dalla manovra Tremonti: “Un paese che fa i tagli alla cultura è un paese che non rinuncia solo alla propria identità ma anche al proprio futuro, cioè alla possibilità di avere nella cultura uno strumento importante di organizzazione sociale, di crescita complessiva del paese”.
L'integrale delle interviste sui siti http://www.articolo21.org/, http://www.reportersenzarete.org/, http://www.lettera22.it/

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