domenica 27 settembre 2009

LIBERTA’ DI INFORMAZIONE, ARIA PULITA DELLA DEMOCRAZIA, PERCHE’ IL SI DI PUNTOEACAPO

La libertà di informazione è una libertà vitale della società civile. E' l'aria pulita della democrazia. Puntoeacapo scende in piazza, sabato 3 ottobre a Roma, per difendere il diritto e il dovere dei giornalisti di informare correttamente, senza soggiacere a poteri, interessi, censure.
Un impegno, quello di Puntoeacapo, che non è solo di questi giorni. Sempre, come componente del sindacato unitario dei giornalisti, Puntoeacapo ha scelto come bussola della sua attività e del suo programma la qualità del lavoro, il diritto di cronaca e la difesa dell’autonomia, non solo dall'arroganza del potere politico e dagli interessi sempre più complessi di proprietà sempre più "impure", ma anche dal progressivo smantellamento delle tutele della nostra professione.
Un diritto-dovere, quello dei giornalisti, che è speculare al diritto dei cittadini a una completa e corretta informazione.
E' ora che il sindacato recuperi un ruolo nella difesa della libertà di stampa. Prendendosi anche le sue responsabilità: il via libera indiscriminato agli stati di crisi nasce da un "patto" scellerato con gli editori, e da un rinnovo del contratto nazionale che consente il ridimensionamento brutale delle redazioni, dell'occupazione, degli spazi di professionalità, e che sta mettendo a repentaglio anche il nostro sistema previdenziale.
E' ora che il sindacato svolga un ruolo da protagonista, non solo nella difesa delle regole e nell'opposizione a leggi-bavaglio, ma anche facendosi carico di una riflessione che punti a recuperare un sistema di garanzie che tuteli i giornalisti con la "schiena dritta".
E’ ora che si recuperi un rapporto di stretta collaborazione con l'Ordine dei giornalisti, nella difesa, senza tentennamenti, del rispetto della deontologia professionale.
E' ora che si chieda al Parlamento di promuovere leggi che tutelino gli editori puri, in grado di rilanciare un giornalismo che non registri solo il rumore della politica, ma che recuperi la funzione di servizio della nostra professione.
I giornalisti possono e devono alzare la voce: perché la manifestazione di un giorno non sia solo una vetrina, ma la tappa di un faticoso e lungo percorso di libertà.

Nessun commento: