martedì 6 ottobre 2009

Onida:"Il cittadino scorrettamente informato è meno libero"

Libertà, democrazia, informazione: non ci può essere conflitto di interessi





Manifestazione per la libertà d'informazione: Intervento del Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi
03/10/2009
Mentre siamo qui, decine di colleghi sono a Messina a testimoniare e a raccontare una grande tragedia del nostro paese. Sono impegnati a dire la verità, a rappresentare realmente i fatti ai cittadini a far conoscere il peso dei lutti, il corso degli eventi naturali, le complicità della mano dell’uomo.
Solo un giornalismo libero e indipendente può farlo. Ma come hanno detto importanti autorità istituzionali già ieri accanto alle tragiche fatalità, ci sono incurie e devastazioni del territorio che hanno reso sicuramente più tragico il bilancio dell’alluvione. Compito della stampa libera e indipendente è non solo dar conto dei fatti ma richiamare le autorità alle loro responsabilità.
Alle vittime della tragedia, alle loro famiglie dedichiamo il frutto del nostro lavoro e, adesso, la pietà del nostro silenzio.
Ringraziamenti (organizzazioni aderenti e che hanno cooperato alla promozione dell’iniziativa: in primo luogo Cgil, Acli, Arci, Ucsi, Articolo21, Libertà e giustizia, Anpi, Insegnanti precari, Tavola della pace). Ringraziamento anche a chi non c’è come la Uil ma ci ha “espresso” solidarietà e preoccupazione per la condizione dei giornalisti costretti a esercitare il proprio diritto dovere in un contesto per nulla sereno e a vivere, in molte realtà il peso di ristrutturazioni aziendali e l’incertezza del posto di lavoro.
Ringraziamento alla Uil che non ha aderito ma comunque ha espresso solidarietà e vicinanza alla Fnsi.
Alla Cisl che pure non c’è e ha manifestato perplessità ma anche condivisione di molte problematiche che incidono sul pluralismo culturale, economico, sociale e politico e ha lasciato liberi i suoi iscritti di scegliere e di essere o no su questa piazza. Diciamo a tutti che la libertà di informazione è la prima condizione della libertà e dell’autonomia di tutti.
La libertà non può essere mai messa al guinzaglio da nessuno e non è mai garantita da rapporti di scambio e favori e di dispetti tra le parti.
Parliamo alla coscienza civile del paese come forza civile responsabile. Non chiediamo a chi è qui se sia di sinistra o di destra.
Diamo inizio quindi alla nostra farsa, perché – come è noto – non c’è nessun rischio e nessun attacco alla libertà: nessun tentativo di legge bavaglio, nessun disegno di legge Alfano sulle intercettazioni telefoniche con divieto di dare notizie sulle inchieste giudiziarie, nessun disegno di legge analogo, così detto ddl Mastella c’è mai stato; nessun tentativo di omogeneizzare l’informazione radio televisiva mai è avvenuto; nessun tentativo di far tacere i giornalisti scomodi e di intimidire i giornali critici con il potere è stato mai compiuto;
Nessuna vendetta mediatica è stata compiuta, nessuna lite temeraria è stata mai avviata contro giornale giornalisti. E i giornalisti mai sono stati indicati come nemici, farabutti e delinquenti.
No, non ci siamo.
È farsa negare quanto è avvenuto, con un crescendo di avvenimenti da diverso tempo.
Con serenità, come giornalisti, diciamo che non creiamo, non scegliamo, nemici.
Nemici sono coloro che negano il diritto dei cittadini a sapere e il dovere di informare che a noi è chiesto di esercitare. Non scegliamo noi questi nemici. Nemici sono coloro che immaginano l’informazione come altra cosa e non qualcosa di veramente rilevante e importante da preservare sempre, in ogni stagione; qualcosa che alimenta la vita democratica delle persone e la loro dignità di cittadini pensanti.
I giornalisti allora hanno nemici conclamati in chi ostacola la verità.
Noi rispettiamo il potere politico. Lo rispettiamo perché è una funzione essenziale degli stati democratici contemporanei. E possiamo e dobbiamo rispettarlo fintanto che esso è espressione di una bilancia fra i poteri che è frutto di secoli di battaglie per la democrazia, di sacrifici, di singoli e di singoli e di popoli, attraverso rivoluzioni, guerre, cadute e rinascite.
Siamo usciti da una dittatura e da un conflitto mondiale grazie alla lungimiranza di una classe dirigente che, proprio perché aveva sofferto l’esilio e l’ostracismo, ha saputo guardare lontano con la scrittura di una costituzione che è sintesi fra visioni che erano sì diverse ma tutte unificate dalla condivisione di regole fondamentali.
L’articolo 21 è una di queste regole fondamentali; esso è il frutto di tanta storia, tante battaglie, tanta consapevolezza.
Non si tratta di un tabù o di un feticcio. Senza libera circolazione delle idee e delle opinioni, la società dell’informazione, che è la condizione nella quale oggi ci troviamo, una società che vede nell’informazione uno dei suoi fattori di crescita, questa nostra società deperisce e muore.
E allora eccoci qua, “farabutti” e protagonisti di una farsa. Ci troviamo oggi – e non per la prima volta – a confliggere con poteri costituiti: poteri di governo; iniziative parlamentari limitative; potenti interessi economici e finanziari.
I giornalisti sono donne e uomini che possono essere asservibili a ciascuno di questi interessi, oppure possono rifiutare la farsa di chi sostiene che in Italia non sta accadendo nulla e, di conseguenza, decidere con serietà e onestà intellettuale di appellarsi all’opinione pubblica dicendo con chiarezza che ad essere in crisi è la vostra la nostra libertà di cittadini; una libertà che è tale se e quando è nutrita quotidianamente da un informazione libera e completa.
Può piacere quanto scriviamo?
Se dispiace ai cittadini ce ne preoccupiamo, perché significa che non stiamo facendo bene il nostro mestiere. Se dispiace ai potenti, abbiamo la conferma che stiamo facendo bene il nostro lavoro nella funzione di controllo e di garanzia democratica che appartiene all’informazione.
Disegni di legge bavaglio, interferenze, sviluppo di operazioni mediatiche affinchè nella considerazione collettiva l’informazione libera e completa, che non tace su ciò che non può essere taciuto sia considerata un pericolo da rimuovere, sono problemi reali che interpellano la coscienza civile.
Per questo siamo in piazza, consapevoli che i giornalisti sono sempre alle prese e devono prestare attenzione alle pressioni delle fazioni, del potere e anche della piazza. Ma la piazza che oggi abbiamo chiamato è quella della coscienza civile del paese che non china la testa e non piega la schiena.
La vita non è reality show e ancor meno lo è il racconto che l’informazione è chiamata a fare con lealtà, nel rispetto dei diritti dei cittadini di conoscere e di sapere realmente le cose.
nel rispetto della dignità delle persone. Non siamo soli nella nostra preoccupazione, in Italia e fuori.
In Europa voci critiche e preoccupate, in particolare, si levano quando viene messa in discussione l’autonomia dell’informazione, di quella informazione che non rinuncia a porsi e a fare domande, a cercare risposte, a compiere analisi, a far parlare le voci plurali. E addirittura preoccupazione crescente c’è quando vengono messe in discussione autonomie di istituzioni come quella della commissione europea.
Non ci piace vedere il nostro paese sotto accusa. Ciò ci rattrista e ci addolora profondamente. Ma detto che tutto ciò ci dispiace, dobbiamo chiederci: hanno ragione? E ci poniamo la domanda, non perché tocchi ad altri esprimere giudizi, ma perché riteniamo che occorre interloquire correttamente con chi agisce e parla con cognizione di causa.
Ci preoccupa la dignità del nostro paese e non vogliamo lasciare ad altri che facciano i censori.
Come in altre professioni, è da una coscienza limpida che può derivare la difesa delle proprie ragioni professionali.
E per quanto ci riguarda lo facciamo con rispetto verso chiunque, con la consapevolezza che dobbiamo essere sempre noi stessi nell’esercizio della nostra funzione, che non ci è mai chiesto, proprio mai ci è chiesto, di inginocchiarci, di piegare la schiena, ma tenerla dritta e di fare la nostra parte per intero, senza cercare scorciatoie, senza cedere a lusinghe e tentazioni di essere altro, di fare altro, come pure – ahimè - talvolta capita, anche a più di uno.
Dalla reazione individuale, che talora sfocia in rassegnazione e abbattimento, abbiamo deciso di passare ad una manifestazione collettiva con questa manifestazione a Piazza del Popolo a Roma, perché la somma delle indignazioni di tanti e troppi colleghi, di tanti cittadini, si trasformi in una iniziativa sindacale, e in un fatto capace di incidere presso le istituzioni e presso quei comportamenti che sono all’origine di quanto stiamo denunciando.
L’Italia democratica e repubblicana del dopo guerra è un paese a più colori.
Proviamo ad immaginare per un momento cosa accadrebbe se passasse l’idea che vorrebbe, per l’informazione e per tutti i settori della vita sociale, un’Italia permanentemente grigia e silenziosa, raccolta intorno ai moderni totem dei reality show.
Si può mai immaginare allora che l’Italia, paese delle mille diversità e di grande tradizione, culturale e civile, potrà sopportare piani e disegni tesi a comprimere la libertà di stampa e di informazione.
Il Presidente del Consiglio, profondo conoscitore del potere della televisione, ha deciso – invocando un suo diritto sovrano alla privacy -, che il giornalismo di opposizione andava irreggimentato.
Ha iniziato dai “suoi giornali” decidendo la cacciata dei direttori televisivi o della carta stampata, perché o erano scomodi in quanto troppo professionali o non utili a questa accelerazione perché non abbastanza aggressivi! Con ciò anche negando il suo presunto liberalismo in quanto editore!
Ora assistiamo, ma non saremo compiacenti e inermi, ad una svolta gravissima da parte dell’Azienda del servizio pubblico. Una Rai mortificata e costretta a comprimere o negare la propria missione di pluralismo e di luogo del confronto delle idee.
Ma la vita e il racconto del paese- ripetiamo non sono il reality show. La vita è fatta di successi, di sofferenze, di sacrifici; di lavoro che non c’è e c’è chi vorrebbe neanche si dicesse; di precariato e di lavoro che poco spazio trovano sui giornali e ancora meno sui telegiornali; e la vita è fatta di cooperazione silenziosa ed efficace di tante donne e uomini che ogni giorno promuovono la convivenza civile.
Ma se il re è nudo si dice che è nudo. Vale per tutti, anche per il premier, a meno che non ci sia chi pensa che possa essere invocato un lodo Alfano anche per l’informazione, che ponga il re al riparo dalle notizie vere con il divieto di parlare dei potenti.
Questo paese di tutto ha bisogno salvo che di una leadership segnata da tentazioni dirigistiche e da manie persecutorie.
Non siamo professionisti dell’anti-berlusconismo e non siamo qui come loro espressione.
Portiamo qui una posizione seria e meditata che ha a che fare con questioni reali del paese.
Non siamo sovversivi da strapazzo
Non accettiamo però che venga cambiato il senso ordinario dei valori e dei principi della nostra convivenza che ci si abitui a considerare normale il reality e non la vita del Paese.
Narrare il contrasto, anche forte tra posizioni e sentimenti, non ha mai intaccato in passato i temi fondamentali della nostra convivenza civile anzi li ha arricchiti; e ha fatto dell’Italia un grande paese democratico.
L’informazione è investita da una pressione che vede per la prima volta protagonisti del potere politico puntare a distruggere taluni dei fondamenti della convivenza del nostro stato unitario. Chi mina le basi della nostra convivenza oggi è all’interno degli stessi poteri costituiti (e si guardi agli organi di garanzia)
Non si confonda mai la causa con l’effetto, se c’è nel governo chi mina le ragioni della convivenza costituzionale va scritto. Ma scriverlo ci fa diventare, secondo lor signori, colpevoli di una rottura che altri, invece, fanno o stanno facendo.
Altro che anti Italiani i giornalisti! L’Italia che è qui è l’Italia che crede in se stessa e che dà vitalità alla sua democrazia, di cui tutti possono andare fieri.
Ancora sui colori: l’informazione in Italia non intende marciare allo stesso passo di quanti vogliono rifarne le fondamenta. Abbiamo già avuto l’infelice esperienza di un ministero della cultura popolare e sappiamo bene che non è il numero degli organi di stampa che si pubblicano l’unico indicatore dello stato di salute della libertà, come non lo è l’indice della presenza delle veline (e neppure delle escort) nelle tv e nei giornali.
Non è tanto in discussione, attraverso nuove leggi, ciò che può essere consentito o no pubblicare. È in discussione l’autonomia professionale e del contenuto editoriale, attraverso minacce di indebolimento, attraverso manovre sul mercato pubblicitario delle risorse di cui dispone il sistema editoriale, azioni legali temerarie. Questi sono indicatori di una situazione pesante, non sopportabile, di una libertà ferita.
La grande lezione dei padri federalisti della più grande democrazia del mondo (parlo degli Stati Uniti d’America e penso a Thomas Jefferson) ci richiamano al nesso libertà – democrazia – informazione. Non ci può essere conflitto d’interessi su questi tre temi da parte di chi è chiamato a funzioni pubbliche e invece oggi ce n’è uno enorme, anomalia europea gigantesca.
Non intendiamo marciare allo stesso passo di quanti si muovono sulla strada dell’informazione messa in riga. Marciamo ad un altro passo che richiede però una coscienza professionale alta, un senso della responsabilità alta, una carica di umiltà importante per affrontare il nostro compito.
Non tutto nel giornalismo Italiano è positivo. Abbiamo pecche, siamo stati lenti e disattenti, spesso nella buona pratica della rettifica e del rispetto dei singoli.
Ma sappiamo anche quanti giornalisti si sono immolati, hanno perso la vita per assicurare ai cittadini con lealtà, correttezza e umiltà. Il diritto di sapere. Nei luoghi di guerra e nelle aree a rischio, come negli anni del terrorismo: Cutuli, Antonio Russo, Baldoni, Hrovatin, Ota, Palmisano, Di Leo, De Palo, toni, Ciriello, Alpi, Casalegno, Tobagi.
E tanti hanno pagato per raccontare l’Italia delle frontiere occupate dalla malavita: Di Mauro, Siani, Impastato, Spampinato e tanti altri. Le liste sono incomplete e tanti colleghi, da queste frontiere, lavorano in condizioni di alto rischio, come Josè Trovato che sentirete più tardi, vittima di gravi minacce di mafia, licenziato da un posto “irregolare” per aver chiesto l’intervento del sindacato.
Il Sindacato dei giornalisti, la Fnsi, che da 100 anni unisce le battaglie per la libertà a quelle dei diritti del lavoro oggi sente di poter essere meno sola nella battaglia per promuovere e tutelare questi diritti, nella battaglia per la libertà, gelosa della sua autonomia; al di là di ogni segno politico di appartenenza, in un pluralismo e in una unitarietà rispettosi di ogni espressione di partiti e schieramenti.
Continueremo a disturbare il manovratore, i manovratori, in ogni tempo, in ogni stagione, sempre quando sarà necessario, confidando che non sia più necessario tornare in piazza ma che ci sia la stagione dell’ascolto e del confronto su tutti i problemi concreti che angosciano la vita di ognuno.
La manifestazione di oggi è un mezzo, non è il fine. È un momento di impegno civile che chiede ascolto e confronto, nel rispetto di tutti e delle idee, dei colori, di tutti, perché quella di oggi è giornata di vitalità democratica. E perché – come diceva John Stuart Mill - lontani da ogni estremizzazione in una democrazia anche un solo individuo che avesse una opinione diversa dal resto della comunità ha il diritto di essere ascoltato.
E allora a noi che oggi tocca una stagione diversa difficile e complicata, ma per fortuna non la stessa delle stagioni di Giovanni Amendola, di Casalegno e di chi è caduto nei luoghi di guerra, a noi spetta di richiamare la coscienza civile per la dignità del nostro paese il sindacato dei giornalisti non esibisce medaglie, ma fa il suo mestiere con lealtà nella protesta come nella proposta, con indipendenze e autonomia, rifiutando gli insulti ma anche le tirate di giacca di chi ci vuole propagine delle controversie tra fazioni politiche.
Andremo mercoledì prossimo in Europa, segnaleremo al Parlamento europeo l’esigenza che l’articolo 11 del trattato dell’unione sia effettivo in ogni paese, chiederemo che quell’articolo che stabilisca parametri permanenti perché la libera di stampa e la libera circolazione delle idee sia sempre esente da interferenze delle pubbliche autorità e perché il pluralismo dei media sia sempre rispettato, non solo negli atti formali di legge ma anche nelle attività che concretano l’azione pubblica.
Chiediamo al Presidente del Consiglio, al Governo e al Parlamento tutto di ritirare il ddl Alfano che ricalca quello di Mastella del precedente governo, contro il quale i giornalisti andarono in piazza con uno sciopero,
Chiediamo di cancellare in particolare le norme che vogliono vietare la cronaca sulle inchieste giudiziarie soprattutto per coprire quelle che riguardano i potenti!
Non c’è giustizia senza piena e libera informazione.
Chiediamo al governo, e a quanti sostengono o hanno sostenuto in settori dell’opposizione la cosiddetta nuova legislazione sulle intercettazioni, di fare marcia indietro. Non faranno brutta figura ma saranno protagonisti di un saggio ravvedimento.
Chiediamo al Presidente del Consiglio, anche per il prestigio della sua funzione e del paese che il voto popolare gli ha delegato temporaneamente a governare, di cessare le campagne di accuse ai giornalisti, di smetterla di additarli come farabutti o delinquenti, di dare il buon esempio, di aderire pienamente ai significati dei nostri simboli e delle nostre bandiere, quella tricolore e la costituzione. Chiediamo anche di promuovere una cultura di rispetto per l’informazione; per tutta l’informazione perché nell’oggi e nel domani, anche quando dovesse sventolare una bandiere politica, al governo siano sempre chiari gli ambiti, le competenze, le funzioni, che restano sempre distinte che non potranno in democrazia, restare sempre distinte: quelle di governo e quelle di controllo e di garanzia dell’attività pubblica e dei suoi incaricati che appartengono a un giornalismo indipendente e a una magistratura indipendente.
Chiediamo all’on. Berlusconi e a tutti i politici di ogni colore che si sono lanciati in azioni legali temerarie contro i giornalisti di ritirare le cause; chiediamo loro di adeguarsi agli indirizzi degli organismi internazionali a tutela dei diritti dell’uomo. Chiediamo al Parlamento di affrontare una volta per tutte la questione delle regole dell’informazione, nel rispetto delle garanzie costituzionali, per liberare il mercato editoriale da pressioni e condizionamenti impropri e per sottrarre il servizio pubblico alle barbarie dell’invadenza politica che oggi vuole arrivare persino, a stabilire, con atti amministrativi che non le competono, se è quali programmi e se e quali notizie possono andare in onda.
Chiediamo agli editori di essere più coraggiosi, consapevoli del loro ruolo di titolari di un’impresa speciale, di cooperare con noi e con le forze delle società civile, con il Parlamento per la definizione dello statuto dell’autonomia dell’impresa editoriale e per il pieno rispetto dell’autonomia del giornalismo professionale.
Chiediamo a loro, al Governo e al Parlamento di avviare gli Stati Generali dell’editoria Italiana per l’apertura di una nuova stagione della democrazia dell’informazione, senza avere come scopo prioritario l’elargizione di qualche piccola mancia pubblica.
Chiediamo alle forze politiche che hanno aderito e ai singoli politici presenti a questa manifestazione di assumere l’impegno solenne di sostenere e difendere l’autonomia dell’informazione oggi come domani senza tentare invadenze di campo
L’informazione svolge anche una funzione politica quando può realizzare il suo compito in condizioni di libertà ma la sua funzione non appartiene alla politica e ancor meno al governo. Ogni volta che essi intervengono in maniera impropria compiono una sottrazione alla vostra e alla nostra libertà.
Ognuno deve fare il proprio mestiere: la politica deve fare la politica, l’informazione deve fare l’informazione. I ruoli sono separati e distinti.
La stampa deve essere veramente libera di esprimersi sui comportamenti e sugli atti dei politici, che a loro volta hanno il pieno diritto di rispondere e replicare. Il giudizio spetta poi ai cittadini che si esprimono periodicamente attraverso il voto.
ecco perché la libertà è e deve essere sempre una condizione e mai un impedimento.
Questa è la democrazia!
Questa è la libertà!
Questo è il paese che noi vogliamo!
Viva l’Italia

