Caro Iacopino,
le “sanzioni disciplinari” per Ingrao, a questo punto devono essere estese, anzi, applicate prima a me.
L’intervento di Ingrao, infatti, è successivo ad una mia presa di posizione trasmessa sul blog della FNSI (No alla legge bavaglio), la sera precedente, alle 18,59 del 20 maggio.
Parlare di “liste di proscrizione”, come fai tu, è qualcosa fuori da ogni logica che dovrebbe attenere alla professione giornalistica.
Fino alla mattina di oggi, 21 maggio, sul sito dell’Ordine dei giornalisti non c’era UNA parola, che sia UNA, sul disegno di legge anti-ntercettazioni. Poi è comparsa, guarda caso, una timidissima presa di posizione che diceva “non bastano le attenuazioni delle pene ai giornalisti”. NON ci siamo proprio capiti. Allora ribadisco un concetto fondamentale: qua non è in gioco la libertà di stampa, cioè la libertà dei giornalisti di produrre il proprio lavoro, ma è in gioco il diritto all’informazione (e per la gente comune anche il diritto affinché la magistratura abbia gli strumenti per combattere efficacemente la criminalità di tutti i tipi). E’ ora che l’Ordine prenda coscienza che libertà di stampa e diritto all’informazione, ancorché complementari, non sono per niente sinonimi.
Se si vuole riformare l’Ordine, forse è il caso di partire da questo. Tutto il resto, pur nella sua validità (precari, scuole di giornalismo, ecc.) è l’ovvio e l’ordinario. Ma ora siamo in una condizione del tutto straordinaria e l’ordinario, che pur va seguito, discusso, cambiato anche radicalmente, deve “aspettare un po’”. Per impedire che si cancelli in Italia sia la libertà di stampa che il diritto all’informazione e il diritto a lottare efficacemente contro tutte le criminalità.
Aspetto di sapere quando e se verranno applicate a me, prima di tutto a me, le sanzioni disciplinari dell’Ordine.
Claudio Gerino
Cdr Repubblica
le “sanzioni disciplinari” per Ingrao, a questo punto devono essere estese, anzi, applicate prima a me.
L’intervento di Ingrao, infatti, è successivo ad una mia presa di posizione trasmessa sul blog della FNSI (No alla legge bavaglio), la sera precedente, alle 18,59 del 20 maggio.
Parlare di “liste di proscrizione”, come fai tu, è qualcosa fuori da ogni logica che dovrebbe attenere alla professione giornalistica.
Fino alla mattina di oggi, 21 maggio, sul sito dell’Ordine dei giornalisti non c’era UNA parola, che sia UNA, sul disegno di legge anti-ntercettazioni. Poi è comparsa, guarda caso, una timidissima presa di posizione che diceva “non bastano le attenuazioni delle pene ai giornalisti”. NON ci siamo proprio capiti. Allora ribadisco un concetto fondamentale: qua non è in gioco la libertà di stampa, cioè la libertà dei giornalisti di produrre il proprio lavoro, ma è in gioco il diritto all’informazione (e per la gente comune anche il diritto affinché la magistratura abbia gli strumenti per combattere efficacemente la criminalità di tutti i tipi). E’ ora che l’Ordine prenda coscienza che libertà di stampa e diritto all’informazione, ancorché complementari, non sono per niente sinonimi.
Se si vuole riformare l’Ordine, forse è il caso di partire da questo. Tutto il resto, pur nella sua validità (precari, scuole di giornalismo, ecc.) è l’ovvio e l’ordinario. Ma ora siamo in una condizione del tutto straordinaria e l’ordinario, che pur va seguito, discusso, cambiato anche radicalmente, deve “aspettare un po’”. Per impedire che si cancelli in Italia sia la libertà di stampa che il diritto all’informazione e il diritto a lottare efficacemente contro tutte le criminalità.
Aspetto di sapere quando e se verranno applicate a me, prima di tutto a me, le sanzioni disciplinari dell’Ordine.
Claudio Gerino
Cdr Repubblica
Nota: Claudio Gerino risponde all'annuncio di Enzo Jacopino di proporre sanzioni disciplinari contro Ignazio Ingrao per aver criticato la posizione dell'Ordine nazionale dei giornalisti rispetto alla legge sulle intercettazioni.
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