Il 3 ottobre la mobilitazione promossa dal sindacato dei giornalisti contro il bavaglio aveva una delle sue ragioni fondanti nella denuncia dei pericoli contenuti nel ddl Alfano. In quella Piazza del Popolo così gremita c’era anche Enzo Iacopino, che però fu lestissimo a dissociarsi dall’iniziativa e a dettare una dichiarazione tra le più dure contro la manifestazione.
I mesi trascorsi da allora sembrano essere passati invano. Appena dieci giorni fa, in prossimità delle elezioni per l’Ordine, è uscito il programma de “l’Altra Lista”, quella capeggiata da Enzo Iacopino. E incredibilmente, pur essendo ormai il disegno di legge al centro del dibattito politico, questo programma non contiene nemmeno una parola sul ddl Alfano e sui rischi gravissimi che corre il nostro diritto-dovere di informare. Proprio come se l’Ordine non avesse nulla a che vedere con questi temi. Perché, allora, Enzo Iacopino si indigna per le parole di Ignazio Ingrao?
Quanto poi al preannunciato esposto, esso rivela un’idea disciplinare del dibattito nella categoria, poco compatibile con la schiettezza del confronto tra colleghi e invece molto consona al clima imperante di sanzioni contro i giornalisti.
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