Siddi: Il nostro silenzio per Messina

ERAVAMO IN TRECENTOMILA


venerdì 2 ottobre 2009

Valerio Onida: L'informazione dovrebbe essere un contropotere

Rivera: Non vorrei che l'unica liberta' di stampa diventasse fasse le fotocopie

"Striscia la notizia" aderisce a manifestazione

Roma, 02 OTT (Velino) - "Striscia la notizia" ha aderito alla manifestazione per la liberta' di stampa di domani. Lo hanno fatto sapere dalla redazione del tg satirico di Antonio Ricci. (red/udg) 021920 OTT 09 NNNN

CDR SOLE24ORE: RICOSTRUIRE LO SPAZIO NATURALE DELLA LIBERTA'

COORDINAMENTO CDR MEDIASET: PORRE UN ARGINE ALL'IMBARBARIMENTO

Il coordinamento dei Cdr di Mediaset è al fianco del Sindacato Nazionale dei giornalisti nel giorno in cui scende in piazza per la tutela dell’informazione.
Il coordinamento esprime preoccupazione per l’estremizzazione della lotta politica, che i mezzi di informazione in parte subiscono e in parte finiscono con l’alimentare, in un generale imbarbarimento della vita civile. Un andamento al quale è più che mai necessario porre un argine.
Coordinamento Cdr Mediaset

IFJ Unions in Arab World Focus on Freedom and Rights of Journalists

Unions of journalists from the Middle East and the Arab world meeting in Jordan next week plan to send a powerful message to regimes in the region with calls for repeal of laws that target journalists, action on rights of women and more protection for independent media.
The unions, all members of the International Federation of Journalists, are meeting in Amman to review programmes designed to transform the information landscape in a region where governments are sensitive to critical journalism and where media are constrained by legal and economic pressure.
"Across the region journalists are increasingly frustrated," said Aidan White, IFJ General Secretary. "They see the value of media pluralism and independent journalism in building democracy, but their governments are reluctant to embrace political reform and to modernise."
The IFJ meeting, hosted by the Jordan Press Association and attended by unions from 15 countries, will discuss programmes aimed at strengthening independent and ethical journalism, challenging the scourge of low pay and poor working conditions, and supporting the fight for women's rights.
The IFJ has launched a programme for professionalism, the Ethical Journalism Initiative, and has a long-running campaign - Breaking The Chains - which highlights the national legal restraints used to intimidate independent journalists in many countries.
The meeting opens on Monday October 5th with a special session on a new campaign to press for women journalists' rights and positive action for gender equality in union structures, media workplaces and to counter media stereotypes of the role of women in society.. Other debates will highlight the need for better social and professional rights and for urgent action to improve working conditions.
But the aspirations of journalists and their unions will not be met, says the IFJ, unless there is a new approach from governments. In many countries journalists are jailed or suffer targeted violence when they criticise the political establishment.
"Politicians must break with the tradition of command and control of media," said White. "Our unions want democratic reform. They want to sweep away laws that penalise journalists. They know media freedom is a key to progress, because it eliminates ignorance and is an antidote to prejudice and sectarianism, but it cannot exist if journalists are not allowed to work freely."
The results of the meeting will provide a framework for fresh action across the region, says the IFJ and will also shape the contribution of Middle Eastern and Arab journalists to the IFJ World Congress of journalists' unions which will be held in Spain in May next year.
For more information contact the IFJ at +32 2 235 2207
The IFJ represents over 600,000 journalists in 123 countries worldwide

IN PIAZZA ANCHE A BERLINO

IN COLLABORAZIONE CON LA "FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA ITALIANA " E
"STAMPALIBERA.EU" SI SVOLGERÀ A BERLINO COME A LONDRA, AMSTERDAM, PARIGI E LUSSEMBURGO UNA MANIFESTAZIONE DELLA COMUNITÁ ITALIANA ALL´ESTERO IN DIFESA DELLA LIBERTÁ DI STAMPA IN ITALIA:
SABATO ORE 12 DAVANTI ALL´AMBASCIATA ITALIANA, HIROSCHIMASTR.1-TIERGARTENSTR.
CI PRESENTEREMO CON CARTELLONI RIPORTANTI LE DIECI DOMANDE DI "LA REPUBBLICA"
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
E CON BAVAGLI ALLA BOCCA.
INVITIAMO TUTTA LA COMUNITÁ ITALIANA E QUANTI CITTADINI RESIDENTI A BERLINO
A SOLIDARIZZARE

Message of solidarity from the Federation of German Journalists (DJV)

Mit den Kritikern an der Medienpolitik des italienischen Premierministers Silvio Berlusconi erklärt sich DJV‑Bundesvorsitzender Michael Konken solidarisch. Der Deutsche Journalisten-Verband freut sich, dass der italienische Journalisten-Verband FNSI und Oppositionspolitiker zum Anti-Berlusconi-Protest aufgerufen haben. Die Demonstrationen von Italienern in Rom und in mehreren europäischen Städten, die am 3. Oktober 2009 stattfinden, sind ein ermutigendes Signal. Ihr – wie unser – Ziel ist die Forderung nach Pressefreiheit.
Die ständigen Versuche Berlusconis, Presse und Rundfunk gefügig zu machen, sind mit den Grundprinzipien von Demokratie und Meinungsfreiheit in Europa nicht vereinbar. Es kann nicht angehen, dass kritische Berichterstattung über Berlusconi und dessen private Affären unterdrückt wird und kritische Journalisten ins Visier genommen werden. Berlusconi behauptet zwar, dass es in Italien große Pressefreiheit gebe, aber die Fakten sprechen eine andere Sprache. Immer wieder verklagt er italienische Tageszeitungen wie etwa die „Repubblica“ wegen Berichterstattung über ihn, und droht damit, sogar gegen ausländische Zeitungen vorzugehen.
Der DJV-Preis der Pressefreiheit ging in diesem Jahr an den italienischen Journalisten Marco Travaglio für dessen mutiges Engagement gegen die Versuche der Einflussnahme Berlusconis auf die Medien. Travaglio berichtete uns bei der Preisverleihung ausführlich, auf welch vielfältige Weise Berlusconi versucht, Journalisten daran zu hindern, kritisch zu berichten. Travaglios Schilderung seiner eigenen Erfahrungen hat unseren Eindruck eindrucksvoll untermalt: Mit der Pressefreiheit in Italien ist es nicht mehr weit her. Das muss sich ändern. Dazu kann diese Demonstration ein Stück weit beitragen. Wir, der DJV, stehen an der Seite der italienischen Kolleginnen und Kollegen.
Mit freundlichen Grüßen
Eva Werner
stellvertr. Pressesprecherin
DJV - Deutscher Journalisten-Verband
Pressehaus 2107
Schiffbauerdamm 40
10117 Berlin
Tel: (030) 72 62 79 20
Fax: (030) 726 27 92 13
Mail: wer@djv.de

