giovedì 1 luglio 2010

Oltre due terzi degli italiani contrari al DDL intercettazioni


Indagine dell'Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis

Per la maggioranza assoluta degli italiani, intervistati dall'Istituto Demopolis, le intercettazioni andrebbero pubblicate per continuare a garantire il diritto dei cittadini all'informazione, ponendo però dei limiti precisi alla diffusione di notizie sulla vita privata degli intercettati e sulle persone estranee alle indagini. Oltre due terzi degli italiani si dichiarano contrari al DDL in discussione al Parlamento che, se tramutato in legge, limiterebbe l'utilizzo delle intercettazioni da parte della magistratura e il divieto di pubblicazione sugli organi di stampa.
Sono i dati che emergono da un'indagine dell'Istituto Nazionale di Ricerche Demòpolis, diffusi nel giorno della manifestazione promossa dalla Federazione Nazionale della Stampa.
Il 67% dei cittadini intervistati esprime la propria contrarietà nella convinzione che i limiti all'uso delle intercettazioni previsti dal DDL potrebbero ostacolare in parte l'efficacia delle indagini della magistratura, mentre il 33% si dichiara favorevole per porre un freno alla violazione della privacy.
"Il dato di contrarietà rilevato - afferma il direttore dell'Istituto Demopolis Pietro Vento - risente di un clima di sfiducia crescente dei cittadini nella politica e di una sempre più diffusa insofferenza nel Paese verso ogni forma di corruzione". Il dissenso verso il disegno di legge appare trasversale, anche se emergono chiare differenze in base alla collocazione politica degli intervistati: favorevoli al DDL, in ampia maggioranza, gli elettori del PDL, nettamente contrari i sostenitori del Centro Sinistra, ma anche sei elettori su dieci della Lega.
L'indagine, condotta dall'Istituto Demopolis dal 21 al 28 giugno nell'ambito del Monitor continuativo sull'opinione pubblica italiana, ha analizzato nello specifico anche le valutazioni dei cittadini sul divieto di pubblicazione sugli organi di stampa delle intercettazioni telefoniche ed ambientali.
Soltanto il 29% degli intervistati approva il divieto di diffusione previsto dal disegno di legge, ritenendo corretto vietare la pubblicazione delle intercettazioni per tutelare anzitutto la privacy dei cittadini.
Il restante 71% afferma di non condividere il DDL ma, tra quanti si dichiarano contrari, emergono due distinte posizioni: uno su cinque lo ritiene del tutto sbagliato, sostenendo che le intercettazioni vanno pubblicate per non porre alcun limite alla libertà di stampa; il 51% sostiene, invece, che il DDL in discussione al Parlamento andrebbe modificato. Per la maggioranza assoluta degli italiani infatti - secondo l'indagine DEMOPOLIS - le intercettazioni andrebbero pubblicate per continuare a garantire il diritto dei cittadini all'informazione, ponendo però dei limiti precisi alla diffusione di notizie sulla vita privata degli intercettati e sulle persone estranee alle indagini.
Per approfondimenti:
http://www.demopolis.it/

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2 commenti:

GIOVENTU' ITALIANA BOLOGNA ha detto...

Gioventù Italiana Bologna Segreteria Provinciale

AGLI ORGANI DI STAMPA data:01/07/2010
OGGETTO: Gioventù Italiana Bologna appoggia la manifestazione di FNSI, contro il disegno di legge Alfano, per la libertà d’informazione
Gioventù Italiana Bologna appoggia la manifestazione indetta oggi pomeriggio dalla FNSI, contro il disegno di legge Alfano. L’opinione che la magistratura si comporti come partito politica, fatto presunto e non certo, non può giustificare la soppressione della libertà d’informazione: grazie ad esse, infatti, l’opinione pubblica è venuta a sapere, e si è potuto indagare, su fatti riguardanti Stefano Chucchi, a livello nazionale, e l’ex- sindaco Flavio Delbono, a livello bolognese; quindi, sarebbe meglio regolamentarne l’uso, così che vengano pubblicate solo quelle oggetto d’interesse.
Compito dello Stato è anche promuovere la formazione del Popolo, dunque contestiamo anche i tagli del governo, che hanno visto vari enti culturali interrompere la loro secolare missione di tramandare la tradizione di una comunità, con pesanti ricadute anche sul mondo del lavoro: a Bologna per esempio stiamo vedendo il Teatro Duse e i suoi dipendenti in forte difficoltà.
Contestiamo anche il fatto che un documento così importante come il ddl sulle intercettazioni venga discusso alla Camera solo il 29 luglio, in un periodo estivo, quando molti parlamentari saranno già in vacanza, probabilmente per assicurarsi la maggioranza: cosa abbastanza pratica in politica, come successe con il Trattato di Lisbona.

Eugenio Sibona, segretario regionale e provinciale di Gioventù Italiana

Anonimo ha detto...

Ragazzi, andare in sciopero l'8 luglio e lasciare campo libero al regime e', come direbbe fantozzi, una cagata pazzesca.

Andiamo in onda con un'edizione straordinaria listata a lutto con un dossier sulle intercettazioni e quanto bene fanno e cosa ci perderemmo.