mercoledì 9 settembre 2009

Roidi: La concezione etica del giornalismo

"La stagione che il giornalismo italiano sta vivendo è fra le più tristi e preoccupanti degli ultimi decenni - scive Vittorio Roidi, presidente di Giornalismo e democrazia, al segretario Fnsi Franco Siddi e al presidente Roberto Natale _ Alla crisi economica che coinvolge migliaia di colleghi inseriti in un mercato del lavoro asfittico e paralizzato - si sono aggiunti attacchi virulenti alla libertà di stampa e ai pilastri dell’informazione democratica, provenienti addirittura dalla massima autorità di governo.
L'associazione "Giornalismo e democrazia", nata nel 2008 per dare impulso a un'etica più attenta al valore civile dell'informazione, desidera esprimere l'apprezzamento per lo sforzo che la Fnsi mette in atto in difesa della categoria. Saremo sempre al fianco del sindacato in tutte le azioni utili a rafforzare il ruolo dei giornalisti.
A noi sembra tuttavia indispensabile un'analisi profonda degli episodi e dei fenomeni cui stiamo assistendo. Essi derivano infatti da una incertezza sull'identità e sui compiti del nostro giornalismo. Troppi giovani affrontano la professione privi di una chiara visione del ruolo dell'informazione in un paese che, pure, ha profonde radici democratiche ed ha pagato prezzi altissimi per battere l'autoritarismo. Troppi colleghi hanno messo il proprio lavoro al servizio di interessi di parte. Troppi direttori hanno indirizzato il loro giornale verso finalità politiche, pur legittime, che non possono essere anteposte all'obbiettivo di informare correttamente i cittadini. Qualcuno ha accettato addirittura di svolgere azioni di killeraggio commissionate dal potere politico. Tutto ciò deve spingerci ad un lavoro comune.
L’Ordine dei giornalisti non riesce a svolgere un'opera di formazione adeguata alla delicatezza e alla complessità del lavoro giornalistico, né una simile formazione etica si realizza all'interno delle redazioni, dove pure i giovani (secondo la legge) dovrebbero apprendere e sviluppare la pratica della comunicazione giornalistica.
I nostri organismi rappresentativi, al loro interno, non hanno sviluppato anticorpi sufficienti a tenere lontani i germi della censura e dell’intolleranza. Lo spirito del giornalismo di servizio non ha attecchito nelle redazioni. Le motivazioni commerciali degli editori hanno così prevalso, mentre le forze politiche hanno fatto a gara per controllare e piegare il lavoro dei colleghi.
“Giornalismo e democrazia” ha cominciato un lavoro di sensibilizzazione nelle scuole, nelle università, insieme con altre associazioni che hanno a cuore i problemi dell'informazione. E' necessario pretendere dai partiti politici una più decisa difesa della libertà di stampa. E' necessario che la Federazione della stampa, sindacato unico e libero che rappresenta tutti i giornalisti, promuova una grande campagna civile, volta a richiamare e consolidare la concezione etica che pone la categoria anzitutto al servizio dei cittadini e chiede ai giornalisti di controllare gli abusi dei poteri forti.
Saremo dunque presenti alla manifestazione del 19 settembre, in attesa di trovare altri momenti di riflessione e di impegno comune".

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