The Swedish Union of Journalists fully support your struggle for press freedom

The Swedish Union of Journalists fully support your struggle for press freedom and freedom of information!
Prime Minister Silvio Berlusconi´s abuse of political and economic power and continuous attacks on the media and journalists is a serious threat, not only to free and ethical journalism but to democracy itself and an affront on the people of Italy.
17,000 Swedish journalists stand behind you in this protest!
Yours In solidarity,
Anita Vahlberg

TUTTE LE DIRETTE TV

La manifestazione per la libertà di stampa dal titolo: ‘Informazione, no al guinzaglio. Diritto di sapere, dovere di informare’, indetta dalla Fnsi, sarà seguita con delle dirette televisive da Sky Tg24 a partire dalle 16.00 (canali 100 e 500) e dal Tg4 a partire dalle 16.00 fino alle 17,30. Queste dirette si aggiungono a quelle già programmate da Repubblica tv, da Youdem, dal sito della Cgil e da Popolare
network”.
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The Union of Journalists in Finland sends fraternal greetings

The Union of Journalists in Finland sends fraternal greetings to the demonstration for Freedom of Information in Rome on Saturday October 3rd, to defend press freedom and freedom of information against continuous attacks by Prime Minister Silvio Berlusconi.
We in Finland fully and wholeheartedly support the Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) in its this struggle for press freedom and for an ethical and a free journalism.
Arto Nieminen President
Juha Rekola Ombudsman
Suomen Journalistiliitto
Union of Journalists in Finland
+358 40 512 0036

European Journalists Stand in Solidarity with Italian Demonstration for Freedom of Information

Today the European Federation of Journalists (EFJ), the European group of the International Federation of Journalists (IFJ), called for a broad support to Italian journalists, civil society groups and individuals who will demonstrate in Rome on Saturday to defend press freedom and freedom of information against continuous attacks by Prime Minister Silvio Berlusconi.
Enough is enough”, said IFJ President Jim Boumelha, who will also take part to the demonstration. “The condition of journalists and media in this country has been threatened for years, but the recent use of Mr. Berlusconi’s economic and political power to intimidate journalists and muzzle the media goes simply beyond any acceptable limits of democracy”.
Mr. Berlusconi, himself the owner of the major private broadcasters in the country, has a long record of threats to press freedom and independence of the media: dominant position in private television, political interference in public broadcaster RAI, attempts to criminalise journalists who use or to refer to telephone tappings and attacks on media or journalists who questioned the impact of his private life on public affairs.
Recently, Mr. Berlusconi was also the first chief of government who carried out legal actions against various Italian and European media, including Repubblica, L' Unità, El Pais, le Nouvel Observateur. He claimed for millions Euros of damages, judging "defamatory" articles on its private life published in the media.
He even reproached the European Commission to interfere with the national affairs and threatened to block the European Council if Commissioners who would not “control” their spokesperson.
European journalists are proud to be present at this demonstration gathering over 50,000 people and they fully support the IFJ/EFJ affiliate, the Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) in its this struggle for press freedom and for an ethical and a free journalism.

Journalists’ Union of Macedonia and Thrace applauds Saturday demonstration

The Journalists’ Union of Macedonia and Thrace Daily Newspapers (ESIEMTH) declares its full support to its Italian colleagues in their struggle to defend press freedom and freedom of information, a struggle that affects all of us.
ESIEMTH, an IFJ/EFJ affiliate, applauds Saturday's demonstration by the FNSI, having itself recently been in the forefront of actions to defend the very same journalism standards and ideals that form the cornerstone of democracy.

Ci saranno i giovani monarchici

Alleanza Monarchica Giovani – Stella e Corona ha deciso di partecipare alla manifestazione promossa dalla Federazione Nazionale della Stampa di sabato 3 ottobre a Roma.
I giovani monarchici evidenziano come da anni tutti i comunicati e le notizie riguardanti congressi e riunioni di Stella e Corona vengano completamente censurate soprattutto dai giornali letti dalle persone cosiddette “ben pensanti”. I monarchici rivendicando uno spazio per le proprie idee al fine di combattere il pensiero unico che qualcuno vorrebbe imporre.
La rappresentanza parteciperà con la propria bandiera di Stella e Corona.
Lorenzo Beato
Segretario Nazionale Giovanile Alleanza Monarchica – Stella e Corona

Anche la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza aderisce

Anche la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, iniziativa promossa da Mondo Senza Guerre, associazione internazionale Umanista, aderisce alla manifestazione per la libertà dell'informazione di sabato 3 ottobre a Roma.
Viviamo in una situazione critica, caratterizzata dalla povertà dallo scontro tra culture, dalla violenza e dalla discriminazione che contaminano la vita quotidiana di grandi settori della popolazione.
In questo momento di enorme complessità abbiamo bisogno di un'informazione puntuale, trasparente e multiforme.
La Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, partirà venerdì 2 ottobre p.v. dalla Nuova Zelanda e in tre mesi attraverserà il pianeta per concludersi in Argentina il 2 gennaio.

www.marciamondiale.org
www.pressenza.com

Ci sarò con la mia storia da precaria

Il mio nome è Cristina Bigongiali, sono una giornalista professionista che con vari stratagemmi non viene fatta lavorare in Rai, nonostante un regolare contratto e aderirò anch'io alla manifestazione del 3 ottobre.
Questa manifestazione mi sembra molto importante e significativa, ma vorrei che ci si muovesse e ci si indignasse un po' di più anche quando vengono calpestati i ditritti e le libertà dei "piccoli" e non solo dei "grandi e noti".
Nel mio caso ad esempio, sono stati calpestati i più elementari diritti perché nonostante un contratto che mi leghi in Rai fino al 2012, vengo tenuta a casa solo perchè non sono una "yes-woman" e ci tengo a dire la mia sulle questioni. Per sanare la situazione, anzichè un contratto da giornalista mi propongono un contratto da impiegata.
Di situazioni come la mia ce ne sono tante credo,.. eppure in questi casi nessuno muove mai un dito, nè i colleghi, nè il sindacato..
Basti pensare che l'Usigrai accetta fra gli iscritti solo i giornalisti con regolare contratto giornalistico e non quelli che, pur facendo un lavoro giornalistico, sono costretti ad accettare, per lavorare in Rai, qualifiche tipo programmista- regista o impiegato o altro.
Se tutti si fossero mossi di più prima, ogni volta che veniva calpestato un diritto, anche se non ci riguardava direttamente, forse adesso non saremmo a questo punto.
Occupiamoci di tutti coloro che vogliono esprimere le loro idee, con libertà e indipendenza, ed indigniamoci sempre quando si cerca di estromettere qualcuno, o rendergli la vita difficile, anche se è un piccolo e sconosciuto giornalista.
Con solidarietà
M.Cristina Bigongiali
cristinabigon@yahoo.com

Una signora malata: sarò con voi dalla mia poltrona

Non sono giornalista ma desidero lo stesso aderire, solo moralmente purtroppo, alla Vs manifestazione indetta per domani.
Io sono tornata in Italia lo scorso gennaio dalla Scozia, dove ho vissuto quattro anni redigendo un Progetto per il Governo sul Turismo Scozia/Italia e diffusione della Dieta Mediterranea in quel Paese.
Sono tornata perchè ho un cancro che non lascia requie e, datosi che ho molto tempo che passo in poltrona, lo devolvo alla visione di programmi interessanti e intelligenti, pochi purtroppo.
Se può contare qualcosa, sono presente con il cuore con tutti Voi, con gli Spiriti liberi e Uomini-Donne di Pensiero.
Grazie per la Vs forza e per quanto state facendo e farete per difendere quella parvenza di Democrazia che vige in Italia, e coltivo la speranza che nel prossimo futuro le cose potranno cambiare, a dispetto dell'arroganza / ignoranza / saccenza / presunzione delle nuove leve di un'area politica che mi fanno temere un po'.
Due sere fa sono rimasta spiacevolmente colpita da due Signore del PDL all'Infedele, e ieri sera mi sono trovata a contrarmi nell'ascoltare/vedere una ragazzina che si rivolgeva ad un ex-Magistrato, oggi Sindaco, con il triplo dei suoi anni e della sua esperienza, in modo arrogante e maleducato, nonchè irrispettoso.
Molto triste, davvero.
Non posso marciare con Voi, ma ci sono. Un augurio sincero,
Piera Adamo
Toscana

Le SNJ-CGT solidaire des journalistes italiens

Le SNJ-CGT apporte tout son soutien au syndicat des journalistes italiens (FNSI) et souhaite une pleine réussite à la manifestation qu’il organise ce samedi 3 octobre à Rome, Piazza del Popolo à 15h30 pour la liberté de la presse sur le thème : « Information : non à la laisse » (« Informazione : no al guinzagliuo »).
Silvio Berlusconi a saisi la justice pour diffamation envers la Repubblica et L’Unita, dernière manifestation de sa « volonté de réduire au silence la presse libre, d’anesthésier l’opinion publique, d’isoler l’Italie de la circulation internationale des informations, en définitive faire du pays une exception de la démocratie », comme l’ont écrit trois membres de la cour constitutionnelle italienne.
Le SNJ-CGT est aux côtés des journalistes et de la FNSI qui refusent l’intimidation et veulent exercer le droit constitutionnel de « chercher, recevoir et diffuser par tous les moyens d’expression, sans limite de frontière, les informations et les idées » (Déclaration universelle des Droits de l’Homme de 1948).
Le SNJ-CGT souhaite pleine réussite à ses consoeurs et confrères italiens et appelle les journalistes français en poste en Italie à se joindre à cette manifestation

giovedì 1 ottobre 2009

CNCA ADERISCE A MANIFESTAZIONE PER LIBERTA' DI STAMPA

BABOLIN, UN PEZZO CLASSE DIRIGENTE PAESE NON HA CAPITO COSA SIA DEMOCRAZIA
(Adnkronos) - Il Coordinamento Nazionale Comunita'di Accoglienza (Cnca) aderisce alla manifestazione del 3 ottobre indetta dalla Fnsi. Lo annuncia il presidente dello stesso Cnca Lucio Babolin, secondo il quale ''e' necessario che cittadini e organizzazioni della societa' civile si mobilitino: la liberta' di stampa e' davvero a rischio''.
''L'Italia - aggiunge - rimane un paese anomalo, tutt'altro che normale: si attaccano pesantemente, sul piano personale, persino giornalisti non ostili al governo, si cambiano direttori 'amici' perche' si rifiutano di affondare nella melma, si tenta di eliminare, di ridurre o almeno di intimidire fortemente anche quei pochi spazi non totalmente allineati al volere del Capo. Evidentemente, c'e' un pezzo di classe dirigente del paese che non ha ben capito cosa sia la democrazia. Per questo - conclude Babolin - e non per ragioni di parte, il 3 ottobre parteciperemo alla manifestazione per la liberta' di stampa''.

MIMMO LUCÀ, I CRISTIANO SOCIALI SARANNO IN PIAZZA SABATO 3 OTTOBRE A DIFESA DELLA LIBERTÀ DI STAMPA

Dichiarazione dell’On. Mimmo Lucà
Coordinatore Nazionale Cristiano sociali

“I Cristiano sociali saranno presenti sabato 3 ottobre alla manifestazione, promossa dalla FNSI, per difendere la libertà dell’informazione e il pluralismo informativo, che sono un pilastro irrinunciabile della democrazia, un fondamento del patto costituzionale, a cui si ispira la vita civile e istituzionale del nostro Paese.
Questo pilastro è oggi messo in serio pericolo dal populismo demagogico del Presidente del Consiglio, dalla concentrazione proprietaria delle televisioni, dal conflitto di interessi, dalle crescenti forme di intimidazione della stampa libera, da parte di chi vorrebbe imporre una verità di regime.
Scendere in campo e partecipare a questa battaglia per la libertà di tutti è un dovere democratico ed una responsabilità civile a cui non vogliamo sottrarci”.
Roma, 30 settembre 2009

PRESIDIO A VENEZIA

Presidio civile sabato 3 ottobre ore 17.30
Campo S. Geremia (sede RAI)
Aderiscono e invitano i cittadini a partecipare:
ACLI, ANPI, ARCI, CGIL, Libertà e Giustizia
Partito Democratico, Italia dei Valori, Rifondazione Comunista,
Partito dei Comunisti Italiani, Partito Socialista, Verdi

“Onoriamo le vittime. Diamo voce agli invisibili”

Flavio lotti: “Pace e informazione sono due beni fondamentali in pericolo. Senza un’informazione di pace non c’è neanche una politica di pace.”

