mercoledì 9 settembre 2009

CGIL: La libertà d'informazione non può non essere un terreno comune

Parla il segretario confederale del sindacato Fulvio Fammoni: "E' un tema fondamentale per la democrazia. Siamo ben oltre, ormai, il conflitto di interessi"
Libertà di stampa, la Cgil in piazza
"Il 19 settembre è decisivo esserci"

ROMA - "Non solo ci saremo, ma faremo tutto il possibile perché sia una grande manifestazione". Fulvio Fammoni è segretario confederale della Cgil, e ha tra le sue deleghe anche quella delle politiche per l'informazione e la comunicazione. E assicura l'impegno del sindacato per la riuscita, il più "plurale e ampia possibile", dell'iniziativa per la libertà di informazione indetta dalla Federazione della Stampa in piazza del Popolo a Roma. L'appuntamento è per le 16 del 19 settembre, a Roma, in piazza del Popolo. "Ci aspettiamo tante persone, con tante bandiere diverse". Con la Cgil hanno aderito anche Arci, Acli, Libertà e Giustizia, Articolo 21, Libera informazione e i Comitati insegnanti precari. L'intervento principale, sul palco, sarà una "lezione" del professore Valerio Onida, già presidente della Consulta.
L'adesione della Cgil è arrivata subito. Perché?
"Perché siamo di fronte a un tema di libertà. Un tema decisivo. La libertà di informazione e di espressione è un concetto fondamentale per la democrazia di un Paese. Se è a rischio, diventano a rischio anche la democrazia e le sue conquiste".
Eppure c'è chi sostiene che tale rischio non esiste, e che dire libertà di stampa a rischio è come dire una barzelletta.
"Per avere una idea della situazione in cui siamo basta leggere l'ultima classifica di Freedom House, che declassa l'Italia a paese 'parzialmente libero' in materia di informazione. Siamo ben oltre, ormai, il conflitto di interessi. E attenzione: si diventa parziamente liberi orientando in maniera sistematica l'informazione ma anche con il semplice silenzio".
A che si riferisce?
"Si guardi il mondo del lavoro. Come sindacato non posso che constatare l'oscuramento intenzionale e pressoché totale delle tematiche del lavoro".
E come lo spiega?
"Se gran parte dell'informazione si muove, all'unisono, per mandare un messaggio forzoso di ottimismo, i problemi reali del mondo lavoro devono essere taciuti".
Nel concreto, quale contributo darà la Cgil?
"La nostra mobilitazione su questo tema è decisa e convinta. Ma noi siamo solo una parte, e l'augurio è che la manifestazione del 19 settembre sia il plurale e affollata possibile, con tanta gente e tante bandiere diverse. E soprattutto, che tutto non finisca lì".
Come?
"Il 19 settembre deve essere solo l'inizio. L'attenzione su questo tema deve restare alta. Sarebbe importante che l'appuntamento nazionale si ramificasse poi in tante iniziative locali".
Sul tema delle regole e della libertà non è possibile ritrovare un primo terreno di unità con le altre confederazioni?
"Il problema della libertà di informazione non può non essere un terreno comune".
(REPUBBLICA.IT - 9 settembre 2009)

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