Nel rinnovare l’invito a partecipare alla manifestazione per la libertà d’informazione che si svolgerà sabato 3 ottobre a Roma, Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace ha dichiarato:

“Dopo il lutto, niente. Tutto come prima. La strage in Afghanistan che il 17 settembre ha fermato l’Italia è stata archiviata senza batter ciglio. Dopo il tempo dell’emozione e del cordoglio, doveva venire il tempo della riflessione e della politica. E, invece, nulla. Nessun speciale, nessun dibattito politico, nessun approfondimento che aiutasse gli italiani a capire realmente cosa sta succedendo in Afghanistan, cosa dobbiamo fare per mettere fine a quella tragedia prima di essere costretti a piangere nuovi morti. Niente di niente. Alla faccia dei principi del giornalismo, dei doveri del Servizio Pubblico radiotelevisivo e del Contratto di Servizio che ci lega alla Rai. Nella nostra TV, pubblica e privata, c’è spazio solo per la propaganda. Quella che abbonda nelle retrovie di ogni guerra, si dovrebbe dire. Anche se, in Italia, dobbiamo fare finta che non sia così.
Per questo, la manifestazione di sabato deve essere anche una grande manifestazione per la pace e per un’informazione di pace. Perché quello che è accaduto nelle nostre TV da quel 17 settembre ha recato un grave danno alla nostra democrazia e ha leso i nostri diritti fondamentali. Perchè la propaganda di guerra è vietata dal diritto internazionale dei diritti umani e dalla nostra Costituzione. Perché la Rai deve diventare uno strumento di pace. Perchè non c’è pace senza un’informazione di pace. E senza un’informazione di pace non c’è neppure una politica di pace.
In questo senso, la manifestazione del 3 ottobre non è per qualcuno ma per tutti.
Per tutte le vittime di questa guerra che vogliamo ricordare e onorare, italiane e afgane. Per tutte le vittime di tutte le guerre che si continuano a combattere nel mondo nel cinismo e nell’indifferenza generale. E per tutti gli invisibili. Per tutte quelle persone, popoli, problemi, tragedie umane, guerre, conflitti, ma anche storie positive, idee, valori, progetti e proposte che vengono sistematicamente oscurati e cestinati dai nostri media.
Pace e informazione sono due beni fondamentali in pericolo. Pace e informazione sono due dei temi più importanti di cui ci dobbiamo occupare per l’avvenire. Se vogliamo averne uno.
La manifestazione del 3 ottobre deve segnare, in ciascuno di noi, un cambio di mentalità e una nuova assunzione di responsabilità.”

A Milano un presidio è troppo poco

Come privato cittadino attento alle cose della politica e preoccupato come voi dalla deriva democratica di questi tempi, condivido in pieno la vostra iniziativa per la manifestazione nazionale del 3 ottobre a favore della libertà di stampa. Risiedendo a Milano e non potendo raggiungere Roma per impegni di lavoro, ho cercato informazioni su analoghe iniziative nella mia città, e ho trovato che qui è previsto soltanto un "presidio" in piazza Duomo/angolo via Mercanti. Non è un po' poco per la seconda città del Paese? O c'è forse il timore di una scarsa partecipazione in terra forzista? Sono molto dispiaciuto perché credo che l'occasione avrebbe meritato ben altra mobilitazione, e avrei voluto esserci con tanti altri che, come me, non si arrendono.
Nell'auspicio che la Federazione Nazionale della Stampa voglia prevedere iniziative più vaste prima che sia troppo tardi.
Dr. Roberto Perata
robertoperata@gmail.com

Il PD di Corticella non ci sarà ma aderisce

Gli amici e compagni del Circolo del PD Bruno Trentin di Corticella (BO), impegnati in questi giorni nella gestione della festa democratica dell’Unità, perciò impossibilitati a partecipare alla manifestazione di sabato 3 ottobre a Roma per sostenere la giusta lotta che i Lavoratori dell’informazione stanno portando avanti esprimono totale solidarietà ai giornalisti e ai lavoratori della stampa democratica e delle televisioni che in questi giorni sono stati pesantemente attaccati, e alla Federazione Nazionale della Stampa (FNSI).
Si tratta, di una manifestazione in difesa delle libertà costituzionali, messe in pericolo dalle politiche antidemocratiche del Governo.
E’ necessaria la mobilitazione contro un attacco senza precedenti alla libera informazione, con disegni di legge bavaglio, denunce in sedi giudiziarie a giornali come l’Unità e Repubblica, continue invettive pubbliche, a cominciare dal premier, contro giornali e giornalisti.
Ogni ferita che il sistema dell’informazione subisce determina un forte contraccolpo alla libertà di tutti. Sosteniamo i principi e i valori dell'articolo 21 della Costituzione e tuteliamo il diritto di ogni cittadino a un'informazione libera, completa e plurale.
Non potendo essere presenti fisicamente, inviamo un forte abbraccio di solidarietà ai manifestanti.
Bologna, 1 ottobre 2009 Il Circolo Bruno Trentin - (Corticella) Bologna

Rai Molise aderisce alla manifestazione

L'assemblea di redazione, riunitasi il primo ottobre,ha aderito alla manifestazione civica per la liberta' di stampa "Informazione, no al guinzaglio" indetta dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana per sabato 3 ottobre in Piazza dl Popolo a Roma .I giornalisti della Rai di Campobasso condividono e sostengono le motivazioni alla base della protesta.
Campobasso, 1 ottobre 2009

3 ottobre, le donne dell’informazione sono in piazza, dove c'è il lenzuolo rosa

Diritti e libertà sono l’impegno di tutti i giorni
Sabato 3 ottobre, le donne dell’informazione sono in piazza del Popolo a Roma, e in molti altri
luoghi d’Italia, per ribadire non solo che non si mette alcun guinzaglio all’informazione, ma che
altrettanto va fatto e ribadito, attraverso stampa, tv e ogni mezzo di comunicazione, per quanto
riguarda i diritti delle donne. Diritti di informare e di essere informate, con il pieno rispetto della
propria identità e del proprio corpo.
La Commissione Pari Opportunità della Federazione Nazionale della Stampa invita tutte le colleghe a ritrovarsi in piazza del Popolo accanto al lenzuolo rosa che riassume ed esprime il nostro impegno di ogni giorno: “Libere di vivere / Libere di informare”. Nel pieno rispetto di tutte, chi dà e chi riceve informazione. Nell’impegno quotidiano per i diritti che è sempre al centro della nostra visione del mondo.

Sardo (Stampa parlamentare): Partecipare è un impegno civile, etico, culturale

Aderisco con convinzione alla manifestazione per la libertà d’informazione promossa dalla Fnsi. Il giornalismo in cui crediamo non sopporta bavagli e oggi i condizionamenti, le limitazioni, gli ostacoli si sono moltiplicati. È un problema la crescente pressione dei poteri politici. Ma non è il solo problema. C’è un’autoreferenzialità, una sovraesposizione indotta del circuito politico-mediatico, che troppo spesso oscura le dinamiche reali del Paese, e che alla fine produce una distorsione dannosa alla nostra professione anche se può dare ad alcuni l’illusione di contare di più. E d’altra parte c’è un sistema industrial-editoriale che tende ad affrontare la grave crisi di mercato quasi esclusivamente dal lato del costo del lavoro, confinando ai margini idee nuove e coraggiose sperimentazioni.
Per questo intendo la nostra partecipazione alla menifestazione anche come un impegno civile, etico, culturale dei giornalisti italiani. Vogliamo fare la nostra parte, con la schiena dritta, nel pluralismo delle idee di cui siamo portatori. L’apertura alla società, rappresentata dalla manifestazione in piazza, vale come un’assunzione di responsabilità personale e di categoria.
Claudio Sardo
segretario Associazione Stampa Parlamentare

Rinaldini (Fiom): “Ecco perché sabato 3 ottobre saremo a fianco dei giornalisti che scendono in piazza per tutelare la libertà di stampa"

“La Fiom aderisce alla manifestazione di sabato 3 ottobre per la libertà di informazione nel nostro Paese. Così facendo, e portando la nostra solidarietà a tutti quegli operatori del mondo dell’informazione che hanno deciso di scendere in piazza per tutelare, con la propria libertà, un bene pubblico primario per la nostra democrazia, siamo certi di interpretare una volontà diffusa tra le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici.”
“Nella nostra attività sindacale, infatti, tocchiamo con mano tutti i giorni quante siano le difficoltà nel rapporto tra mondo del lavoro e informazione. Difficoltà che sono avvertite con particolare acutezza, e più di quanto non si creda, proprio dalle lavoratrici e dai lavoratori. I quali vedono benissimo che il sistema dei mezzi di informazione e comunicazione tende a sottovalutare, quando non a cancellare, le problematiche connesse al lavoro.”
“E se ciò è vero in generale, è ancora più vero che i problemi vissuti oggi nella categoria dei metalmeccanici dove, con grave responsabilità delle imprese, è in atto il tentativo di costruire un Contratto nazionale che prescinda totalmente dalla volontà delle lavoratrici e dei lavoratori le cui condizioni di vita e di lavoro saranno determinate da questo stesso Contratto.”
“E’ anche per questo che il 9 ottobre, in occasione dello sciopero generale indetto dalla Fiom, porteremo la nostra voce, a Roma, sotto la sede della Rai, in viale Mazzini.”
“E’ anche per questo che ci aspettiamo che vi sia una nuova e vera attenzione per le ragioni dei metalmeccanici che non vogliono essere tagliati fuori dalla definizione del proprio Contratto.”
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 1° ottobre 2009

Liberté de la presse: manifestation "Non à la laisse" le 3 octobre à Rome

Le samedi 3 octobre à 15:30 se tiendra à Piazza del Popolo (Rome) la manifestation "Informazione: No al guinzaglio" (Information: Non à la laisse) organisée par la FNSI, en réponses aux mesures répressives contre la presse du gouvernement Berlusconi. Le blog No all'informazione al guinzaglio recueille des témoignages, documents et déclarations d'adhésion. La FNSI a aussi page d'informations logistiques (en italien) sur l'organisationde la manifestation (cars etc.).
Pour plus d'informations sur le contexte, voir l'appel de trois juristes italiens, Franco Cordero, Stefano Rodotà et Gustavo Zagrebelsky:
tel qu'il a été publié par La Repubblica en italien le 28 août 2009, page où on peut aussi y souscrire (actuellement: 442'373 signatures)
traduit en français dans l'article Graves menaces contre la liberté de la presse en Italie (Le Grand Soir, 29 août 2009)

http://www.lepost.fr/article/2009/09/30/1719245_liberte-de-la-presse-manifestation-non-a-la-laisse-le-3-octobre-a-rome.html

Ci sarò ma fate autocritica

Aderirò senz'altro alla manifestazione di sabato. Vorrei tuttavia che i giornalisti Italiani facessero autocritica.
Siamo davvero sicuri che essi, nel loro complesso, utilizzino gli spazi di libertà che sono loro propri di diritto e per dovere?
Il giornalista fa domande, non legge veline o vezzeggia il potente. Ha un ruolo, una mission - di regola - che non vedo applicati in Italia. Chiunque faccia domande 'vere' diventa automaticamente giornalista 'scomodo'. E non è sempre colpa del 'caudillo' di turno.
Vogliate interrogarVi sulle persone e i professionisti che rappresentate. Immaginate di piombare in Italia oggi, fingeteVi in un Paese che non conoscete e accendete la tv o la radio: un telegiornale o giornale-radio qualsiasi.
Chi sceglie e dà le notizie? Chi le scrive? Chi le legge? Chi intervista? Chi fa gli approfondimenti? E su cosa?
E' la loro stessa pavidità a essere parte della fragilità delle libertà di espressione e della democrazia Italiana stessa; di fronte a minacce che altrimenti non avrebbe le dimensioni di emergenza che hanno. Oggi.
A sabato.
Fabio Antoccia | Roma
fabioantoccia@alice.it

FIBA TORINO INTESA SAN PAOLO ADERISCE

La Fiba Torino Intesa San Paolo Group Service, dopo aver riunito il proprio coordinamento, comunica la propria decisione di aderire alla manifestazione per la libertà di stampa indetta dalla FNSI che si svolgerà a Roma il 3 ottobre 2009.

Dichiariamo il nostro apprezzamento per le parole del segretario Cisl Raffaele Bonanni che ha sottolineato l’ esigenza di un’ editoria “pura” , sganciata dai grandi potentati economici e diretta ad informare l’ opinione pubblica non a offendere gli avversari politici o economici.

Riteniamo pertanto con lo spirito di libertà di decisione che da sempre ci contraddistingue di sostenere chi manifesta per una maggiore libertà di stampa.

Solo con una stampa libera e indipendente possono essere protette le fondamenta della democrazia e il sindacato tutto ha conosciuto nella storia del nostro paese quanto la libertà di espressione delle proprie idee sia fondamentale per la tutela dei lavoratori.
Fabrizio Dagna
Coordinatore Fiba ISGS

Torino e provincia

Torino, 01/10/2009